Una caccia alle streghe nel "Processo per magia,,
Una caccia alle streghe nel "Processo per magia,, Torna sulle scene l'autodifesa di Apuleio — Una caccia alle streghe nel "Processo per magia,, L'opera latina ridotta da Francesco Della Corte e interpretata da Giovampietro Quando nel '61 Renzo Giovampietro presentò per la prima volta Processo per magia di Francesco Della Corte, è probabile che l'autore e l'interprete non si aspettassero nemmeno loro il vivissimo successo che lo spettacolo ottenne. Come prevedere che l'adattamento teatrale di un'arringa della latinità imperiale, sia pure una delle più celebri, potesse avere una vita meno effimera di una stagione? E invece la riduzione scenica dell'apologia che Apuleio di Madaura, filosofo scienziato poeta e scrittore (suo, tra l'altro, è L'asino d'oro), pronunciò nel 158 d. C. nella città libica di Sabrata per difendersi dall'accusa di pratiche magiche, non solo si replicò per due anni ma incoraggiò lo stesso Della Corte a sceneggiare le orazioni di Lisia (Atene anno zero) e indusse altri, tra i quali Mario Prosperi con il Giovampietro (Le Verrine), a seguirne l'esempio. Con la collaborazione dello Stabile e dell'Assessorato ai problemi della gioventù. Processo per magia è tornato ora alla ribalta nell'accogliente teatro Erba in un'edizione, ancora allestita dal Giovampietro sull'impianto scenico di Eugenio Guglielminetti, che non si discosta dalla precedente se non per la distribuzione un po' meno brillante e qualche giudizioso taglio che rende più serrato lo scontro tra Apuleio e il suo accusatore Tannonio e più agile l'alternarsi dei testimoni. E lo spettacolo non è invecchiato, anzi dietro quelle affilate ed eleganti parole appaiono quanto mai attuali i motivi d'una polemica sul costume e, più allarmanti, le speciose argomentazioni di una « caccia alle streghe » di cui questo processo di quasi venti secoli fa è un chiarissimo esempio. E poi riascoltare Renzo Giovampietro in questo genere di oratoria drammatica o drammatizzata è sempre un piacere, sia che pacatamente ragioni o che s'impenni nello sdegno, sia che colga e riproduca in tutte le sue sfumature l'humour di cui è ricco il testo. Tra i suoi compagni, Giancarlo Rovere è un vigoroso Tannonio, Marcello Mandò uno scrupoloso cancelliere, Franca Oggerino e Giovanna Valsania due nitide figurette femminili. Tutti assai applauditi a scena aperta e al termine di una rappresentazione che si replica sino al 25 gennaio. a. bl.
Luoghi citati: Atene
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- A Madrid 100 mila spettatori per la gara decisiva della Coppa dette Nozioni
- Lo scoppio di un deposito di munizioni
- Nascita di Marconi
- BELGRADO Il calcio insanguinato
- La morte di Pagano nel campo di Mathausen
- Baudissard all'ergastolo
- «I'eredità alla colf? No, la prigione»
- Scatenato il Torino
- Tutti insieme, viva Verdi
- "Come ho scoperto il decimo pianeta"
- A Madrid 100 mila spettatori per la gara decisiva della Coppa dette Nozioni
- Lo scoppio di un deposito di munizioni
- Nascita di Marconi
- BELGRADO Il calcio insanguinato
- La morte di Pagano nel campo di Mathausen
- Baudissard all'ergastolo
- «I'eredità alla colf? No, la prigione»
- Scatenato il Torino
- Tutti insieme, viva Verdi
- "Come ho scoperto il decimo pianeta"
- Arrestate la studentessa-rivale e la madre per l'assassinio della giovane cantante Lolita
- Molto cibo tanto sesso
- Marito e moglie i trucidati del Tevere Fermato un amico: gravissimi indizi
- Cercano le nuove dive tra ragazze tredicenni
- Bimbe seviziate e bruciate a Napoli
- «So che esiste l'aldilà Lo ha detto mio figlio»
- La fucilazione dei due rapinatori
- Due auto si scontrano frontalmente Muore una giovane donna, 4 feriti
- «Ecco i cinque killer che uccisero Borsellino»
- � morto Peppino De Filippo se ne va la Napoli più estrosa
In collaborazione con
Accessibilità |
Note legali e privacy |
Cookie policy