Ora per ora "l'alibi,, di Valpreda di Remo Lugli

Ora per ora "l'alibi,, di Valpreda Come si difende l'anarchico-ballerino arrestato Ora per ora "l'alibi,, di Valpreda Secondo la zia, giunse da Roma il mattino del 12 con la febbre, uscì di casa per andare dall'avvocato - Rientrò alle 13,30 - Dice la donna: « Si mise a letto con 38 di febbre; alle 14,30 gli portai l'aspirina; ogni mezz'ora andavo a vedere come stava. Solo alle 19 scesi per acquisti» (Dal nostro inviato speciale) Milano, 17 dicembre. Non c'è battuta d'arresto. Negli uffici della squadra politica della Questura ci sono sempre funzionari e agenti, giorno e notte, e continuano ad interrogare. Le indagini proseguono, pare sempre sullo stesso binario, quello degli anarchici anche se, secondo quanto afferma il Procuratore della Repubblica dott. De Peppo, « non viene trascurato il settore dell'estrema destra al pari di quello dell'estrema sinistra ». Tra Roma e Milano Ieri sono stati rilasciati ventini fermati, ma oggi ce ne sono altri in questura. Quanti? E' una domanda alla quale il questore non vorrebbe rispondere: «Dite alcuni. Anche perché taluni sono più indiziati e altri meno, non si possono accomunare sullo stesso piano ». Insistiamo ed egli risponde un numero: quattro, ma non precisa se sono tutti compresi o se sono soltanto i più sospettati. Non vengono forniti nomi. Si sa che da ieri pomeriggio è tenuto sotto interrogatorio in uno degli uffici del quarto piano, da dove martedì notte si è lanciato nel vuoto il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, un giovane di venti anni, Leonardo Claps. In questura viene ufficiosamente descritto come un capellone. Uno sbandato che, originario di Avigliano (Potenza), è a Milano da qualche anno, dopo avere avuto per Un certo periodo la residenza a Novara. Vive solo, in una soffitta dì via Giusti 5. E' dipinto come anarchico che frequentava lo stesso circolo della Ghisolfa di cui era responsabile il Pinelli. Con il Pinelli pare fosse in disaccordo. Ora si vuole sapere quali erano i suoi rapporti con Pietro Valpreda, l'arrestato su cui la polizia accentra tutti i propri riflettori dell'accusa. Di Pietro Valpreda ieri s'è detto ampiamente. Dai suoi 36 anni non sembra sia riuscito a ricavare gran che come ballerino, come pittore e adesso anche come anarchico. Uno degli avvocati che fa parte del «Comitato di difesa e di lotta contro la repressione » (si è costituito nel maggio scorso e vi fanno parte una trentina di legali disposti ad assistere gratuitamente tutti coloro che «fanno un discorso progressista») dice: «Nell'ambiente degli anarchici era ritenuto un elemento di secondo piano, un incapace. Neanche^ Pinelli lo teneva in considerazione, erano addirittura in disaccordo». Ora lo accusano di essere stato lui a portare la borsa con l'esplosivo nell'emiciclo della Banca dell'Agricoltura. Valpreda nega, dice di avere un alibi. Ce lo spiegano l'avv. Mariani e la zia dello stesso arrestato, Rachele Torre, via Vincenzo Orsini 9/5. L'avv, Mariani, uno dei legali del « Comitato di difesa ». assisteva l'anarchico in un procedimento che era stato avviato contro di lui dal giudice dott. Amati per pubblicazioni clandestine e offese al Capo di uno Stato straniero. Al Valpreda è arrivato, sabato 6 dicembre, l'ordine di presentarsi al dott. Amati il giorno 9. L'avvocato Ba chiesto una proroga precisando che il suo difeso si trovava a Roma. « Aveva l'influenza » Valpreda ritorna a Milano la mattina del 12, il giorno della strage. Giunge in auto e va subito a casa della zia, che è anche la sua abitazione (sulla porta c'è la targhetta con i due cognomi). Racconta la zia: a Era febbricitante per l'influenza. Ha posato i bagagli e poi ha detto che usciva per andare dall'avvocato a prendere accordi sulla sua presentazio¬ ne al giudice. Mi ha detto: appena ho finito, torno a casa e mi metto a letto». L'avvocato conferma di avere ricevuto, quella mattina, il suo cliente. Alle 13,30 Valpreda rincasa, si mette a letto senza mangiare. Dice la zia: «Non stava proprio più in piedi, aveva la febbre a oltre 38. Alle 14,30 gli ho portato una aspirina, gli ho chiuso la finestra. Poi ogni mezz'ora andavo a vedere come stava, se aveva bisogno di qualcosa. Alle 19 sono uscita per delle compere. Ho visto i giornali del pomerìggio con i grossi titoli della strage in banca, ne ho comperato uno. Sono andata in camera da mio nipote. "Pietro, gli ho detto, ti senti di alzare la testa?". "Per far che?". "Guarda" e gli ho mostrato il giornale. "Uh, zia, che roba!" ha esclamato ». Voleva fuggire Il mattino dopo Valpreda si incontra con l'avvocato Mariani, vanno nel Palazzo di Giustizia, bussano all'uscio del