"Life,, documenta l' eccidio di Son My

"Life,, documenta l' eccidio di Son My Gli americani e la guerra in Vietnam "Life,, documenta l' eccidio di Son My Il settimanale, diffuso in tutto il mondo, pubblica nel prossimo numero le foto scattate nel villaggio vietnamita dove furono uccisi cento civili - Il comandante del plotone che compi il massacro è in carcere dal 5 settembre - L'inchiesta continua nostro servizio NEW YORK, lunedì matt. Il settimanale « Life » pubblicherà, nel suo prossimo numero (5 dicembre), le immagini scattate dal fotografo militare Donald Haeberle il 16 marzo 1968 nel villaggio sudvietnamita di My Lai. Queste fotografie sarebbero la prova più schiacciante del massacro di un centinaio di civili, fra cui donne e bambini, compiuto quel giorno da un plotone di soldati americani al termine di un'operazione di rastrellamento. Con l'annuncio dato dal popolarissimo settimanale, questo « caso » che da giorni tormenta la coscienza dell'America non avrà più veli e sarà offerta al mondo intero (« Life » è diffuso in tutto il globo) una documentazione di esso franca e cruda, come è nel costume degli americani anche e soprattutto quando parlano dei propri mali. Le autorità ammettono tacitamente che il massacro c'è stato, quel giorno in quel villaggio. Il sottotenente William L. Calley, comandante del plotone entrato per primo nell'abitato di Son My, facente parte del villaggio di My Lai (nella provincia di Quang Ngai, a sud di Da Nang), è in carcere dal 5 settembre scorso, accusato di omicidio premeditato di circa cento persone. Calley, 26 anni, è insignito della Croce di bronzo e della Medaglia del Cuore Rosso. Il suo superiore diretto, capitano Ernesto Medina non è per ora incriminato. Il suo subalterno sergente David Mitchell, 29 anni, è sotto inchiesta. Se questa si concluderà, come sembra certo, con l'accertamento ufficiale che fu compiuto quell'eccidio di civili, altri 24 uomini, cioè i militari del plotone di Calley, saranno anch'essi incriniinati. Il comandante della compagnia, colonnello Frank Barker jr., la cui testimonianza sarebbe stata essenziale, è morto in combattimento poco tempo dopo i fatti di Son My. L'eccidio fu denunciato da vari testimoni, americani e sudvietnamiti, e prima di tutto e con maggior ricchezza di dettagli da un soldato statunitense, Lee Ridenhour, appartenente a un altro reparto, che in quei giorni era aggregato al comando dell'undicesima brigata, quella cui apparteneva il plotone del tenente Calley. Fu lui che diede l'avvio alla reazione pub blica, inviando una serie di lettere a parlamentari, alti ufficiali del Pentagono, allo stesso presidente degli Stati Uniti. Altre testimonianze sono quelle del sergente Bernardi di Michael Terry e del fotografo Haeberle. Secondo questi testi, mentre due compagnie circondavano il villaggio di My Lay, una terza penetrò nell'abitato, distruggendo tutto. Il plotone di Calley, appartenente alla terza, distrusse la frazione di Son My. I militari di questo reparto avrebbero raggruppato tutti gli abitanti, senza escludere donne, bambini e vecchi, e li avrebbero falciati con le mitragliatrici e i mitra. Essi avrebbero agito così in stato dì collera, per reazione alla morte di un sergente molto popolare fra loro. Il governo di Saigon afferma che questo massacro non è avvenuto. (Associated Press - Reuter)

Luoghi citati: America, New York, Saigon, Stati Uniti, Vietnam