L'inquieta vita della "playgirl"

L'inquieta vita della "playgirl" LE PRIME SULLO SCHERMO L'inquieta vita della "playgirl" « Addio Jeff ! » : Delon fra i banditi - « Il grande giorno di Jim Flagg»: western - «Un assassino per un testimone»: giallo (Ambrosio) — Bella e attraente troppo, questa Playgirl '70 ha un suo tormento, che le viene dal non trovare, presso l'alta borghesia nei cui letti si ravvolge, quell'autenticità di rapporto, in bene o in male, senza il quale, com'è noto, anche la fortunatissima delle donne, con amanti gioielli e pellicce a bizzeffe, si sente, antonionamente parlando, un baccalà. Basta dunque con quegli smidollati, intesi unicamente a sordidi guadagni o ad abbiette perversioni, e ben venga un artista, un attore col piglio del ribelle. Ma anche questo Man, così bravo a chiacchierare, alla prova dei fatti le si rivela un calcolatore peggio degli altri: sposa infatti un'attrice più che stagionata, pur di poter firmare un lucroso contratto cinematografico. Tanto fa che Jane ripigli alle buone un primo amore, un fotografo rozzo e spiantato, ma perlomeno sincero. Sennonché neppure questo in fondo le basta, e, dopo altre vane esperienze nell'ordine dei « compromessi », il film conclude o meglio svapora in suggestioni braminiche, tra gli hippies, lasciando eroina e pubblico egualmente arrovellati: la prima, la bella Ira FUrstenberg, per non aver trovato neppure in Federico Chentrens l'atteso regista risolvente, il secondo per l'impressione d'essere stato preso in giro (nel giro delle solite sconvenienze) da una pellicola che per giunta si dà l'aria di moralizzare. 1. p. (Astor) - Alain Delon è interprete e produttore di Addio Jeff!, film francese di malavita diretto da Jean Her¬ man, regista di « Due sporche carogne». Stavolta la carogna di maggior rilievo è Jeff, capo temuto d'una banda di rapinatori, ch'egli pianta in asso dopo un clamoroso colpo, prendendo il volo con il « grisbi ». Gli abbandonati farabutti vogliono rintracciare il « traditore »: la vicenda, dialogata da Jean Cau, sviluppa questa caccia all'uomo, nella quale l'obbligo della legittima punizione al fuggitivo da parte dei «traditi» deve conciliarsi con la necessità, per loro, di ritrovare il proprio uomo di punta. E' un cerchio che si stringe, frantumato da un epilogo naturalmente tragico, ma anche un poco inatteso. Il film, a colori, si ambienta ad Anversa in un clima nebbioso che rende opaco anche il racconto, nonostante gli obbligati colpi dì scena e i ripetuti ammazzamenti. Un ex regista intellettuale diventato attore, Georges Rouquier, ha il ruolo di Jeff; Delon non figura con eccezionale spicco; assai stinta Miretile Dare (così giovane e già in fase discendente?). * * (Nazionale) — Amici-nemici - secondo la consuetudine di tanti western, lo sceriffo Jim Flagg (Robert Mitchum) e il fuorilegge McKay (George Kennedy/ fanno faville il giorno in cui la loro inaU tesa alleanza sconvolge i piani della banda cui prima apparteneva McKay e manda a vuoto il solito assalto al treno carico d'oro. E' questo II grande giorno di Jim Flagg: 'itolo italiano d'un western in panavìsion a colori che Burt Kennedy ha diretto mescolando, come d'uso, il serio e il faceto. Ambientato all'epoca delle prime automobili, il film trae spunti pittoreschi dal loro impiego nella diffusa sequenza finale dell'inseguimento al convoglio ferroviario, tallonato insieme da gente a cavallo e in macchina, con grande sfoggio di ameni incidenti per tutti. La parte seria è la prima, con Jim Flagg che deve reagire ad un inopinato pensionamento che lo priva della fatidica stella e lo obbliga a tutelare la legge per conto proprio. Ma al finale, nel « grande giorno », egli avrà la giusta rivincita. Pur afflitto da manierismi e da compiacenze figurative (a Burt Kennedy son sempre piaciute le belle inquadrature), il film si fa seguire con interesse grazie all'abilità narrativa del regista e alla bravura degli interpreti. * * (Ideal) — Complesso nella trama e violento nell'esposizione, Un assassino per un testimone è una produzione hollywoodiana che cerca di aggiornare il genere poliziesco (regìa di Bernard Kòwalski). Protagonista è un corridore automobilistico che deve parte del suo successo ad un'organizzazione mafiosa. Ricatti ed imposizioni non tardano a rovinarlo, l'uomo costretto ad eliminare con uno stiletto i testimoni a sfavore del suo « boss », che è in attesa di processo. La polizia non ne ha le prove ma le indagini sono pazientemente riannodate dopo una lunga serie di avventure tra New York e Portorico. E' la resa dei conti, con strage finale e una vittoria della giustizia pagata a caro prezzo. Nel duello sì distinguono Alex Cord, Joseph Wiseman e soprattutto Patrick O' Neal. il poliziotto. Mediocre la fotogì afia a colori, discreta la ten sione. vice

Luoghi citati: Anversa, Bella, New York