Il tredicenne straziato dall' esplosione delira e dice: "Dov'è la mia gamba?,, di Gigi Ghirotti

Il tredicenne straziato dall' esplosione delira e dice: "Dov'è la mia gamba?,, Il tredicenne straziato dall' esplosione delira e dice: "Dov'è la mia gamba?,, Enrico Pizzamiglio non sa ancora di essere mutilato - L'altro arto minaccia la cancrena - Anche la sorella di 15 anni (rimasta ustionata) è sempre grave - Erano andati in banca per pagare una cambiale dei genitori - Dei novanta feriti, trentasei ancora ricoverati negli ospedali (Dal nostro inviato speciale) Milano, 13 dicembre. Stamane nelle prime ore, all'ospedale Fatebenéfratelli è spirato il settantanovenne Geronimo Papetti, abitante alla Ghisolfa: è la quattordicesima vittima della forsennata esplosione di ieri alla Banca dell'Agricoltura. Il fi¬ glio del PapetU, Giacomo, di 47 anni, giace in una corsia dello stesso ospedale, in condizioni gravissime. Tra i gravissimi, un altro vecchietto, Calogero Galatiota, anni 71, pensionato della previdenza sociale, ch'era andato ieri sera a ritirare il suo assegno mensile. Ha il midollo spi¬ nale offeso da più schegge. Non ha colpito, questa bomba efferata, un mondo di finanzieri, la borghesia lombarda in un suo luogo tipico d'incontro. Con premeditata crudeltà, la carica esplosiva ha limitato il suo bersaglio ai soli innocenti, ai soli estranei alla vicenda che ha tur- bato le ultime settimane dell'autunno « caldo ». Per lo più, le vittime sono pensionati, oppure mediatori e commercianti della Bassa milanese, dediti al commercio del latte, dei foraggi, del bestiame, gente che in quel sito si raduna per antica consuetudine, attratta dal calduccio e dal riparo offerto dal salone della Banca, e dal piacere del ritrovarsi insieme, più che dalla lusinga di combinare buoni affari. Ma ieri sera a quel feroce appuntamento c'era anche un'età e una condizione ancor più innocente, se vogliamo. Enrico Pizzamiglio, tredicenne, e la sorella Patrizia, quindicenne, sono ricoverati al Fatebenéfratelli. Il ragazzo ha avuto una gamba tranciata dall'esplosione; l'altra minaccia cancrena. La ragazza è ustionata in modo molto serio; Entrambi erano in banca, ieri sera, per una commissione: il pagamento d'una cambiale, operazione di cui s'erano incaricati per compiacere ai genitori. Raccontano i loro genitori, Dino e Silvana Pizzamiglio: «Abbiamo una modesta tintoria in via delle Forze Armate. La nostra casa- è in via Cascina Barocco. Ieri mattina, Enrico disse alla sorella: "Sbrighiamoci a fare i compiti, così questo pomeriggio io e te andiamo in centro, ritiriamo quella cambiale e poi ci fermiamo a vedere un po' di vetrine ". Così s'era combinato. Noi, avremmo dovuto andarli a prendere nell'atrio della Banca e poi con l'automobile si sarebbe tornati tutti a casa». Patrizia fa la prima del liceo scientifico, Enrico la seconda media: ragazzi studiosì, pieni di buon volere e di buoni voti nella pagella. Dino Pizzamiglio, un ex partigiano, un tempo panettiere ed ora tintore; sua moglie stiratrice. E'una famiglia che la tira:Con i denti urtandosi»a* tutte lerdifficoltà che rendono aspra la vita agli umili; dieci anni fa, Dino Pizzamiglio in un incidente d'auto ha perduto una gamba. Ci si muove male, con il femore di acciaio, ed è quest'inciampo che ha costretto il Pizzamiglio ad abbandonare il mestiere di fornaio, e a mettersi, per aprire la tintoria, nel mare delle cambiali. Ecco dunque la coppia PizI zamiglio che fa la sua apparizione in piazza Fontana, iersera, all'ora prestabilita, per far salire i figlioli nella « utilitaria » di un vicino di casa che ha offerto