Le case popolari occupate di forza

Le case popolari occupate di forza L'urlo e il furore dei baraccati Le case popolari occupate di forza Nella notte hanno sfondato porte e finestre nel cantiere di via Sansovino - Hanno dormito al freddo - Mancano acqua, luce, gas - Una situazione igienica preoccupante - Lo sgombero è previsto per stamane Sono ancora occupati 7!) alloggi negli edifìci di via Sansovino di proprietà dell'Istituto case popolari. Di questa clamorosa occupazione abbiamo dato notizia nell'ultima edizione di ieri. La riassumiamo. Nella notte, versn le due, una colonna di auto e camion con circa 400 baraccati delle Casermeltc di Venaria giunge al grande cantiere di via Sansovino. Vengono abbattuti reticolati e steccati, la folla salta dagli autoveicoli e corre verso gli edifici numero 11 e 15. Si sfondano le porte dell'ingresso e si forzano quelle degli alloggi. Poi auto e camion fanno la spola tra le Casermette e via Sansovino per traslocare quanto è possibile: si tratta, per lo più, di materassi, coperte, stufette e bombole di gas. Uomini e donne di ogni età, bambini anche di pochi mesi passano una notte al gelo, su materassi stesi in mezzo a una stanza. Polizia e carabinieri controllano la situazione, ma non intervengono per non creare incidenti. Questo è accaduto nella notte. E' venuto giorno: gli occupanti erano pieni di sonno, illividiti, i bimbi piangevano. La situazione si è rivelata subito Insostenibile, ma nessuno se he è andato. Le case non hanno ancora luce, gas, riscaldamento. Nelle stanze fresche d'intonaco l'umidità entra nelle ossa. Mancano parecchi vetri. Ma 11 peggio è che non c'è acqua. Le tubazioni non sono ancora allacciate. Asciutti i rubinetti e 1 bagni. Ci si arrangia andando a prendere fuori qualche fiasco d'acqua, che non basta assolutamente, e ieri sera le condizioni igieniche nelle due case occupate erano inquietanti. Anche Ieri polizia e carabinieri si sono limitati a sorvegliare. Hanno impedito che gli abusivi continuassero a traslocare mobili; hanno lasciato passare soltanto viveri, abiti e coperte, bombole di gas liquido. A sera gli otto piani delle due case si sono accesi di pallide luci; candele e lampade a petrolio. Abbiamo parlato con alcune famiglie. Tutti ci hanno dato le stesse risposte: « Non troviamo da affittare perché ci rispondono che abbiamo troppi figli ». Oppure: « Gli affitti sono alti per il nostro stipendio ». Domanda: «Paghereste pigioni di venti, trentamila Itre al mese? ». Risposta: « Non possiamo, è troppo ». Ecco alcuni casi. I coniugi Grigoli, con quattro figli, hanno occupato un alloggio di cinque vani, la notte scorsa hanno dormito tutti e sei su due materassi accostati, stretti tra di loro per scambiarsi un po' di tepore. Sono di Cammarata (Agrigento) e dello stesso paese sono gran parte degli altri occupanti. Michele e Maria Piombino, entrambi di 42 anni, hanno otto figli. Dice il marito: « Slamo venuti da CoTato di Bari meno di due anni fa, perciò non abbiamo ancora il diritto all'assegnazione degli alloggi popolari. Ma alle Casermette non possiamo vivere ». Una figlia del Piombino, Nicoletta, con il marito Romano Zazza ha occupato un altro alloggio. Ha un figlio di due anni e ne sta per avere un secondo. Francesco ed Elisabetta Lipari, entrambi di 43 anni, sono di Sant'Onofrio in Calabria, hanno cinque figli, di cui due — Rosa di 17 anni e Anna di 21 — sono sposate e hanno occupato altri due alloggi. Il marito di Rosa, Sabino Polito, ci dice: « CI siamo sposati in ottobre e siamo pieni di debiti: le rate della 1100 e del mobilt: Non possiamo pagare affitti di 20-30 mila lire ». Un altro alloggio è occupato da Maria Laurenzano, 43 anni, nubile, venuta da Potenza nove mesi fa con i sette figli e la vecchia madre. Afferma che dei sette figli soltanto Giovanna di 15 anni, lavora e mantiene tutta la famiglia. Di Cammarata sono anche i coniugi Merino, di 38 e 37 anni: lavorano entrambi comeoperai, ma non possono pagare un'alta pigione perché devono provvedere a nove figli. I cinque edifici di via Sansovino, di proprietà dell'Istituto case popolari, comprendono .120 alidi;:;! per 1600 vani e sono costati due miliardi di lire. Costruiti in poco più di un anno, dall'autunno 1968, sono mancanti soltanto delle sistemazioni esterne e degli allacciamenti di luce, acqua, gas, lavori che dovrebbero essere finiti nel mese. In questo frattempo la commissione assegnazione alloggi, che ha sede presso il Genio civile, dovrebbe ultimare l'assegnazione alle famiglie che risultano in graduatoria. Il diritto a questi alloggi — che vengono assegnati soltanto in locazione, non a riscatto (gli affitti variano dalle 20 alle 23 mila lire al mese) — si acquisisce sulla base di un punteggio che tiene conto di vari requisiti: inabitabilità e antigienicità della attuale dimora, stato di coabitazione, numero dei componenti la famiglia ecc. Gran parte di questi alloggi sono già stati assegnati dalla commissione alle famiglie aventi dl- ritto, le quali però non sono ancora Informate. Soltanto quando la graduatoria sarà completa e sarà stata pubblicata, l'Istituto case popolari darà la comunicazione agli aventi diritto. La questione è stata esaminata ieri dalla Giunta alla quale ha riferito l'asscsosre Dezani, presidente dell'Istituto case popolari. Il sindaco ha dichiarato: « Oggi si dovrà provvedere aito sgombero. Sarebbe meglio che gli occupanti lasciassero spontaneamente i nuovi alloggi: altrimenti la denuncia si trasferirà sulle loro persone ». La Giunta ha nominato una commissione (Dezani, Sibille, Geuna, Valente, Carli) per « esaminare il problema e favorire le soluzi07ii pratiche e concrete ». Prendere cioè contatti con la prefettura e con il comune di Venaria, anche per l'inoltro di una richiesta di fondi al ministero dell'Interno, da impiegare « a favore degli inquilini veramente bisognosi e meritevoli, non per tutti l baraccati e gli abusivi ». Agli occupanti delle case di via Sansovino si suggerisce di rientrare ad Altessano, anche per consentire il controllo e là valutazione della loro situazione reale. In base ai risultati si vedrà chi può aver diritto all'assegnazione dei nuovi alloggi dell'Istituto Case Popolari e chi a quella di eventuali alloggi vecchi che si facessero liberi. Verrà inline chiesto all'Ises di completare la casa costruita alle Vallette, ma ancora priva degli accessori e non abitabile. Prima della riunione di Giunta i consiglieri Novelli (pei) e Castagno (psiup) si erano recati dal sindaco per domandare che entro oggi il Comune reperisca ed affitti 80 alloggi, da cedere alle famiglie baraccate di Venaria in attesa di provvedimenti. Pare che oltre all'assegnazione dei 6 mi. liardi del piano Gescal di emergenza, Venaria abbia diritto ad altri 3 per i baraccati.

Luoghi citati: Agrigento, Altessano, Bari, Calabria, Potenza, Sant'onofrio, Venaria