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Il protesto delle cambiali sospeso fino al 15 gennaio Per smaltire l'arretrato di dicembre Il protesto delle cambiali sospeso fino al 15 gennaio Un accordo tra le banche imposto dagli scioperi dei loro dipendenti e nelle poste (Nostro servizio particolare) Roma, 12 gennaio. ■In base ad un accordò tra le banche italiane, sulla cui esistenza riferisce oggi l'agenzia « Italia ». sarebbe stato deciso di non mandare in protesto, fino al 15 gennaio, le cambiali in scadenza. All'accordo si arrivò, su iniziativa dell'Associazione bancaria, quando — sul finire di novembre — diventò impossibile recapitare in tempo, ai debitori, l'avviso di scadenza e, allo sportello competente, la cambiale da incassare. Gli scioperi articolati dei dipendenti bancari, da un lato, e le contemporanee agitazioni dei postini, dall'altro, avevano infatti provocato un tale caos da rendere impossibile il rispetto delle procedure normali, a cominciare dalla norma che stabilisce che il protesto debba essere notificato al debitore entro le 48 ore successive alla scadenza della cambiale Attenendosi ad una circolare riservata dell'Assobancaria, le aziende di credito rinunciavano alla elevazione del protesto e cercarono in vece d'incassare la somma dovuta anche «fuori termini». Col nuovo anno, le banche hanno ripreso ad osservare le norme consuete per le cambiali ricevute dalla clientela dopo il primo gennaio Invece, per l'imponente arretrato di dicembre si è deciso di soprassedere al protesto sino alla metà del mese, contando di riuscire a smaltirlo entro il 15 gennaio. Molti creditori, insoddisfatti del ritardato pagamento. hanno protestato con le banche per il mancato protesto. Ma le banche hanno potuto agevolmente replicare, invocando una clausola inserita in tutti i moduli a stampa, usati per la presentazione de gli effetti, che « scarica » la banca da ogni responsabilità a per mancata elevazione del protesto in caso di situazioni di forza maggiore non imputabili alla diligenza del sistema bancario ». ar. ba.