Colombo: rilancio in Borsa contro la fuga di capitali

Colombo: rilancio in Borsa contro la fuga di capitali Le misure coercitive non servono Colombo: rilancio in Borsa contro la fuga di capitali Il ministro sostiene la necessità dei fondi comuni, della riforma delle società, degli incentivi fiscali agli aumenti di capitale (Nostro servizio particolare) Roma, 17 dicembre. Il provvedimento .che prevede agevolazioni per gli aumenti di capitale delle società quotate in Borsa tornerà, probabilmente domani, all'esame — in sede legislativa — della commissione Finanze e Tesoro della Camera. Il ministro Colombo ha fornito alla commissione i chiarimenti richiesti, ribadendo l'urgenza di approvare il disegno di legge per ragioni sia congiunturali sia strutturali. Sotto il profilo congiunturale, ha ricordato l'accentuarsi — durante il 1969 — dell'esodo dei capitali, fenomeno spiegabile in parte con la forte differenza fra tassi d'interesse interni ed esterni, ma anche con la mancanza in Italia dei fondi comuni d'investimento e di altri incentivi a convertire il rispàrmio in titoli azionari. A quest'ultimo scopo dovrebbe appunto servire — insieme con l'istituzione dei fondi e la riforma della società per azioni — il provvedimento in discussione, che mira a favorire l'allargamento dei listini di Borsa. Colombo si è invece dichiarato nettamente contrario all'adozione di vincoli ai movimenti di capitale, osservando che le misure coercitive hanno dato cattiva prova, anche di recente, nella vicina Francia. Quanto alle ragioni strutturali del provvedimento, il ministro del Tesoro ha insistito sull'opportunità che le imprese, ormai largamente indebitate mediante obbligazioni verso gl'istituti speciali, estendano la propria base azionaria col ricorso a capitale di rischio, così da assicurare una gestione aziendale più elastica. «Certo — afferma Colombo — non può respingersi l'obiezione che il provvedimento è diretto a favorire le grandi imprese. Occorre però tenere conto che la tonifica&lone della Borsa, l'allargamento del ventaglio dei titoli, le garanzie per i risparmiatori, non possono ottenersi tramite le piccole società con larga massa di capitale fluttuante le cui azioni sarebbero sottoposte a forti oscillazioni di prezzo. Il termine " a quo " del 12 settembre è stato scelto per evitare che, nell'attesa della definizione del provvedimento stesso, si verificasse una stasi nelle delibere di aumento dei capitali ». Colombo ha infine risposto ad alcuni quesiti in materia di politica creditizia, citando una serie di recenti decisioni che prevedono finanziamenti a favore delle piccole e medie imprese. Ha concluso affermando che, nei limiti segnati dalla dinamica del risparmio e dalla formazione dei depositi, « la scala di priorità della politica economica è graduata in funzione degli investimenti e della selezione degli investimenti e che, nell'arco di tale polìtica, i problemi delle piccole e medie imprese sono particolarmente presenti al governo ». ar. ba.

Luoghi citati: Francia, Italia, Roma