Mosca promette "l'atomo per tutti" di Ennio Caretto

Mosca promette "l'atomo per tutti" Inchiesta sulla tecnologia d'avanguardia nelT Unione Sovietica Mosca promette "l'atomo per tutti" Dal grande sviluppo dell'elettrificazione negli Anni Trenta all'attuale boom delle Scienze nucleari - Il direttore dell'istituto di Fisica di Akademgorodok assicura: «Alla rivoluzione elettronica di oggi subentrerà domani quella energetica» - Una visita a Dubno, la capitale sovietica dell'atomo - Juri Oganesjan sottolinea le conquiste compiute: la Russia ha costruito la prima centrale elettronucleare e il primo rompighiaccio atomico - Possiede la più grande macchina acceleratrice di particelle oggi esistente - « Useremo l'esplosivo atomico per fare più bella la Terra » Pubblichiamo la seconda puntata dell'inchiesta del nostro corrispondente a Mosca sulto stato attuale della scienza e della tecnologia nell'Unione Sovietica. Ennio Carello, che ha vtsitato recentemente l'Istituto internazionale di Dubno presso Mosca, Illustra in questo articolo i progressi teorici e pratici compiuti dalla Russia in due settort particolarmente d'avanguardia: quello dell'uso dell'energìa nucleare a scopi civili e quello della fisica subatomtea, con i grandi acceleratori dt particelle. (Dal nostro corrispondente) Mosca, gennaio. Le spese militari dell'Unione Sovietica superano il bilancio di molti paesi europei: quasi 18 miliardi di rubli, pari a 12.600 miliardi di lire. Secondo l'Istituto di studi strategici di Londra, essa sta per raggiungere la parità nucleare con gli Stati Uniti. Costruisce sottomarini di tipo Polaris, già ispirati all'America da un modello matematico del russo Kantorovic. Prepara i Mirv come il terribile SS 9 da 15 megatoni divisi in più testate, in grado di distruggere i Minuteman nei loro depositi sotterranei. E possiede ì'Abm o sisterna antimissilistico: si chiama Galosch, è disposto a protezione di Mosca. Partito e ricerca Il progresso sovietico in questo campo è stato enorme. E in quello dell'impiego pacifico dell'atomo? Qual è l'indice di utilizzazione dei suoi radioisotopi? Lo sviluppo dei suoi acceleratori? La sua potenza elettronucleare? In Russia, la cibernetica fu ostacolata dalla burocrazia e dall'ideologia del partito, ma questa tecnologia dell'atomo, forse perché nata come scienza militare, è cresciuta sana e forte. Restano segreti l'esatto ammontare e la distribuzione degli investimenti, tuttavia ricerca teorica e ricerca sperimentale procedono spedite. L'Unione Sovietica nel 1954 costruì la prima centrale elettronucleare del mondo, e oggi attiva il protosincrotr,one più potente, quello di Serpukhov, da 76 gev o miliardi di volt elettroni. Altri gaps tecnologici la separano dagli Stati Uniti: ma nell'atomo, più che nello spazio, la competizione è equilibrata. Ho visitato l'Istituto Internazionale di ricerche nucleari di Dubno. Vi si arriva da Mosca, lungo il canale che porta alla Volga, attraverso villaggi i cui nomi — Emulazione, Tempi di lavoro —, rievocano i piani quinquennali staliniani. A Dubno vive, con il Premio Nobel Frank e l'accademico Bogolubov, Bruno Pontecorvo, lo scienziato italiano che fuggì da Harwell nel '50. Lo dicono felice assieme alla moglie e ai tre figli che in casa parlano russo, e a 57 anni è ancora campione locale di tennis e sci nautico. Come Akademgorodok in Siberia, Dubno è una città della scienza, sorta dal nulla tra foreste di abeti e di betulle, con 16 mila abitanti, 10 mila biciclette, pochissime automobili e la Naberezhanaja, il lungo fiume dai busti di gesso. Vi si costruiscono i Proton, gli automatismi giganti del cosmo, veri e propri laboratori volanti. L'Istituto è completamente cintato ed è sorvegliato da soldati. Già nel '49 aveva un ciclotrone. Comprende sei laboratori: per le alte energie, i problemi atomici, la fìsica dei neutroni, le reazioni nucleari, l'automazione e la tecnica di controllo, la fìsica teorica. Vi lavorano 3000 persone, di cui 300 stranieri, .provenienti in genere da altri Stati comunisti, l'età media è di 34-35 anni. E' uno dei migliori istituti d'Europa: nel laboratorio per le reazioni nucleari, dove si studiano gli elementi transuranici, l'accademico Flerov ha scoperto l'elemento 104, ed è ora «alla caccia» del 114. Ho parlato con Juri Oganesjan, il suo vicedirettore, armeno di Rostov, sposato con una famosa concertista. « Sarà la scienza atomica — mi ha detto — ad aprire una finestra sulle meravìglie del futuro: essa saprà fare ciò che non riesce alla natura ». Oganesjan è convinto che in questo campo l'Unione Sovietica possa precedere gli Stati Uniti. « Nel nostro laboratorio siamo all'avanguardia, e così in quello accanto, dove il professor Gelepov ha realizzato il freddo quasi assoluto ». i Ho chiesto se nel passaggio dalla ricerca all'applicazione industriale non avvengono fratture. Mi ha risposto illustrando gli usi dei radioisotopi, dalla terapia medica alla sterilizzazione delle derrate alimentari, dal controllo di vari processi lavorativi alla produzione di co¬ vi resistenti alle altissime temperature. Nel solo 1968, grazie ad essi, l'Unione Sovietica ha risparmiato 300 