Un anno ai genitori che abbandonarono la loro bimba in una camera d'albergo

Un anno ai genitori che abbandonarono la loro bimba in una camera d'albergo La vicenda di Tamara rievocata al Tribunale di Sanremo Un anno ai genitori che abbandonarono la loro bimba in una camera d'albergo Anche la governante è stata condannata - I tre imputati non erano in aula: l'uomo è in carcere in Spagna, le due donne sono scomparse - La bimba vive con i coniugi cui l'ha affidata il giudice: la sentenza potrà affrettare la sua adozione (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 9 dicembre. La vicenda di Tamara, la bimba di due anni abbandonata dai genitori e dalla governante il 20 dicembre dell'anno scorso in un motel di Boxdighera, è stata rievocata oggi al Tribunale di Sanremo: al termine dell'udienza, Hans Hermann Remartz, di 31 anni, e Marlies Breyer. di 32, padre e madre della piccola, sono stati condannati a un anno di reclusione ciascuno; la governante, Sybille Gehlen, diciottenne, a sei mesi. 1 tre, imputati per abbandono di minore, non erano presenti: Reinartz è in carcere in Spagna per altri reati mentre della madre e della governante non si sono più avute notizie. La vicenda, come noto, eb¬ be inizio il 28 novembre 1968: quel giorno la piccola Tamara giunse a Bordighera al motel « Colibrì » col padre e la governante. Il giorno successivo i tre se ne andarono, ma il 10 dicembre tornarono a Bordighera: Reinartz ripartì subito lasciando in albergo la bimba e la governante: « Vado in Spagna », disse, ma da quel momento non si vide più. Il 20 dicembre anche Sybille sparì e la bimba rimase sola in albergo, curata dai proprietari, ì coniugi Muratore. Ben presto, però, la storia finì sui giornali e numerose persone si offrirono di adottare la piccola. Il Tribunale di Genova affidò Tamara ai coniugi Ravazzi, di Sanremo, con i quali essa vive tuttora. Intanto, i carabinieri, che avevano iniziato le indagini subito dopo l'abbandono, ebbero un primo chiarimento. Tamara è figlia, per la legge, di Reinartz e della moglie Marlies ma, secondo l'uomo, il vero padre della bimba è un industriale fiorentino, l'ing. Lapo Manetti. Costui, però, lo ha sempre negato. Reinartz, arrestato in Spagna alcuni mesi or sono per una serie di reati commessi in Germania e,in altri Paesi, è rimasto fermo sulla sua versione: ha raccontato di aver lasciato la Germania nel '62 in compagnia della Breyer, a quel tempo non ancora sua moglie, viaggiando per alcuni Paesi europei. Nel 1963, a Firenze, la donna aveva dato alla luce un figlio e l'anno successivo a Malaga, in Spagna, una bambina. Ai primi del '67, ancora a Firenze (secondo il racconto dell'uomo) la Breyer avrebbe avuto una relazione con l'ing. Manetti, dalla quale sarebbe nata, il 17 settembre 1967 a San Sebastiano in Spagna, Tamara. Nel frattempo, in Scozia, Reinartz e la Breyer erano diventati marito e moglie. Il tedesco disse di essere tornato in Italia l'anno scorso per portare la bimba al Manetti: aveva telefonato da Bordighera a Firenze e poi era tornato in Spagna lasciando a Sybille l'incarico di consegnare Tamara all'industriale. Nell'udienza di oggi ha deposto l'ing. Monetti,' di 45 anni, il quale ha affermato di aver ricevuto spesso telefonate dai due tedeschi che, secondo lui. « cercavano soltanto di tirarne fuori dei soldi i). « Ho conosciuto Marlies | Breyer — ha detto ancora Manetti — ma. ad un certo punto, mi sono accorto che la relazione poteva diventare pericolosa; per questo, l'ho interrotta dopo qualche tempo». Presidente: « E' lei il padre di Tamara? ». Manetti: « No, lo escludo ». La sentenza è stata accolta con grande soddisfazione da Alberto e Maria Ravazzi, i coniugi di Sanremo che hanno adottato provvisoriamente la bimba. Dalla condanna, infatti, dipende il destino della bambina poiché facilita l'adozione definitiva da parte loro di Tamara. La piccola è molto bella, ha occhi azzurri sempre sorridenti e splendidi capelli color rame. Non si chiama più Tamara, come l'avevano battezzata i clienti del « Colibrì »: i Ravazzi la chiamano Cristina. Alla signora Ravazzi, che con il marito gestisce un avviato negozio di elettrodomestici nel centro della città, domandiamo perché ha accolto la piccina. « Non so di preciso il perché — dice Maria Ravazzi — E' stata una combinazione... Io e mio marito, letta la notizia su La Stampa, siamo andati a trovare la bambina a Bordighera, ancor prima che venisse affidata alle assistenti sociali. Quando mi ha vista mi è corsa incontro, mi ha teso un braccìno e mi ha chiamata mamma.. Ed io ho sentito subito l'impulso di chiamarla Cristina, il nome che io e mio marito avremmo voluto dare alla nostra prima figlia ». « Anche Se la bambina ha ora soltanto due anni, avete fatto dei programmi per il suo futuro? ». le abbiamo chiesto. « SI, la faremo studiare, se ne avrà voglia. Comunque a noi interessa darle un'educazione, trattarla insomma come se fosse nostra — ri s~nnde la signora Ravazzi — Cristina sta bene, si è affé zionata a tutta la famiglia Sappiamo che ha due fratellini, pure abbandonati dalla madre, e per loro provo tanta pena». r. o.