Processo per lo scandolo delle imposte di consumo

Processo per lo scandolo delle imposte di consumo Processo per lo scandolo delle imposte di consumo La Sigic aveva l'appalto per la riscossione a Beinasco, None, Piossasco, Oulx, Sauze e Lombriasco Il processo per il cosiddetto « scandalo delle imposte di consumo » è cominciato ieri in tribunale (pres. Pempinelli, p. m. Toninelli, cane. Simili). All'esame dei giudici è l'attività della Sigic che aveva in appalto le imposte di consumo dei comuni di Beinasco, None, Piossasco, Oulx, Sauze d'Oulx e Lombriasco. Secondo l'accusa la società, di cui era amministratore di fatto Lorenzo Lazzari, 63 anni, via Po 24, nel periodo dal 1959 al 1966, avrebbe « Indotto in errore » gli organi amministrativi dei comuni appaltanti, riuscendo a lucrare, complessivamente, oltre 109 milioni. Il danno sarebbe cosi ripartito: 53 milioni e mezzo per Beinasco, 8 milioni e 300 mila lire per None, 24 milioni e 800 mila lire per Sauze d'Oulx, 1 mi¬ lione e 12 mila lire per Lombriasco, 10 milioni e 640'mila lire per Oulx. Il Lazzari è stato accusato di truffa e con lui sono comparsi, per concorso nello stesso reato, i suoi « agenti » nella gestione delle imposte: Cesare Giordano, 50 anni, di Pancalieri; Cesare Cirio, 55 anni, Beinasco; Angelo Guglielmi, 35 anni, Beinasco; Adriano Giordano, 34 anni, Piossasco; Domenico Marchetti, 64 anni, Trofarello. Sono difesi dagli avv. Avonto, Badellino, Gallo, Piccardi e Toselli. Tutti gli imputati hanno respinto l'accusa, sostenendo che gli anticipi percepiti a titolo di deposito (il terzo presunto della imposta sul materiali edilizi) venivano poi regolarmente conteggiati nella liquidazione definitiva.