Cedono Alpine e Lancia via libera alla Porche

Cedono Alpine e Lancia via libera alla Porche Il massacrante rallye di Corsica Cedono Alpine e Lancia via libera alla Porche larrousse e Gelin vincitori con la "911 R„ dal nostro inviato Ajaccio, lunedi mattina. Gerard Larrousse e Maurice Gelin, sulla Porsche'911R, hanno vinto ieri ad Ajaccio il Tour de Corse, superando gli squadroni dell'Alpine-Renault e della Lancia, le cui Fulvia 1600 sono state ritardate da una quasi inspiegabile serie di noie ai freni. L'Alpine-Renault ha comunque ottenuto un'affermazione di massa con Orsini-Canonici (secondi), Nicolas-Boure (quarti) e Thérier-Callewaert (quinti), mentre 1HF squadra corse può trovare un conforto alle mille disavventure di questa gara nella brillante prova di Amilcare Ballestrieri e Daniele Audetto, decimi con una Fulvia 1300. Eccellente anche la corsa di Piot e Todt, terzi su una Ford « Capri » sperimentale (motore di 2700 cmc e 190 cavalli, peso mille chili malgrado portiere e cofano in plastica). Da rilevare che il «navigatore » Todt ha fatto' tutta la gara con il sedile rotto e senza poter usufruire della apparecchiatura radio che collegava il suo casco a quello di Piot per isolarli dal rumore dell'abitacolo: cosi, Todt è stato costretto a « leggere» le note del percorso con gesti delle mani. Il Tour de Corse (1073 chilometri di percorso, il via sabato alle 18, l'arrivo ieri alle 15 dopo ventidue ore, trentun tappe e dieci prove di velocità) ha avuto un andamento ben definito: attacco in massa delle Alpine-Renault (salvo quella di Vinatier, uscita di strada due volte) nella prima parte, fino a Corte, pòi dominio di Larrousse. A Corte, una cittadina nel mezzo della Corsica, erano in testa Andruet-Ecot sulla Alpine 1600 con motore derivato da quello della berlina R16 TS, seguiti da Larrousse, Orsini, Piot, Nicolas, Manzagol (un guidatore corso, anch'egli su Alpine 1600) e Thérier. Poi,, Andruet usciva di strada fracassando il ponte anteriore e Larrousse aveva via libera. La sua Porsche (un coupé bianco, con carrozzeria in plastica, motore sei cilindri di due litri, 220 cavalli, 860 chili) ha spezza; to la resistenza delle più leggere ma meno potenti Alpine. Alla fine, il conto era: cinque prove di velocità a Andruet, quattro a Larrousse ed una a Orsini. Larrousse non è un nome nuovo nel mondo delle corse. Nato a Lione, vive a Parigi, ha 29 anni, è sposato. Quest'anno è giunto secondo al Rally di Montecarlo e alla « 24 ore » di Le Mans (era in coppia con Herrmann, il grande battuto nel duello finale con la Ford di Jackie Ickx) e si è affermato nel giro automobilistico di Francia. « Questo — ha detto Larrousse — era il mio terzo Tour de Corse. Gara dura, ho lasciato sfogare gli uomini delle Alpine, poi sono passato all'attacco. Ma io avevo un'arma in più: il mio coéquipier Gelin. Lui l'anno scorso ha vinto il Rally con Andruet, questa volta ha portato fortuna a me ». Fortuna, invece, quelli della Lancia non ne hanno proprio avuta. Le vetture schierate al Tour erano sei: due spider 1600, affidati a Munari-Davenport e Makinen-Easter, un coupé 1600 in versione alleggerita con Kallstrom-Haggbom, un coupé 1600 normale con BarbasioMannucci e due 1300 con Ballestrieri-Audetto e 1 coniugi René e Claudine Trautmann. Munari, Makinen e Kallstrom avevano le vetture per puntare all'assoluto. Ma, purtroppo, queste non hanno risposto alle speranze. Ha spiegato il direttore sportivo Cesare Fiorio: «Le tre 1600 hanno accusato il medesimo inconveniente. 