Oltre duemila lepri "lanciate" in zone di caccia controllate di Piero Cerati
Oltre duemila lepri "lanciate" in zone di caccia controllate Una iniziativa del Comitato provinciale di Asti Oltre duemila lepri "lanciate" in zone di caccia controllate I capi sono stati acquistati in Bulgaria e Cecoslovacchia - Sono state immesse nel territorio anche mille starne - Gli animali destinali al ripopolamento sono stati catturati allo staio brado e non provengono da allevamenti - Sono circa 4500 i tesserati per la prossima stagione venatoria (Dal nostro inviato speciale) Asti, 11 dicembre. Il Comitato provinciale della caccia di Asti ha consegnato stamane 2100 lepri e 1000 starne ai rappresentanti delle cinque zone « controllate » istituite nella provincia. I primi lanci sono stati effettuati nel pomeriggio: serviranno a ripopolare i territori venatori di Asti, Rocchetta Tanaro, Nizza, Cocconato e Costigliole. Sono circa 40 milioni di lire in selvaggina destinata ad essere abbattuta dai soci, oltre 4500, nella prossima stagione. Con la prima neve è stata dichiarata chiusa la caccia e nelle zone controllate si spera che i capi ora immessi possano figliare almeno due volte. Per favorire la riproduzione, il Comitato ha provveduto a far « lanciare » due femmine per ogni maschio. In realtà da più parti è stato notato come l'apertura della caccia a fine agosto danneggi gravemente la possibilità di una più ampia proliferazione della selvaggina, in particolare delle lepri. Nell'Astigiano non pochi cacciatori durante la trascorsa sta- gione hanno ucciso femmine in procinto di avere i piccoli: sarebbe sufficiente spostare l'apertura di un mese, ma la legge finora si è mostrata inflessibile. Per ovviare in parte all'inconveniente, quest'anno il Comitato di Asti, presieduto dal dottor Francesco Quaglia, ha deciso di anticipare il ripopolamento. La selvaggina proviene dalla Bulgaria e dalla Cecoslovacchia ed ha quindi bisogno di un periodo piuttosto lungo per superare le difficoltà dell'ambientazione. Ma le cose sono state fatte con scrupolo. Il Quaglia e il suo assistente dottor Notari hanno studiato attentamente l'habitat dal quale le lepri e le starne sono state prelevate. Esso ha caratteristiche simili al territorio astigiano, ricco di colline, di macchie e di alberi. Non solo, ma ogni capo è stato sottoposto al controllo sanitario dell'Istituto di Ricerche per la selvaggina di Zbraslaw presso Praga, che è forse l'unico centro del mondo in cui vengano studiate la biologia e la parassitologia della selvaggina. Proprio a 20 chilometri da Praga sono state catturate le lepri che da oggi troveranno le loro tane nei terreni dell'Astigiano. Si è preferito comperare quest'anno animali « liberi », non di allevamento, quindi l'ambientazione per loro sarà molto più facile. Durerà però poco. Infatti nelle zone controllate l'incremento dei cacciatori nel 1969 è «stato del 50'.'c. Nel 1968 vi furono oltre 10 mila presenze e delle 1300 lepri e 1300 starne allora lanciate oggi son rimasti rari capi. « Il nostro obbiettivo — dice il presidente del Comitato, dottor Quaglia, che è anche assessore provinciale dell'agricoltura — è quello di offrire ai cacciatori la possibilità di divertirsi, di occupare il tempo libero nel loro hobby. Ma non va dimenticato che la presenza di torinesi, specie nella zona di Cocconato, e di liguri, ha favorito enormemente il turismo. In sostanza, non si viene soltanto a caccia. Nell'Astigiano c'è la buona cucina, c'è il buon vino ed una cosa tira l'altra». Un affare per tutti insomma. Va riconosciuto ad Asti il merito di aver progettato per primo il metodo delle « zone controllate » che prevedono una limitazione di tempo nella caccia e di carniere, ma garantiscono a tutti discrete catture. Soprattutto hanno calmierato la spesa che per sparare con profitto occorreva affrontare (la quota diuna riserva costa 1 milione all'anno per 100 capi a disposizione, ma ovviamente non sicuri). Nei territori controllati (cinque nell'Astigiano e ciascuno non superiore ai 10.000 ettari) la quota, che costa 10.000 lire, frutta dai 5 ai 7 capi: le statistiche del '68 parlano chiaro. Ogni tesserato ha quindi avuto la possibilità di fare carniere, fatto che ha decretato il successo della « innovazione », al punto che altre province si sono messe sulla scia del Comitato astigiano. Né, ci si è dimenticati di chi non vuole sborsare un supplemento per sparare con la doppietta: i capi di selvaggina che le riserve sono obbligate per legge a dare al Comitato saranno immessi in questi giorni nei territori liberi. Una festa per i cacciatori: non stupisce quindi che stamane essi siano convenuti In gran' numero in. piazza Alfieri dinanzi al palazzo della Provincia dove sono state distribuite le cassette contenenti la selvaggina. Una vera e propria cerimonia prima di dare la libertà alle bestiole giunte poche ore prima in aereo dai paesi dell'Est. Piero Cerati 1 Castello d'Annone. Le guardie provinciali e i cacciatori durante il «lancio» delle lepri nelle zone controllate dell'Astigiano
Persone citate: Notari
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