milioni di rubli, 210 miliardi di lire. Il classico esempio russo di tecnologia avanzata di settore che riaffiora in ogni paragone con l'America è quello degli acceleratori. Gli americani ne allestiscono a Weston uno da 200 gev, cioè quasi tre volte più potente di quello di Surpukhov. Ma ad Akademgorodok, in Siberia, il grande Budker, direttore dell'Istituto di fisica nucleare, sta ultimando un acceleratore a fasci incrociati 'capace di 250 gev. Questo tipo d'acceleratore sfrutta la reazione d'annullamento protone-antiprotone, costa meno, e dovrebbe produrre, tra le altre cose, nuclei dell'antimateria e mesoni pesanti. E' stato collaudato per la* prima volta in Italia, a Frascati. Lo spirito di competizione con gli Stati Uniti manca spesso nella cibernetica, è esasperato nel cosmo, ma trova la sua giustificazione nella scienza atomica «pacifica». Così Budker piega il rigido « Gosplan », usando a suo piacimento il profitto della sua produzione di acceleratori per l'industria. Egli accarezza anche il progetto di una collaborazione con società occidentali per la loro esportazione. « Qui, dice, la nostra produttività è più alta di quella americana, dobbiamo solo imparare le tecniche di vendita ». Processi termonucleari Attualmente, Budker è impegnato nel tentativo di realizzare la fusione termonucleare controllata, il fenomeno, per certi aspetti opposto a quello della fissione, a cui si deve l'energia solare e stellare. Molti scienziati americani sono scettici, ma egli è certo di condurlo in porto entro qualche anno. Una simile conquista cambierebbe il mondo. Budker infatti afferma che « alla rivoluzione elettronica d'oggi subentrerà domani quella energetica n. « Programmare il futuro senza tenerne conto sarebbe ripetere l'errore di chi, nel '45, riorganizzava le forze armate trascurando la lezione di Hiroshima ». Nonostante le implicazioni militari e spaziali, i fisici nucleari sovietici e americani sono accomunati da un senso pionieristico che non esiste tra i cavalieri dei computers. « Siamo come i primi popoli cristiani » osserva Budker, « tutti amici. Solo più tardi essi hanno incominciato a combattere tra loro ». L'interscambio delle informazioni favorisce i rapporti personali. Il Consiglio per l'uso delle esplosioni atomiche, diretto da Lavrentev, segue con attenzione il « programma Plowshare » di Seaborg. « Noi pensiamo di creare enormi cavità saline per depositi sotterranei di petrolio », egli spiega, « e gli Stati Uniti di aprire un secondo. Canale a Pànama. Ih pràtica, entrambi potremo presto modificare i rilievi della Terra, per renderla più comoda e bella da viverci ». Dovo sono intervenute ragioni di macroeconomia, si è però gradualmente formato un « gap » con gli Stati Uniti. E' il caso delle centrali elettronucleari. Anche in questo settore la tecnologia sovietica è avanzata: essa costruisce, ad esempio, centrali portatili di 1500 kilowatt per le gelide vastità siberiane, in grado di soddisfare ai bisogni di 3000-3500 persone: e addirittura microcentrali « fino alle dimensioni di una capocchia di spillo ». Ma mentre l'America possiede oggi 24 centrali che producono un totale di oltre 7000 megawatt, la Russia ne possiede la metà, e non supera i 2000 megawatt. Il boom occidentale della potenza elettronucleare è qui ancora allo stato di progetto. Copiando lo slogan di Lenin dell'elettrifi¬ cazione, solo adesso il partito promette « l'atomo per tutti ». I grandi obiettivi Uomini come Budker ritengono che il « gap » sia l'effetto in parte di un « mismanagement », cioè di una cattiva conduzione dell'economia, in parte della resistenza degli interessi petroliferi. « I costi delle centrali elettronucleari dovevano essere competitivi già anni fa ». Essi propongono al partito meno opere monumentali, quali le immani stazioni idroelettriche di Bratsk o Krasnojarsk, canta¬ te dal poeta ribelle.Eytushenko, e più scienza. Non deve più capitare che il Paese perda il vantaggio avventurosamente conquistato. Le prospettive più esaltanti per l*Urss le offre l'atomo. Rimane da vedere se, quando anch'esso diventerà tecnologia di massa, come la cibernetica e le infrastrutture spaziali, non contrarrà quella malattia tutta sovietica del ritardo, o dell'impreparazione o della disorganizzazione. Gli scienziati sono ottimisti. Il direttore dell'Istituto Kurcjatov di Mosca, Aleksandrov, ha deprecato « la moda degli oracoli di Delfo », ma ha predetto che « la realtà nucleare del 2000 supererà ogni immaginazione ». Energia per tutti, dalla casa al vettore interstellare, acqua potabile a volontà, prodotti nuovi: queste le mète, a suo parere. Sulla costa desertica del Caspio, sta sorgendo un impianto di desalinizzazione. A Akademgorodok si sta pensando alla fissione dell'azoto per ottenere un fertilizzante minerale. Per la mentalità russa e del partito è un tipo di discorso più accessibile che non la gelida logica dei computers. Ennio Caretto lina veduta dell'acceleratore nucleare di Serpukhov, il più grande attualmente in servizio nel mondo

Persone citate: Aleksandrov, Bruno Pontecorvo, Dovo, Ennio Carello, Juri Oganesjan, Lenin, Nobel Frank, Seaborg, Weston