1 freni anteriori non rispondevano ed i piloti, insistendo sul pedale, finivano per bloccare le ruote posteriori, con conseguenti sbandamenti. Abbiamo fatto di tutto alle assistenze per rimediare. Niente. Due possono essere le spiegazioni, visto che fino al giorno prima le macchine andavano benissimo: una partita difettosa di pastiglie oppure l'ossidazione dei cilindretti delle pinze dei freni, provocata dalla sosta nel parco chiuso prima del vìa ». Il parco chiuso era sistemato in riva al mare e le tre Fulvia erano state parcheggiate in un punto particolarmente esposto al vento e all'umidità. Munari e colleghi si sono accorti quasi subito del gra- ptcediRvcdsgztve inconveniente Partite con i freni difettosi in una corsa che comprende mille chilo- metri di curve e di saWseen- di è impresa senza speranze. Sandro si è impegnato lostesso, cercando 11 miracolo. Ha corso un grosso rischio: nella prima prova speciale ha compiuto un testa-coda a più di cento chilometri orari. E' rimasto in strada, un po' per fortuna, un po' per sua abilità, ottenendo anche il quarto tempo. Poi, nella terza prova, ha forato un pneumatico, perdendo 11 minuti per cambiarlo (non si riusciva ad estrarre la ruota di scorta dal bagagliaio). Kallstrom, il quale pensa al prossimo Rally d'Inghilterra, in cui diventerà quasi sicuramente campione europeo dei piloti di rallies, e Makinen (già assunto dalla Ford per la stagione 1970) hanno invece alzato il piede dall'acceleratore. Cosi Ballestrieri, vera «ri- velazione » di questa competizione, si è permesso con una 1300 di battere i suoi più famosi colleghi in molte prove di velocità. Barbasio si è ritirato per un guasto al perno dell'acceleratore dopo poche ore di gara, mentre il francese Trautmann ha accumulato un grave ritardo per un quasi analogo guaio (rottura del filo dell'acceleratore). « Nora abbiamo mai avuto tanti problemi in un rally » ha commentato con amarezza Fiorio. Quasi tutti comunque, privati o professionisti, hanno avuto problemi al Tour- de Corse. Un solo dato: su 71 equipaggi partiti, soltanto ventidue hanno concluso la loro fatica ad Ajaccio. Fra le vetture ritirate le Alfa Romeo due litri di Enrico Pinto (il comasco ha forato una gomma in prova di velocità a 1500 metri dall'arrivo, ha preferito continuare, ma si è spezzato il mozzo della ruota) e di Barailler (frizione), le Fiat 125 S di Fausto Carello-Oberti (si è rotto il cerchione d'una ruota) e di Rattazzi-Montezemolo. Una fuga di benzina ha quasi stordito i due giovani, che hanno finito per sbagliare strada poco prima di Corte; un vero peccato, perché si stavano comportando assai bene. Michele Fenu Ecco la classifica. I tempi sono dati dalla somma delle prove di velocità e delle penalizzazioni. 1. Larrousse-Gelin (Porsche 911 R) 2 ore 54'32"4; 2. Orsini-Canonici (Alpine - Renault 1440) 2 ore 55'48"4; 3. PiotTodt (Ford Capri 2700) 2 ore 57*17"3; 4. Nicolas-Roùre (Alpine-Renault 1440); 5. Thérier-Callewaert (id.); 6. Man zagol-Oliva (Alpine - Renault 1600); 7. Aaltonen-Ambrose (BMW 2200 TI); 8. Serpaggi-Mariani (Alpine-Renault 1440); 9. Kallstrom-Haggbom (Fulvia 1600 coupé); 10. BallestrieriAudetto (Fulvia 1300); 11. Makinen-Easter (Fulvia 1600 spider); 13. Munari-Davenport (id.); 18. TrautmannTrautmann (Fulvia 1300).

Luoghi citati: Ajaccio, Alpine, Corsica, Francia, Inghilterra, Lione, Montecarlo, Parigi