Esperimento positivo la caccia controllata di Piero Cerati

Esperimento positivo la caccia controllata Il bilancio della stagione venatoria Esperimento positivo la caccia controllata In campo nazionale si sono levati giudizi contrastanti, ma in Piemonte si è favorevoli alle limite di tempo e di cattura « zone » con Il bilancio della stagione venatoria sarebbe stato giudicato poco positivo dalle Associazioni cacciatori. La notizia è stata comunicata tramite un'agenzia di stampa. Viene addirittura sottolineato nell'occasione come il risultato sia stato conforme alle previsioni pessimistiche che molti esperti avevano formulato all'epoca dell'aportura. La selvaggina, frutto di costosi ripopolamenti effettuati dai comitati provinciali e da talune associazioni venatorie nel terreno libero, è stata dis Slitta in pochi gior ni. Gli unici risultati positivi si sarebbero avuti nei « corridoi », cioè nelle fasce com prese tra il territorio libero e le « riserve ». Lepri, starne e fagiani sono stati attesi con pazienza dai cacciatori e, appena sconfinavano, erano abbattuti da decine di doppiette. Anche qui però si sono lamentati inconvenienti piuttosto gravi. L'eccessivo affollamento ha avuto il risultato di provocare decine di incidenti: uomini, cani impallinati, trasgressioni alla legge, risse per il possesso dei capi abbattuti, minacce e così via. La scarsità della selvaggina stanziale ha moltiplicato le « riserve » e i viaggi turistici all'estero, specie in Jugoslavia. Da dieci anni a questa parte il numero di cacciatori che si reca oltre confine è | raddoppiato, ma c'è chi dice che le cifre non corrispondano alla realtà e che gli « inclusive tours » rispecchino soltanto in parte la « fuga » degli appassionati dal territorio nazionale. Le « riserve », dal canto loro, non consentono a chi non ha elevate disponibilità economiche da dedicare allo sport preferito di cacciare nelle zone dove ancora si trova qualche capo stanziale. Per ovviare a questi inconvenienti, da due anni a questa parte sono sorte nelle singole province le zone di « caccia controllata ». Pagando una modesta cifra oltre al permesso nazionale si può cacciare un numero limitato di prede in giorni stabiliti della settimana. L'intenso ripopolamento di fagiani e lepri garantisce discreti carnieri. Ebbene, sempre secondo quanto le Associazioni caccia avrebbero fatto sapere, anche questo esperimento dovrebbe considerarsi deludente. Un fallimento insomma. Le proteste riguardano soprattutto l'eccessivo numero di cacciatori nelle zone limitate. Migliaia di doppiette che si assiepano negli stessi giorni non consentono di rispettare i principi cui la caccia sportiva deve attenersi. Ne consegue un massacro indiscriminato. Ma su questo punto i cacciatori piemontesi non sono d'accordo. Le zone « controllate » sono sorte in base alla nuova legge uscita nel giugno del 1969. E' stato il Comitato provinciale di Asti il primo a dare il via all'esperimento. Nelle cinque « zone » per 10.000 lire (con permesso limitato ad un solo lotto di terreno) si è potuto sparare a 1300 lepri e oltre mille starne: naturalmente la cattura era limitata ed ogni cacciatore ha ottenuto in media dai cinque ai sette capi. « Un bilancio lusinghiero — ha detto il presidente del Comitato caccia dottor Francesco Quaglia — che ci ha confortati a ripetere e sviluppare l'esperimento quest'anno ». Anche a Novara la Federazione provinciale della caccia si è pronunciata favorevolmente sull'istituzione delle « zone controllate ». Gli effetti benefici sono già una realtà e saranno ancora maggiori col prossimo anno. Il Novarese è stato diviso in sei zone e la caccia permessa al martedì, giovedì, sabato e domenica; le catture limitate a due capi di selvaggina, di cui una lepre. Con la tassa volontaria di cinquemila lire sono stati introitati sessanta milioni che permetteranno il ripopolamento con 1200 lepri e 4500 fagiani. L'afflusso dei cacciatori forestieri (nel 1968 erano il doppio di quelli locali) è diminuito: si calcola infatti che il numero delle doppiette venute da fuori provincia sia stato pari a quello dei cacciatori novaresi. Dati soddisfacenti anche a Vercelli. I carnieri non sono stati abbondanti malgrado 1 « lanci » effettuati nel gennaio 1969 (a conferma che si è posto un limite al massacro ingiustificato e dannoso di selvaggina) e le richieste dei tesserini sono diminuite (15 mila contro i 20 mila dell'anno precedente) ' soprattutto per quanto riguarda i forestieri. Il Cuneese fa testo a sé. In pianura, ha detto il dottor Vigna, presidente provinciale dei cacciatori, la caccia controllata si è rivelata un esperimento abbastanza positivo. I carnieri sono stati buoni. In montagna invece 11 discorso cambia. Il provvedimento ha aperto le porte ad una invasione di doppiette con conseguenze disastrose per la fauna alpina. Le nevicate primaverili hanno poi danneggiato le nidiate di coturnici, di galli di montagna e ucciso molti piccoli camosci. In questo senso (ma con precisi limiti) il bilancio quindi è negativo. Da più parti nel Cuneese si auspica il ritorno alle riserve « Alpi », unico mezzo per salvaguardare la fauna già impoverita e in via di estinzione. Ad Alessandria, il dottor Cesare Pittaluga, presidente del Comitato caccia, si è detto pienamente soddisfatto delle « zone controllate » istituite dopo aver sentito il parere di tutti gli appassionati. « Si sono raggiunti pienamente gli scopi che ci prefiggevamo — ha detto — e cioè la difesa della selvaggina dalla distruzione totale e la possibilità di attuare un proficuo ripopolamento. Abbiamo a disposizione cento milioni; ne usufruiremo per lanciare 4000 lepri ed inoltre starne e fagiani ». Si ha quindi motivo di credere che il. 1970 sarà per la caccia un anno decisivo. Le « zone controllate » dovrebbero ottenere un successo per sanzionare la riuscita dell'esperimento, accontentando i cacciatori e chi giustamente si preoccupa d'evitare una uccisione indiscriminata della selvaggina, e si vedranno altresì alla prova gli impegni (nominali) presi per evitare che uno sport antico quanto l'uomo si tramuti in una assurda carneficina. Piero Cerati

Persone citate: Cesare Pittaluga, Francesco Quaglia, Lepri, Vigna

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Jugoslavia, Novara, Piemonte, Vercelli