Il campione della sofferenza

Il campione della sofferenza Luci ed ombre della carriera di Sandro Il campione della sofferenza Sandro Mazzinghi ha 31 anni, essendo nato a Pontedera il 3 ottobre 1938. Da quattordici anni ormai il ring è la sua vita, prima come dilettante poi, dal 1961, come professionista. Il suo record è molto eloquente: 61 combattimenti, con 56 vittorie (di cui 40 prima del limite), tre sconfitte (una per k.o., due ai punti) e due « no contest ». Queste sono soltanto aride cifre, ma esse racchiudono nove anni di lotta, di sofferenze, di drammatiche vicende che hanno rischiato di travolgerlo come uomo, oltre che come pugile. L'esempio del fratello E' stato il fratello Guido ad indirizzare Sandro sulla strada della boxe. Mazzinghi senior, quattordici anni, fa, era campione d'Italia dei pesi medi, un'autentica « furia » sul ring, con prospettive assai rosee in campo internazionale. Quando si allenava, portava con sé Sandro, cosi, senza impegno. Allorché una malattia lo costrinse a chiudere la carriera. Guido riversò tutte le sue attenzioni sul fratello: « Sorai tu — gli disse — a diventare campione del mondo ». Stroncato Ralph Dupas Una profezia che si è avverata bruciando le tappe, in due anni di carriera, senza passaggi Inter- medi attraverso traguardi nazionali od europei. Nel 1963 Sandro sì creò una solida fama internazionale andando a Parigi a mettere k.o. Annex ed ottenendo, sullo slancio di quel successo, tutta una serie di affermazioni prima del limite. Il 7 settembre a Milano Sandro stroncò In nove riprese l'americano Ralph Dupas e divenne campione del mondo dei pesi medi junior. Tre mesi dopo, nella rivincita a Sydney, una splendida conferma. La morte di Vera Sembrava l'inizio di una clamorosa carriera per l'Impetuoso picchiatore toscano. Ma un crudele dramma stava Invece per metterlo k.o. Dopo la replica con Dupas Sandro si era sposato, pensava alla famiglia appena creata, In attesa di difendere 11 suo primato sportivo. Dna tremenda notte del febbraio 1964, la tragedia: Sandro e Vera, sua moglie, tornano In macchina da una festa in casa di amici. Nei pressi di Montecatini, l'auto guidata dal campione slitta sull'asfalto bagnato dì pioggia: la macchina si sfascia contro un albero, Sandro è ferito, Vera muore sul colpo. Si parla di Mazzinghi mentre soffre in ospedale ignaro del dramma, come di un campione dalla vita distrutta. K.O. con Benvenuti Sandro però è temprato alla sofferenza, dopo un logico periodo d! crisi, il temperamento di lottatore lo induce a cercare nella boxe l'aiuto per dimenticare quello che la vita gli ha crudelmente tolto. Solo nel suo cupo dolore, Mazzinghi riprende la strada del ring, difende il suo primato due volte, contro Tony Montano ed 11 sardo Manca. Ma la sorte è di nuovo pronta a fargli lo sgambetto, mettendolo di fronte ad un campione più grande di lui: nel giugno 1965, di fronte alla folla immensa dello stadio di San Siro, il fuoriclasse Nino Benvenuti gli toglie il primato, Infliggendogli il primo — l'unico anzi — k.o. della sua carriera. Il toscano non si dà per vinto, sei mesi dopo a Roma, disputa la rivincita con il suo grande rivale: il verdetto, discusso, è per Nino. La coraggiosa ripresa Mazzinghi comunque è costretto a rientrare nei ranghi, a ridimensionare le sue ambizioni sul piano europeo. Diventa campione continentale del superwelters nel 1966 mettendo k.o. 11 francese Leveque e difende quattro volte questo primato: e sono altri quattro k.o. ai danni di Hogberg, Rolland, Swift e Gonzales. Sandro sembra aver ritrovato sé stesso, ricomincia a pensare al titolo mondiale che nel frattempo Nino ha lasciato a Seul, nelle mani del coreano Kim Soo Ki. Campione del mondo l Questa è storia di un anno e mezzo fa, 26 maggio 1968. Il coreano, convinto da una borsa di 32 milioni di lire, ha accettato di giocarsi il titolo a San Siro. Quindici riprese di lotta selvaggia, crudele, un combattimento che incide sul fisico dei due pro¬ tagonisti come un'intera stagione di pugni. Alla fine Sandro Mazzinghi, giustamente vincitore, è proclamato campione del mondo. Crollo contro Little 25 ottobre 1968, Roma. Sandro è sul ring contro Little. Il toscano ha passato momenti difficili, è ingrassato di tredici chili, forse per una disfunzione, ed ha dovuto smaltirli troppo in fretta, con una cura dimagrante esagerata. Non ha voluto, per orgoglio, tirarsi Indietro. Little gli infligge una terribile lezione, prima che l'arbitro, 11 tedesco Tomser, salvi l'italiano con un incredibile verdetto di «no contest » per ferita. La WBA Impone a Sandro un nuovo Incontro con Little in America, Mazzinghi rifiuta e perde il titolo a tavolino. Sei mesi dopo, il 28 marzo 1969, Mazzinghi vuoto di energie, incapace di lottare, si fa fermare dall'arbitro, per scarsa combattività nel match col cubano Hurst. Avvilito, deluso per questa figuraccia, Sandro si rassegna a dichiarare: « Ho chiuso con la boxe ». Ritorna la fiducia Ultimo capitolo. Diventato un o ex » Sandro sistema la sua vita privata. Ha trovato in Marisa Renuccl la donna capace di fargli dimenticare Vera. Il 25 maggio scorso i due si sono sposati a Lucca. Il matrimonio rida a Mazzinghi la fiducia in sé stesso, la moglie non lo ostacola, gli chiede soltanto di pensarci bene, di farsi visitare attentamente prima di tornare sul ring. Il collaudo medico è positivo, Sandro annuncia di essere pronto a tornare, perché l'orgoglio gli Impone di cancellare le brutte figure. Marisa gli ha detto che al principio del 1970 sarà papà: « Non voglio — dice Sandro — che mio figlio si vergogni di me ». g. pig- n Sandro Mazzinghi con il fratello e procuratore Guido dopo la vittoria su Kim Soo Ki

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