Quattro giovani missini fermati per l'assalto alla sede maoista

Quattro giovani missini fermati per l'assalto alla sede maoista La polizia accerta le circostanze di un grottesco episodio Quattro giovani missini fermati per l'assalto alla sede maoista Tre studenti della « Giovane Italia » inviati clandestini alla riunione del movimento marxista-leninista - Scoperti, due fuggono, l'altro sviene per la paura -1 « camerati » arrivano per liberarlo, ma non riescono ad entrare e fracassano i vetri dell'ingresso Con rapide indagini la Squadra politica della Questura ha chiarito le circostanze dell'aggressione neofascista alla sede dell'Unione comunisti d'Italia marxisti leninisti, in via Brunetta. Una vicenda che assume colorazioni grottesche, secondo la prima ricostruzione. Eccola. Per i tragici e dolorosi fatti di Milano, le associazioni studentesche di destra indicono, in tutte le scuole, uno sciopero (che non c'è stato). Per saggiare gli umori degli ambienti di sinistra e scoprire se stanno progettando manifestazioni contrarie, tre giovanissimi aderenti della « Giovane Italia » l'organizzazione neofascista nelle scuole medie, vengono inviati nella sede del « maoisti ». Devono fingersi simpatizzanti e riferire. Ma una ragazza 11 riconosce e sono subito smascherati. Due riescono a fuggire, il terzo resta nelle mani dei « maoisti ». Si chiama Alberto Timo, 20 anni, studente. Lo circondano, probabilmente vola qualche sci li allo, e per lo spavento, il giovane si accascia svenuto. Frattanto gli altri due hanno raggiunto il grosso dei neofascisti, che attende, verosimilmente, poco lontano perché in pochi minuti giunge in via Brunetta. Vogliono liberare il camerata « prigioniero », ma non riescono ad entrare. Si limitano a fracassare le finestre con tubi di ferro, poi fuggono. Pochi minuti dopo è sul posto la polizia. Il Timo frattanto è rinvenuto, grazie all'applicazione di compresse fredde sulla fronte. I « maoisti i) gli hanno ordinato: « Devi dire che sei dei nostri ». Per rendere più verosimile la finzione, gli hanno messo accanto una graziosa compagna, che ogni tanto gli depone affettuosi baci sulla fronte. Malgrado questa manifestazione, il povero giovane resta cosi depresso che non riesce nemmeno ad appellarsi agli agenti e ad andarsene con loro, Quando la polizia ha lasciato 11 locale, 1 « maoisti » chiamano un medico che visita il Timo e prescrive qualche inlezione per rinfrancarlo. Vanno m comperare fiale e siringa, ma il giovane rifiuta di sottoporsi alla cura. Allora lo riaccompagnano a casa. Il mistero è svelato grazie al fotografo di Siampa Sera che lo ha ritratto disteso su un tavolo, con le pezze bagnate sulla fronte. La fotografia, pubblicata ieri mattina, rivela che non si -tratta di un « maoìsta », ma di un aderente alla « Giovane Italia ». La questura ha concluso l'inchiesta fermando quattro del condottieri della fallita « spedizione punitiva » alla sede dei maoisti. Sono Ugo Martinat, presidente del movimento giovanile del msi; Claudio Laner, presidente della Fuan (l'organizzazione universitaria neofascista); Vittorio Pipino, attivista del partito e Mario Perra, 22 anni, operaio disoccupato aderente alla « Giovane Italia ». Sono stati rilasciati in serata. * * Gruppi di neofascisti si sono riuniti ieri di fronte ad alcune scuole per invitare gli studenti a scioperare. Motivo: « Solidarietà con le vittime di Milano e protesta contro coloro che tentano di far cadere la responsabilità degli attentati sulle destre ». Ci sono stati picchettaggi all'Alfieri, al Sommeiller, al Segre. Nessuno degli studenti ha accolto l'invito. Gli attivisti si sono poi recati in piazza Castello. Qui gli agenti hanno identificato due giovani che probabilmente hanno partecipato all'assalto di domenica alla sede dei marxisti-leninisti in via Brunetta e li hanno condotti in questura per interrogarli. Una delegazione è andata in prefettura dove ha esposto ad un funzionario 1 motivi della protesta. Un noto esponente degli estremisti di destra, già arrestato più volte per rissa, si è recato all'Università. Ha strappato il manifesto di un gruppo di sinistra, ha minacciato alcuni giovani: « Devo picchiarne almeno venti di voi; ricordatevi che non lavoriamo soltanto con il manganello ». Il giovane neofascista è disteso sul tavolo assistito dalla « compagna maoista »

Persone citate: Alberto Timo, Claudio Laner, Devi, Mario Perra, Segre, Ugo Martinat

Luoghi citati: Italia, Milano