Con «humour», nel profondo di Giorgio Manacorda
Con «humour», nel profondo Il grosso debito da pagare con Hoffmann Con «humour», nel profondo Un geniale romantico che anticipò la «realtà» del fantastico e del bizzarro La pubblicazione di tutti i romanzi e racconti di uno dei più geniali romantici tedeschi non sorprende nel momento in cui, in Italia, dopo il prevalere d'una letteratura raziocinante e sperimentale, si assiste a un recupero del fantastico, del bizzarro e del magico, come testimoniano le traduzioni e il successo di narratori come Cortazar, Marquez e Gombrowicz. La riscoperta del macabro, la ricerca di un magico brivido, ma anche dell'ebbrezza fatata e fatiscente di mondi che racchiudono in sé una felicità da elisir, come la mitica Atlantide cui perviene il protagonista del Vaso d'oro di Hoffmann, non potevano non riportare alla ribalta dell'attenzione l'autore degli Elisir del diavolo, del Gatto Murr o dei Kreisleriana. La povertà fantastica della tradizione italiana, la sua scarsa propensione al superamento di precisi topoi letterari, 10 scarso coraggio stilistico e tematico che ha sempre caratterizzato anche la nostra migliore letteratura, insieme a molte altre forse insondabili ragioni, ha fatto sì che da noi Hoffmann fosse sostanzialmente ignorato, mentre nel resto d'Europa veniva tradotto suscitando l'ammirazione di .autori come Poe, Baudelaire, Dostoevkij. E' impressionante la modernità strutturale delle opere di Hoffmann, la spericolatezza con cui si apriva a nuove forme: valga per tutte l'organizzazione dei materiali nel Gatto Murr, in cui vengono interpolate due storie apparentemente distinte, come se sì trattasse di due libri mischiati a caso: dato che, come avverte il redattore Hoffmann in una fittizia prefazione, « mentre scriveva i propri pensieri sulla vita, 11 Gatto Murr strappava di tanto in tanto i fogli di un libro già stampato (...) e li utilizzava in parte come strame per la propria cuccia, in parte come carta assorbente. Questi fogli, rimasti nel manoscritto, erano stati stampati per errore come facenti parte del manoscritto medesimo », suscitando così la costernazione del redattore che, « con enorme sgomento, si avvide che la storia di Murr era continuamente interrotta da inserzioni di pagine appartenenti. ad un altro libro ». Ci troviamo di fronte a un radicale abbandono di qualsiasi forma chiusa e della ricerca di una qualsivoglia « perfezione » del prodotto. Se, a ben guardare, la strut¬ tura del Gatto Murr è come il proseguimento e l'aggiornamento stilistico della tradizione del romanzo epistolare, è pur vero che per la prima volta sì ha la contemporaneità di due piani non comunicanti se non mediatamente, e quindi l'offerta di un'immagine tendenzialmente schizoide e certamente poliedrica di un particolare mondo. Il Gatto Murr è l'esempio più evidente e meno sottile di quella « ironia intellettuale » che chiama in causa «la stessa tecnica del narrare » di cui parla Claudio Magris nell'introduzione: sottolineando come in Hoffmann « la tendenza a giocare aperta-1 mente con i propri strumenti ed a mistificare le difficoltà organizzative finisce per teorizzare una tecnica che supera o meglio capovolge la poetica romantica e anticipa le grandi innovazioni del romanzo novecentesco ». E' l'ironia intellettuale, il momento della consapevolezza, che trasforma il tragico in grottesco e conduce l'orrido al limite dell'ilare con quegli effetti di caricatura e di humour che, pur essendo il lato più vitale e più moderno di Hoffmann, ne hanno inibito la diffusione in Italia. Lo humour, comportando straneazione della materia e capacità di ridere sul dramma, colloca Hoffmann fuori dalla visione realistica, nel senso naturalistico e ottocentesco del mondo. Non è un caso che Lukdcs non abbia inserito Hoffmann nel volume sui realisti tedeschi del secolo XIX, benché parli della « profondità realistica » e della « sicurezza » di Hoffmann. Se si vuole parlare del realismo di Hoffmann (e forse si deve, visto che si tratta di una definizione che ormai l'opera di Hoffmann si porta appresso) bisogna parlare di un realismo diverso, cioè della sua capacità di dare con una precisione apparentemente sregolata un'immagine poliedrica e contraddittoria di un universo mentale e fantastico-mitico, che ha il sapore del referto psicanalitico, in cui la libera ed apparentemente casuale associazione d'idee offre il quadro più realistico e preciso di un universo dato. Come comprese Freud, che in un famoso saggio vote trovare nell'hoffmanniana registrazione « realistica » del fantastico un esemplare messaggio dell'inconscio. Giorgio Manacorda E. T. A. HOFFMANN: Romanzi e racconti, a cura di Carlo Plnelll - Tre volumi, Edlz- Einaudi - pagine 2855, lire 30.000. Un'illustrazione dagli « Elisir del diavolo »
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