Una inchiesta sul prelievo degli organi dai cadaveri

Una inchiesta sul prelievo degli organi dai cadaveri Aperta dalla Magistratura a Roma Una inchiesta sul prelievo degli organi dai cadaveri In caso di morte violenta od improvvisa il magistrato deve essere avvertito perché, se lo ritiene, possa disporre l'autopsia della salma (Nostro servizio particolare) Roma, 22 gennaio. La magistratura ha aperto un'indagine per accertare se possano sussistere eventuali responsabilità penali in caso di trapianti di organi prelevati da un cadavere. Per prendere in esame il problema, la Procura della Repubblica ha preso a pretesto l'episodio avvenuto di recente a Roma dove le cornee degli occhi e i reni di un ragazzo rimasto vittima di un incidente stradale sono state donate a due donne e ad un manovale siciliano. Antimo Viotti (fratello della ex fidanzata del cantante Mal) ed un suo amico mentre stavano percorrendo in motocicletta la Via Cassia giovedì della scorsa settimana finirono contro- un'automobile che procedeva in senso inverso. Antimo Viotti fu ricoverato in ospedale ma dopo ventiquattro ore mori in seguito alle ferite riportate nell'incidente. I suoi genitori decisero che le cornee e i reni del loro sventurato figliolo venissero utilizzati. I professori Cascuni e Cortesini della seconda clinica chirurgica del Policlinico trapiantarono i reni in due donne: Lina Peli di 25 anni e Ines Guglielmi di 18 anni. Le cornee furono invece trapiantate su un manovale siciliano, Giuseppe Impala, di 25 anni, dal prof. Giacomo Modugno della clinica oculistica dell'Università. Il Procuratore della Repubblica a distanza di quattro giorni ha disposto un'indagine preliminare che potrebbe dare origine ad un procedimento penale nei confronti dei medici. Per quale reato? Secondo la legge nei casi di morte improvvisa, di morte violenta e di morte della quale non si riesce ad identificare subito la causa, il magistrato deve essere subito avvertito perché, se lo ritiene, possa disporre l'autopsia. Nell'episodio di cui lo sventurato Antimo Viotti è stato protagonista e vittima i medici dell'ospedale si rivolsero al magistrato soltanto in un secondo momento, cioè dopo che erano stati prelevati gli organi da trapiantare. Questo dettaglio ha indotto il Procuratore della Re¬ pubblica a disporre ima in-' dagine per accertare se nel comportamento dei medici possano essere riscontrati gli estremi di un illecito penale. La notizia della indagine ha sorpreso notevolmente l'ambiente medico della clinica chirurgica diretta dal prof. Paride Stefanini. « Infatti — questa è la spiegazione ed il commento del prof. Casciani che ha eseguito il trapianto dei reni — non avrd mai immaginato un simile risvolto della faccenda. Noi siamo medici e come tali non sempre possiamo tenere conto di esigenze come quelle prospettate nelle accuse che ci vengono contestate. Abbiamo chiesto ai familiari di Antimo Viotti il permesso di prelevare i reni ed il permesso ci è stato concesso. Non potevo sapere che l'autorità giudiziaria, invece, intendeva compiere l'autopsia del cadavere e che di conseguenza il corpo del ragazzo doveva rimanere a disposizione del magistrato per altre ventiquattro ore. Se avessimo dovuto tenere presente questa esigenza a noi non nota, è chiaro che i trapianti non avrebbero potuto essere comunque eseguiti perché gli organi prelevati non sarebbero stati più utilizzàbili ». g. g. 1 Antimo Viotti, il ragazzo che « donò » i reni (Tel.)

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