I nuovi rapporti tra Stato e Chiesa

I nuovi rapporti tra Stato e Chiesa Congresso di diritto canonico I nuovi rapporti tra Stato e Chiesa Secondo il prof. D'Avack, coscienze, non sugli Stati, la Chiesa deve agire sulle per realizzare i propri fini (Nostro servizio particolare) Roma, 17 gennaio. « Libera Chiesa in libero Slato »: questo principio risorgimentale, accolto sostanzialmente dalla Chiesa postconciliare, è stato oggi il motivo ricorrente della relazione con cui il prof. Pietro Agostino D'Avack, rettore dell'Università di Roma, ha impostato il problema dei rapporti fra Chiesa e Stato dinanzi al 350 specialisti di diritto canonico presenti al congresso internazionale di Roma. L'esposizione è risultata fortemente polemica nella valutazione dei nuovi orientamenti della Chiesa, scaturiti dal Concilio: cioè il disimpegno rispetto alle questioni temporali; secondo D'Avack le ragioni di questa trasformazione operata dal Concilio risiedono nella più chiara coscienza che la Chiesa ha della propria missione soprannaturale e nella presenza degli Stati democratici che hanno sostituito l'assolutismo di cui la Chiesa si serviva come « braccio secolare ». Dinanzi alla prospettiva di una débàcle del mondo moderno — ha detto in sintesi D'Avack — la Chiesa doveva scegliere la nuova strada di agire direttamente sulle coscienze, anziché sugli Stati, per realizzare i propri fini. I Concordati sono, di conseguenza, strumenti superati proprio perché ha acquistato rilevanza la tutela della libertà della Chiesa cattolica, come di tutte le altre confessioni, nell'ambito della libertà dello Stato. « Questo concetto, illustrato da D'Avack, coincide con l'augurio del presidente Saragat che il congresso possa « concorrere alla riaffermazione della reciproca autonomia dei due ordini ed alla sempre maggior tutela dei diritti della persona ». Ma nella nuova Impostazione, il relatore ha ravvisato un « punctum dolens »: rinunciando alle garanzie concordatarie, come può lo Stato tutelare la propria autonomia nel confronti della Chiesa che, attraverso metodi diversi dal passato, pretende d'intervenire non solo nella « salute delle anime », ma nella realizzazione del « bene comune », ovviamente ispirato alla dottrina cattolica? Come difendersi, cioè, dall'integrismo in forme rinnovate? « In questa nuova prospettiva — ha concluso D'Avack — i rischi potrebbero essere più gravi che nel passato ». Secondo il prof. Guido Saraceni, dell'Università di Napoli, non si può più parlare di rapporti fra Stato e Chiesa, quanto di rapporti fra Chiesa e comunità politica perché i due ordini sono rinnovati in senso comunitario. Di conseguenza, occorre la garanzia della libertà religiosa, senza tutelare i privilegi ecclesiastici. Il regime concordatario non è stato escluso, invece, dallo spagnolo Alberto De La Hera, docente all'Università di Siviglia, in nome del pluralismo conciliare che implica l'eguaglianza di tutte le confessioni nella libertà, senza respingere, eventualmente, forme concordatarie. 1. f.

Persone citate: Alberto De, D'avack, Guido Saraceni, Hera, Pietro Agostino D'avack, Saragat

Luoghi citati: Napoli, Roma