"Non si firma la convenzione se non ci riducono le imposte,,

"Non si firma la convenzione se non ci riducono le imposte,, Le rivendicazioni dei medici mutualisti dell'Inani "Non si firma la convenzione se non ci riducono le imposte,, Lamentano di essere costretti a versare all'erario il 25-30 per cento degli introiti Le richieste dei sanitari torinesi in aggiunta alle rivendicazioni nazionali: ora incassano 7050 lire annue per mutuato, possono avere al massimo 1500 clienti Cli altri scioperi: oggi i tram si fermano dalle 17 alle 19 Il sindacato medici mutualisti ha deciso ieri mattina di tentare un passo presso 1'Inam prima di adottare l'assistenza indiretta. La prossima settimana si recherà a Roma una delegazione composta dal dottor Poggiolini, vicepresidente dell'Ordine, dal dott. Voarino, segretario del sindacato e dal dott. Olivetti, vicesegretario. « Chiederemo l'immediata apertura della trattativa su base nazionale per il rinnovo deUa convenzione scaduta il 31 dicembre dopo un anno di proroga e ascolteremo le controproposte dell'Inani alle nostre richieste ». Nel '66 il regime di « indiretta » durò dall'inizio di aprile a fine agosto; disagio enorme, gravi conseguenze economiche per molti, costretti persino a rinunciare alle cure per l'impossibilità di distrarre dal magro bilancio l'onorario richiesto dal medico. Recentemente un analogo sciopero dei pediatri ha provocato lamentele e angosce. Ieri decine di mutuati hanno telefonato in allarme: « Siamo da capo? ». Purtroppo questa volta la situazione si presenta sotto un aspetto ancora più grave. L'altra sera, votando all'unanimità l'ordine del giorno, l'assemblea a cui erano presenti circa 800 medici ha deliberato che « nessuna convenzione sarà firmata con Vlnara se prima non verrà risolto il problema fiscale ». Significa chiamare In causa il ministero delle Finanze con una prospettiva di trattative certamente non breve. Ma i medici mutualisti considerano la questione fiscale preminente: «Paghiamo per la C-l dal 25 al 30 per cento del nostri introiti; un altro 10 per cento è assorbito da "spese di produzione". Troppo. Noi svolgiamo un servizio sociale, chiediamo dt essere tassati di conseguenza ». Le altre rivendicazioni riguardano l'Inam e In maggioranza sono comuni ai mutualisti di tutta Italia: aumento della quota capitarla, ferie pagate, sostituzione a carico dell'Istituto in caso di malattia, garanzia del posto di lavoro. Alcune richieste riguardano soltanto 1 medici torinesi. Eccole. . Primo: adesso la quota capitària è di 7050 lire per ogni assistito incluso nell'elenco del medico che non può averne più di 1500, ma in genere non supera il miglialo. Si chiede che la quota (composta di due voci, 6300 lire più 750 per la compilazione della cartella clinica) oltre all'aumento che sarà deciso in sede nazionale benefici di un'aggiunta In considerazione dell'alto costo della vita in città. Secondo: pagamento delle 750 lire in dodicesimi, anziché una volta l'anno. Terzo: sospensione degli effetti economici conseguenti alla vidimazione annuale delle scelte. Dicono gli interessati: « Per effetto del censimento abbiamo subito un defalco del 17 per cento sui nostri guadagni. Siccome parte dei mutuati non si cura dt far controllare il libretto, non vogliamo correre il rischio di altre perdite ». Quarto: inizio della guardia festiva (il servizio con cui l'Inam sostituisce i mutualisti) alle 14 anziché alle 20 del sabato. * * Gli autoferrotranvieri hanno fatto Ieri un altro « sciopero breve » per 11 rinnovo del contratto di lavoro. Tram, pullman e filobus (Uil"Atni e della Torino-Rivoli sono rientrati nei depositi alle 9 e sono usciti dalle rimesse alle 13,30. La circolazione sulle linee urbane ed extra-urbane si è normalizzata soltanto verso le 13. Lo sciopero del tranvieri ha provocato grave disordine nella circolazione. Il traffico è stato caotico perché molti torinesi che abitualmente usano i mezzi-pubblici ieri si sono recati al lavoro con la propria auto. Parecchi lavoratori e studenti