Fischi e insulti a Heriberto per lo 0 a 0 contro il Verona

Fischi e insulti a Heriberto per lo 0 a 0 contro il Verona Fischi e insulti a Heriberto per lo 0 a 0 contro il Verona Il trainer accusato dal fallito l'attacco ■ Corso pubblico di errori tattici - Ancora una volta ha espulso per proteste - Un montante di Mazzola dal corrispondente Milano, lunedi mattina. Heriberto Herrera, per la prima volta da quando ha assunto la guida dell'Inter, ha lasciato ieri lo stadio di San Siro sotto ima selva assordante di fischi e d'insulti. A far perdere la pazienza ai tifosi milanesi non è stato soltanto lo zero a zero strappato dall'Inter al Verona grazie a una prodezza di Lido Vieri, che ha parato miracolosamente un rigore di Bui, ma anche e soprattutto la decisione del trainer paraguaiano di sostituire il centravanti Boninsegna col terzino Bellugi, al 16' della ripresa. L'Inter, dopo aver colto un montante con Mazzola e sfiorato U gol un paio di volte con tiri dello stesso Mazzola e di Boninsegna, al 10' della ripresa è riuscita a salvarsi da un contropiede di Maddè, con un intervento in extremis di Burgnich, sulla linea di porta. Probabilmente, è stato questo pericoloso contropiede scaligero a spaventare Heriberto e a indurlo a sostituire Boninsegna con Bellugi. Il trainer paraguaiano, tuttavia, negli spogliatoi ha negato di avere chiamato in campo il terzino, che indossava la maglia numero 13, per motivi prudenziali. Al contrario, egli ha affermato di avere sostituito Boninsegna col proposito di costringere il Verona a uscire dalla propria metà campo Evidentemente, neppur quésta spiegazione può essere accettata, senza un paradossale sovvertimento di tutti i principi tecnici su cui poggia qualsiasi sport non individuale. Per vincere bisogna attaccare e per attaccare ci vogliono uomini che siano abituati a scattare in area, che abbiano peso, potenza atletica e capacità di tiro a rete, sia di testa che di piede. Non si può sperare di vincere sempre, per sistema, con gli inserimenti isolati dei difensori o dei centrocampisti all'attacco. Se, dunque, Heriberto ha sostituito Boninsegna con l'effettiva ronvirizione di favorire l'azione offensiva della sua squadra, ha commesso un clamoroso errore di prospettiva. Se ha invece sostituito il centravanti perché davvero spaventato dai contropiedi scaligeri, ha sbagliato due volte, dal momento che la presenza in campo di Bellugi ha ridotto il già misero potenziale offensivo dell'Inter e non ha salvato la squadra nerazzurra da una clamorosa capitolazione, su uno dei molti contropiedi di Clerici. Il Verona, infatti, aveva praticamente già vinto la partita, nel momento stesso in cui l'arbitro Michelotti ha punito un intervento da tergo di Suarez ai darmi di Clerici, con un ineccepibile calcio dì rigore. Era il 43' della ripresa e Bui ha lasciato partire dagli undici metri un tiro basso e angolato, che forse nessun altro portiere avrebbe parato. L'ex granata, invece, si è allungato tutto sulla destra, ha fermato il pallone con uno schiaffo poderoso e poi l'ha recuperato con un tuffo felino. Con questa prodezza Lido Vieri ha evitato all'Inter una clamorosa sconfitta, ma non ha salvato la reputazione di Heriberto. La squadra milanese, nelle ultime quattro domeniche, ha segnato soltanto un gol, contro il Bari, e su rigore. Evidentemente, è proprio la mancanza di valide punte che le impedisce di raccogliere i frutti della gran mole di lavoro che svolgono a centrocampo Bedin, Berli¬ ni, Corso e lo stesso Suarez. Bisogna aggiungere, però, che il gioco lento e involuto dei centrocampisti nerazzurri non favorisce per nulla l'azione di quelle poche punte su cui l'Inter può oggi contare: Boninsegna, Jair e Mazzola, i quali, durante la gara con il Verona, non hanno mai ricevuto un lancio in profondità né un'apertura smarcante. Durante l'intero secondo tempo, in pratica, la formazione di Heriberto ha avuto ieri una sola vera occasione per spezzare l'organizzatissi- ma difesa veronese. Al 41', Suarez ha servito per l'ennesima volta Bedin, tutto spostato sulla sinistra, e il mediano, entrato in area, ha tirato maldestramente addosso al portiere. Dopo una serie di rimpalli, la sfera è finita a Facchetti che, mentre si accingeva a tirare a rete, è scivolato ed è caduto sul pallone. L'arbitro ha fischiato la punizione contro l'Inter ritenendo che il terzino nerazzurro avesse toccato la palla con una mano. Facchetti ha poi negato la circostanza, ma, anche se avesse toccato la sfera con una mano, non l'avrebbe fatto certo apposta. L'intervento arbitrale era quindi palesemente sbagliato e ha avuto tanto più ragione l'Inter a lamentato, in quanto esso ha determinato due conseguenze importantissime: innanzi tutto, ha provocato le proteste eccessive di Corso, che è stato espulso senza complimenti e mercoledì verrà sicuramente squalificato dal giudice sportivo; in secondo luogo ha favorito la successiva azione in contropiede di Clerici che ha provocato l'intervento falloso di Suarez e il conseguente rigore calciato da Bui e parato da Vieri. David Messina Inter: Vieri; Burgnich, Facchetti; Bedin, Landini, Suarez; Jair, Mazzola, Boninsegna (Bellugi dal 61'), Bertini, Corso. 12° Girardi. Verona: Pizzaballa; Ripari, Sirena; Mascalaito, Batistoni, Mascetti; D'Amato, Maddè, Bui, Orazi, Clerici. 12° De Min; 13° Toro. Arbitro: Michelotti Milano. Heriberto Herrera

Luoghi citati: Milano, Verona