Le assenze "da indisposizione" allarmano le industrie inglesi

Le assenze "da indisposizione" allarmano le industrie inglesi Una perdita annua per l'economia di oltre 1500 miliardi di lire Le assenze "da indisposizione" allarmano le industrie inglesi Per i primi due giorni non v'è obbligo di certificato medico e crésce il numero di coloro che ne approfittano Ma anche dopo il terzo giorno, in molti casi v'è convenienza a restare a casa - Appello dell'Io "alla lealtà" (Nostro servizio particolare) Londra, 10 dicembre. Non sono tanto gli scioperi a preoccupare da qualche tempo le industrie britanniche quanto il fenomeno dilagante delle «assenze per indisposizione», troppo spesso ingiustificate. In Inghilterra si può stare a casa dall'ufficio o dalla fabbrica a pieno stipendio senza l'obbligo di presentar certificato medico o informar la mutua nazionale per i primi due giorni. Tale facoltà ha indotto un numero sempre crescente di lavoratori dipendenti a « marinare » periodicamente il lavoro, con « flagranti estensioni delle festività » e abbondanza di « ponti », ove sia possibile tra l'una e l'altra. Così grave è la situazione che la I.C.I. (Imperiai^ Chemical Industries), una delle massime compagnie del Regno Unito, ha gettato un grido d'allarme e un appello alla lealtà scoprendo che quest'anno la percentuale di « assenteismo per malattia » e stata la più alta della sua storia. In pari tempo la società ha respinto una richiesta dei suoi dipendenti perché fosse esteso da due a tre giorni il periodo di franchigia. All'origine del fenomeno non vi è però soltanto questa tolleranza iniziale. Un rapporto compilato dalla Confederazione delle industrie britanniche rileva che anche do po il terzo giorno di malattia persistono false indisposizio ni in quanto i certificati medici vengono sovente concessi con eccessiva prodigalità. L'assente dal lavoro in molti casi non ha nulla da perdere, anzi ci guadagna, dal terzo giorno in poi la ditta può interrompere lo stipendio, ma il « National Health Service » passa all'infermo vero o falso una paga di malattìa fissa con benefici collaterali per i familiari a carico. Questo compenso è esente da tasse e nel caso d'un operaio con moglie e due figli retribuito dal suo datore di lavoro con 20 sterline la settimana equivale al salario, anzi lo supera di qualche scellino: insomma conviene stare a letto anziché lavorare. L'assenteismo è alto particolarmente nelle industrie meccaniche e in quella del carbone; in quest'ultima dal gennaio scorso è stato pari al 18,28 per cento. Il danno, secondo il «National Coal Board» è valutabile sui 46 milioni di sterline, 68 miliardi dì lire. La Gran Bretagna, informa il ministero della Sanità e della sicurezza sociale, perde annualmente trecento milioni di giornate lavorative solo tenendo conto delle indicazioni dei certificati (non ci sono dati per i periodi di « franchigia »). La medw. delle giornate perdute per sciopero è immensamente inferiore: 4 milioni e 700 mila. E il costo complessivo delle malattìe all'industria è superiore al miliardo di sterline, più di 1500 miliardi di lire. Il rapporto preparato dalla Confederazione delle industrie sul problema sarà pubblicato la prossima settimana, nell'imminenza delle feste natalizie: e si spera che scoraggi un poco i cittadini dal fare « ponte » dal 24 dicembre all'Epifania. Si è anche presa in considerazione l'eventualità di adottare un sistema di compromesso in uso da tempo in Svezia: concedendo ai dipendenti tutti ì « ponti » desiderati, a condizione che essi ricuperino il tempo perso estendendo in seguito, finché occorra, l'orario quotidiano di cinque o dieci minuti. c. c. *

Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra, Regno Unito, Svezia