hanno sfidato il freddo su moto e biciclette pur di non rimanere a piedi nell'ora del pranzo. L'Atm ha organizzato un servizio sostitutivo gratuito con pullman privati ed autobus militari. Ma molti percorsi sono rimasti scoperti. Inoltre 1 tori nesl che hanno potuto usare i mezzi di emergenza sono stati costretti a viaggiare pigiati. L'opinione pubblica dimostra una certa insofferenza per questo disservizio. Ogni giorno riceviamo telefonate di lettori che protestano. Oggi tram, pullman c filobus dell'Atm e della Torino-Rivoli si fermeranno nuovamente dalle 17 alle 19. In queste due ore circoleranno autobus privati e militari sulle seguenti linee: 5, 6. 9, 15, 56, 5», G0. Saranno assicurati collegamenti anche con alcuni Comuni della « cintura » sul percorsi: Orbassano-Giavcnp-Cumlana; Venaria-PlanezzaAÌplgnano; Druent; San MauroGassino; Settimo-Chivasso; Trofarello-Poirino; Revigllasco. Le agitazioni proseguiranno nei prossimi giorni con il calendario fissato ieri mattina durante l'assemblea alla Cisl: Martedì 20 gennaio: dalle G alle 8,30. Giovedì 22 gennaio: dalle 7,30 alle 10. Giovedì 29 gennaio: dalle 16,30 alle 19. Martedì 3 febbraio: dalle 17 alle 19,30. Giovedì 5 febbraiodalie 19 alle 21. Sabato 7 febbraio: dalle 11 alle 14. Altre cinque ore di sciopero saranno fatte dagli autoferrotranvieri entro il 28 febbraio in occasione di una manifestazione pubblica che sarà organizzata a Roma. Le segreterie provinciali della Cisl, Cgil e Uil hanno diffusn un comunicato in cui affermano che « tutte le categorie sono solidali con gli autoferrotranvieri in sciopero per il rinnovo del contratto di lavoro ». Nella nota si sottolinea che la vertenza ha «obiettivi di carattere generale, come la richiesta di una nuova politica dei trasporti pubblici per risolvere la crisi del settore ». I sindacati annunciano « un'azione a vasto raggio tendente a sbloccare la situazione ». Imposte dirette — Continua lo sciopero dei dipendenti degli uffici distrettuali che respingono l'accordo dei « finanziari » perché « non risponde alle richieste della categoria ». « Dal '51 ad oggi — affermano i sindacalisti — vi è stato un forte incremento dei tributi diretti ' ed indiretti. In campo nazionale la ricchezza mobile è salita da 130 miliardi a 1630 miliardi (13 volte); la complementare è passata da 19 miliardi a 357 miliardi (19 volte); Vige è salita da 252 miliardi a 2050 miliardi (S volte).- A questi aumenti non ha corrisposto — dicono 1 rappresentanti di categoria — un'adeguata maggiorazione del compensi al personale. Lo dimostra il fatto che nel '51 le spese per la riscossione delle imposte dirette (stipendi, straordinari, missioni eccetera) furono di 10 miliardi pari al 6,25 per cento del gettito. Nel '70 è previsto un onere di 36 miliardi, pari all'1,20 per cento del pettito s. Lo sciopero delle imposte dirette blocca 1 ruoli delle tasse dovute dalle aziende (54 miliardi) e dai privati (16 miliardi). Inoltre gli uffici chiusi non possono ricevere i ricorsi contro gli accertamenti fiscali che devono essere presentati entro 30 giorni dalla notifica. Per rimanere nei termini fissati dalla legge gli interessati devono spedire i ricorsi per raccomandata con ricevuta di ritorno. In questo caso vale la data del timbro postale. SI consiglia di piegare in quattro la carta bollata (400 lire) su cui deve essere fatto il ricorso, pinzarla e scrivere l'indirizzo direttamente sul foglio. La data del timbro postale sarà incisa sulla carta bollata e non vi sarà quindi pericolo di disguidi. Impiegati dell'Università — Il personale non insegnante (900 dipendenti) è in sciopero da ieri. Il lavoro sarà ripreso lunedi. Protesta per la « regolamentazione delle competenze accessorie, l'abolizione del compensi non previsti dalla legge; l'aumento e l'estensione a tutto il personale comunque assunto del "sussidio" che dovrà trasformarsi in "premio in deroga" ».

Persone citate: Inam, Olivetti, Poggiolini, Voarino

Luoghi citati: Chivasso, Italia, Poirino, Quarto, Roma, Trofarello, Venaria