Oggi si vota alla Camera sul bilancio per il 1970 di Arturo Barone

Oggi si vota alla Camera sul bilancio per il 1970 Dopo gli ultimi interventi delle opposizioni Oggi si vota alla Camera sul bilancio per il 1970 Lettera del governatore della Banca d'Italia in risposta agli attacchi dell'onorevole Libertini (psiup) - Il discorso di Cottone (pli) - Attese le repliche di Bosco, Colombo e Caron (Nostro servizio particolare) Roma, 18 dicembre. Con l'esame dello stato di previsione del ministero dell'Interno, si è conclusa stamane la discussione sul bilancio per il 1970. Domattina replicheranno i ministri Bosco (Finanze), Colombo (Tesoro) e Caron (Bilancio e Programmazione); seguiranno le operazioni di voto. Per la prima volta dopo parecchi anni il bilancio preventivo sarà approvato entro il 31 dicembre, senza ricorso all'esercizio provvisorio. Gl'interventi stilla politica economica hanno potuto così esaurirsi nel giro di poche ore; hanno parlato solo gli oppositori di destra e di sinistra, avendo i deputati della maggioranza preferito tacere per sveltire il dibattito. Fra i vari discorsi hanno fatto spicco quelli del socialproletario Libertini e del liberale Cottone. Pochi giorni or sono Libertini aveva attaccato- il governatore della Banca d'Italia, Carli, definendolo « un personaggio che sta sopra il Parlamento e la Costituzione, un personaggio che in Italia dirige davvero la politica economica, una specie di monarca per diritto divino, inamovibile ». Oggi, Libertini ha riferito che Carli gli ha inviato una lettera, « estremamente rispettosa delle prerogative di un parlamentare e perciò costruttiva »; Carli ha chiesto a Libertini come mai, avendo un siffatto concetto del governatore della Banca d'Italia, non usi delle sue prerogative di parlamentare e non ne chieda la destituzione; nella lettera si ricorda che il governatore è nominato con atto amministrativo complesso, alla cui formazione concorrono varie autorità: se viene a mancare il consenso di una sola di esse, il titolare deve essere rimosso. H deputato socialproletario ha precisato di non aver mai voluto accusare Carli di abuso di potere o di essere divenuto, e rimasto, governatore senza tutti i crismi della regolarità legale e costituzionale. La questione è politica, invece: chi può affermare, infatti, che il Parlamento eserciti davvero il controllo sulla politica economica che la Costituzione gli affida? E chi può sostenere — ha detto ancora Libertini — che la svolta economica compiuta nel 1963 sia derivata da un dibattito politico nel Parlamento e non da decisioni autonome del Tesoro e della Banca d'Italia? Libertini ha quindi posto una serie di quesiti a proposito degli investimenti della Fiat nel Mezzogiorno. L'intervento di Cottone (pli) è stato tutto imperniato sulla « gravità » della situazione finanziaria del settore pubblico. Si pensi ad esempio — ha detto — ai deficit sempre più pesanti dei bilanci degli enti locali; e si pensi che, in media, l'80 per cento delle entrate dei Comuni e delie Province è destinato a spese per il personale (e che tale percentuale sia un dato statistico medio vuol dire che vi sono Comuni le cui entrate non bastano per pagare i dipendenti). Né le cose vanno meglio per quanto concerne la situazione generale delle finanze pubbliche. Il deficit del bilancio statale è pauroso; e nel complesso si arriva a oltre 5500 miliardi. Come colmarlo? Con l'aumento della pressione fiscale c con il ricorso al mercato finanziario? Ma questo non potrà fornire nuovo rispar¬ mio per più di 7-8 mila miliardi: e se lo Stato ne assorbe più di 5000 per colmare il buco della finanza pubblica, ne resteranno solo 2000 per tutte le imprese, private e pubbliche. Arturo Barone

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