Calciatori "fatti in casa"

Calciatori "fatti in casa" Tecnici al lavoro, guardando al domani Calciatori "fatti in casa" Il positivo bilancio del settore giovanile - I successi della « Primavera » Xa cessione di Lido Vieri ha tolto al Torino un invidiabile primato, quello di essere l'unica squadra di serie A ad avere un'estrema difesa « fatta in casa ». Il portiere, ora dell'Inter, i terzini Fossati e Poletti, il libero Cereser (nonché la riserva Depetrini, che quest'anno ha disputato una serie di ottime gare in serie A) sono infatti prodotti del vivaio granata. Ora Vieri è partito, ma quanto prima dal gruppo di giovani che Ussello cura quotidianamente, con passione in via Filadelfia uscirà un « numero uno » di classe in grado di arrivare fra i titolari. Ad ogni modo, la rappresentanza degli elementi formatisi nelle compagini minori del club è sempre notevole nella rosa della prima squadra: a Fossati, Poletti e Depetrini vanno infatti aggiunti capitan Ferrini, Agroppi, Facchinello, Pulici e Quadri. Agroppi è costato al Torino 800 mila lire, Depetrini 400 mila. Sono cifre che a prima vista possono far pensare che tutto sia facile. Uno sguardo in provincia, un invito ai migliori a venire a « provare », un po' di maturazione ed ecco pronto un nuovo campione. Niente di tutto questo. La scelta in tutta Italia è lunga e difficile, i giocatori costano poco se sono veramente degli sconosciuti, ma i prezzi sono già alti se l'atleta si è fatto una piccola popolarità, anche a livello locale. Eppoi un « settore giovanile » richiede un gruppo di uomini esperti e preparati; nel caso del Torino la sezione è guidata dal dirigente avvocato Cozzolino coadiuvato dal segretario Zambruni, ha in Giacinto Ellena e Mario Sperone i due osservatori di maggiori capacità ed esperienza (nonché una rete di informatori che copre tutta l'Italia, isole comprese), può contare su uno staff di tecnici capeggiato da « Bida » Ussello e comprendente Sentimenti III, Marchetto, Cappellino e Naretto, ha a disposizione i massaggiatori Pozzuto èd Ulla e naturalmente dispone di una assistenza sanitaria alla pari con quella della prima squadra. «Solo con un presidente come Pianelli — spiega l'avv. Cozzolino, il quale ha già provato a stare vicino ai titolari, ma preferisce le soddisfazioni ohe procura il lavoro nel "vivaio" — siamo riusciti a dare respiro ai programmi giovanili». La sola gestione annuale del settore giovanile del Torino (esclusi gli acquisti, che per altro hanno una loro parziale contropartita con le ces sioni) costa al club sui 50 milioni. Prima di venire assunto, ogni elemento è seguito in molte partite; abbiamo potuto prendere visione di uno dei dossiers degli «osservatori ». Ogni partita del giovane in esame è analizzata con cura: si indicano le condizioni del terreno per poter vagliare il rendimento dei calciatore in condizioni ambientali diverse, si precisano lo stile di corsa, la maggiore facilità nel colpire con il destro o con il sinistro, l'abilità nel gioco di testa, la resistenza nei contrasti, e tutti ili altri dati che servono a caratterizzare un calciatore. L'atleta giovane chiamato a Torino da altre zone d'Italia vive in un pensionato, può proseguire gli studi mentre si perfeziona nello sport. « Ogni atleta del pensionato — precisa l'avvocato Cozzolino — ci costa un milione all'anno. Sono sacrifici, ma credo che fra qualche anno si parlerà del Torino dei giovani più di quanto già non si faccia tuttora. E' interessante notare che l'orizzonte si è allargato, non sono più il Veneto, la Toscana e l'Emilia i soliti serbatoi di calciatori in erba. Abbiamo osservatori in Calabria, in Campania ed in Sardegna ». Il settore giovanile del Torino ha in forza 110 calciatori, più i bambini del Nagc, nati dal '57 in poi. La leva del '56 gioca nei « giovanissimi », gli « esordienti » sono del '55, la « seconda squadra allievi » comprende elementi del '54, gli « allievi regionali » sono del '53, i « juniores » sono del '52 méntre la squadra «primavera» (battuta dopo tre anni perché debellata dall'influenza) è composta da calciatori delle classi 1951 e '52. Ussello è il secondo papà di questi ragazzi, anch'egli ha provato a guidare squadre in serie A ma non lascerebbe più l'attività nel vivaio. «La mia strada è questa — afferma —, mi offre grandi gioie. Naturalmente il merito del successo è dovuto alla società che ci lascia lavorare senza restrizioni, ai dirigenti del settore, ai miei collaboratori. Quando uno dei nostri, uno di quelli "fatti in casa", arriva in prima squadra, per noi è una vera festa». Bruno Perucca

Luoghi citati: Calabria, Campania, Emilia, Italia, Sardegna, Torino, Toscana, Veneto