giudice Amati, ma è assente. L'avvocato gli lascia una nota per dirgli che era venuto con il Valpreda e che tornerà lunedì. Legale e cliente escono dal Palazzo di Giustizia. Racconta l'aw. Mariani: « Valpreda era agitato per via di quello che era accaduto alla banca. Mi ha detto: "Verranno a cercare anche me? Che sia meglio che me ne vada?". E io l'ho sconsigliato: "Tu non hai niente da nascondere, perché dovresti andartene?" ». Lunedì mattina Valpreda va dal giudice accompagnato dalla nonna, che ha 87 anni, e dall'avvocato. Il difensore si allontana qualche minuto prima. Quando il Valpreda" esce dall'ufficio viene fermato da due uomini e portato via. Nessuno sa dove, Questura e carabinieri interpellati rispondono che non sanno nulla, tanto è vero che il difensore presenta un esposto alla Magistratura per sospetto sequestro di persona. L'alibi del Valpreda è, dunque, tutto imperniato sulla testimonianza della zia. La quale zia oggi pomeriggio è stata convocata in Procura nell'ufficio del dott. Paolillo, il giudice istruttore che dirige l'inchiesta della Magi' stratura sulla strage- l'ha in. vitata a tenersi a sua disposizione per altre eventuali convocazioni. Sembra poco probabile che Rachele Torre riesca a far valere l'alibi che presenta per il nipote, almeno a giudica¬ re dall'euforia con la quale il questore parla della vicenda. Per la polizia Valpreda è, con sicurezza, uno dei responsabili, «perché — dice il, questore — questa che si è conclusa è soltanto la prima fase, le indagini devono avere ben altri sviluppi ». Gli chiediamo se l'unica prova che c'è della colpevolezza del Valpreda è la testimonianza del tassista Cornelio Rolandi che dice di averlo portato, nel pomeriggio del 12, nei pressi della Banca dell'Agricoltura e di averlo poi ripreso a bordo qualche minuto dopo. «No — risponde il dott. Guida — ci sono anche altri elementi di prova, tuttora al vaglio ». Altre domande al questore: «Tra i fermati, ci sono anche elementi di destra? » « No, soltanto anarchici ». « Si pensa che sia un gruppo numeroso quello che è responsabile della strage di Milano e degli altri attentati?» «Gli anarchici sono sempre suddivisi in gruppi di un certo numero, ma non è detto che tutti quelli di un gruppo abbiano partecipato a questi fatti ». « Sono state accertate ramificazioni internazionali di questi anarchici? » « Ogni movimento anarchico ha, proprio per la natura dell'ideologia, addentellati internazionali». Qualcuno chiede se è vero che si sta cercando l'editore Feltrinelli. Il questore risponde: « Non posso dire se lo stiamo cercando». E aggiunge: «Pare sia in viaggio all'estero». Tornano le domande sul suicidio di Giuseppe Pinelli: « Quella notte l'interrogatorio era concluso, Pinelli aveva già firmato il verbale? ». «Era stato fatto un primo verbale, nel quale non c'era alcuna confessione; verbale che lui aveva firmato e che ora è agli atti dell'inchiesta. Ma, come si usa, il discorso non era finito, si riprendeva il colloquio, così, alla buona. per cercare di ottenere qualche altra informazione. Era una specie di interrogatorio informale ». « Lei è già stato interrogato alla Procura, su questo suicidio? ». « Non mi hanno ancora convocato. Comunque io sono pronto a rispondere di tutto quello che hanno fatto e fanno i miei uomini ». Inchiesta per Pinelli L'inchiesta ordinata dal Procuratore della Repubblica dott. De Peppo sul suicidio del Pinelli è affidata al sostituto procuratore Caizzi, il quale ha già interrogato tutti coloro che erano presenti nel momento in cui Giuseppe Pinelli si è lanciato nel vuoto approfittando del fatto che la finestra era socchiusa: sono il tenente dei carabinieri Savino Lo Grano, il dott. Luigi Calabrese della squadra politica (che però si era assentato un attimo prima dall'ufficio), i brigadieri Caracuta, Mainardi, Muccilli e Panessa. Pare che il brigadiere Caracuta sì fosse gettato per afferrare il Pinelli mentre stava per precipitare, ma che sia riuscito soltanto a sfiorargli un piede. Avremmo voluto parlare direttamente con questi testimoni, ma non siamo mai riusciti a rintracciarli. Al giudice Caizzi l'avv. Alfonso Mauri, difensore del Pinelli, ha fatto istanza perché alla perizia necroscopica sulla salma sia ammesso ad assistere un consulente di parte. Ma l'istanza non è stata accolta perché per il giudice « non c'è un imputato, quindi non esiste una parte lesa». Cli avvocati del « Comitato » affermano invece che, secondo una sentenza della Corte Costituzionale, «anche in sede di indagini di polizia giudiziaria possono intervenire quegli atti preliminari di un eventuale procedimento». i Remo Lugli Milano. La zia di Pietro Valpreda in questura (Tel.)