un «passaggio» in centro. Vedono una grande confusione. Il traffico è bloccato, le sirene delle autoambulanze sibilano; « Che cosa è successo? », domandano. «E' saltata una banca». «Che banca?». «La Banca dell'Agricoltura». Dino e Silvana Pizzamiglio si aprono la strada tra la folla, lui strascicando la gamba, entrambi gridando il nome di Enrico e di Patrizia, i loro due ragazzi. Patrizia è distesa su una barella, bruciacchiata in faccia, alle mani, al petto; sta per essere infilata su un'autoambulanza; sua madre è svelta a salire con lei, e tutt'e due corrono verso l'ospedale. Rimane il padre, terrorizzato; in mezzo alla folla: «C'è un ragazzo tra i morti? Un ragazzo, ditemi, se c'è un ragazzo... ». Il ragazzo non era tra 1- morti; lo trovò al Fatebenéfratelli, in sala operatoria. « Non si può entrare », gli dissero. « Ma che cos'ha? ». «Gli stanno tagliando la gamba a. I due coniugi Pizzamiglio raccontano mestamente questa storia, davanti al lettino dove Enrico con le cannule dell'ossigeno alle narici, soffre la sua dolorosa avventura di degente. « La gamba mi duole », si lamenta, e tormenta il moncherino: nessuno gli ha ancora detto che la gamba non c'è più. Il tronco è protetto da un'incastellatura, di metallo, che gli im¬ pedisce dì toccarsi, di vedere oltre il biancore delle bende la devastazione del sito corpo. «Popò, dov'è la mia gamba? », domanda il ragazzo. « Papà, ma i miei calzoni sono andati bruciati anche quelli? », e stravolge gli occhi nel delirio della febbre. « Enrico », dice sommesso suo padre, « è sempre stato il mio appoggio più prezioso; quando c'era da andare in cantimi per portar su i bidoni della Melina che servono nel nostro lavoro, diceva. "Tu non ti muovere, papà, con quella giambo; vado io; non ti dar pensiero..."». I morti sul colpo, ieri sera, sono stati nove; gli altri cinque- sono morti all'ospedale. Dei novanta feriti, ne rimangono ricoverati stasera solo trentasei; gli altri, dopo le medicazioni urgenti, sono stati dimessi. I gravi tra i feriti sono dieci; Enrico e Patrizia Pizzamiglio, il sessantunenne Artgelo Scaglia di Abbiategrasso (sfracellamento gamba destra). Giuseppe Arioli, cinquantottenne, milanese (amputato della gamba sinistra), Angelo Scotti cinquantottenne da San Giuliano Milanese (frattura della gamba sinistra, ustioni al vol¬ to), Luigi Valtorta, da Cusano Milanino (trauma cranico, ferita da taglio al polmone destro e alla coscia), Giuseppe Cantoni, 34 anni, da Sant'Angelo Lodigiano (ustioni in tutto il corpo), Giuseppe Negri, 61 anni, milanese (ustioni, lacerazioni multiple), Calogero Galatiota, 71 anni, milanese (scheggia nella spina dorsale). Renato De Francisci, 70 anni. Le quattordici salme sono state composte nell'obitorio d3l Policlinico, vegliate dai congiunti. Il figlio di Giovanni Arnoldl, il gestore dell'unica sala cinematografica di Mogherno (Pavia) ucciso sul colpo dall'esplosione di ieri sera, si è presentato quest'oggi al Policlinico. « Di mio padre — ha chiesto — non è rimasto nulla, non s'è trovato nulla addosso? ». Da uno scaffale un infermiere ha tolto un giornale insanguinato, dentro cui era involtato il portafogli. Il ragazzo (Carlo Arnoldi, di 15 anni), lo ha aperto con commozione. Ne sono uscite le fotografìe dei due figli di Giovanni Arnoldi, Carlo e Giuseppina, di 8 anni. « Papà è morto con noi sul cuore », ha detto il ragazzo. Gigi Ghirotti I Milano. Il ragazzo che ha avuto una delle gambe amputate dall'esplosione all'ospedale con i genitori (Foto Moisio)

Luoghi citati: Abbiategrasso, Cusano Milanino, Milano, Pavia, San Giuliano Milanese, Sant'angelo Lodigiano