Il sindaco manager dì Detroit di Gabriella Poli

Il sindaco manager dì Detroit Inchiesta di un cronista: com'è amministrata la Torino americana Il sindaco manager dì Detroit Confronto tra due città: la gestione del Comune - Roman Gribbs, sceriffo della contea, è stato eletto sindaco il 4 novembre - Prenderà possesso'della carica il primo gennaio - Allora nominerà 50 collaboratori tra cittadini di sua fiducia e li metterà a capo di ogni settore della vita pubblica (questi corrispondono ai riostri assessori) - Nei poteri di Gribbs rientra anche la nomina del capo della polizia e il « veto » a qualsiasi deliberazione del consiglio comunale Un cronista de La Stampa è andato a Detroit per svolgere un'inchiesta su quella città. Malgrado le protonde differenze, la capitale dell'industria americana ha molte analogie con Torln* Il 6 dicembre abbiamo pubblicato un'intera pagina su Detroit: un quadro della sua storia, del suo prodigioso sviluppo economico,' della fase di trasformazione verso la, metropoli regionale. Oggi cominciamo una serie di articoli per tracciare un confronto tra 1 problemi più importanti delle due città dell'automobile. (Dal nostro inviato speciale) Detroit, dicembre. Mi dicono: « Lo sceriffo della contea la riceverà oggi dalle tre alle tre e un quarto ». Sono a Detroit da qualche giorno, ho già fatto l'abitudine a questi appuntamenti regolati dal cronometro. Non si fa anticamera da nessuno; si resta negli uffici il tempo esatto che è stato assegnato. Allo scadere dell'ultimo minuto l'intervistato dice, con un disarmante sorriso: « Sono felice di quest'incontro ». O qualcosa di simile. Strette di mano, saluti e avanti un altro. L'ufficio dello sceriffo è al piano terreno della prigione, un massiccio edificio poco lontano dal centro, che ospita in questo momento 1600 detenuti, generalmente tre per cella. Sulla porta dell'ufficio è scritto: Sheriff Roman S. Gribbs. Un'enorme scrivania, la bandiera americana; un uomo vigoroso che medita le risposte fissando la punta del suo grosso sigaro biondo, e poi parla piantando in faccia all'interlocutore occhi . acuti e fermi. Roman S. Gribbs, 43 anni, non resterà qui a lungo. E' il nuovo sindaco. Dal primo gennaio il suo posto sarà al 13" piano del City-County building, il palazzo da 26 milioni di dollari che sorge nel cuore della downtown e dove ha sede il governo della città e della contea. Allora diventerà il manager di Detroit. Perché questo significa essere sindaco in America: prendere in pugno la vita della città per quattro anni. In concreto, non per modo di dire. Il Comune è organizzato come una piccola repubblica presidenziale, e ha tutti gli aspetti positivi e. negativi di questa forma di governo. Quando Jerome Cavanagh, sindaco uscente, annunciò di non volersi ripresentare, Gribbs pose la sua candidatura e alle primarie raccolse 105.640 voti. Il suo avversario era un negro dell'Alabama, Austin, il primo membro di colore della Corte dei Conti nella storia del Michigan: popolarizzando il voto di colore, Austin ottenne 124.942 voti. Ambedue moderati, ambedue con meriti amministrati1 vi di prim' ordine: Gribbs « per aver fatto piazza pulita — scrissero i giornali — della corruzione nella polizia della contea », il suo antagonista « per aver messo ordine nelle finanze della regione ». Al ballottaggio del 4 novembre vinse Gribbs, ed era scontato in una città con il 56 per cento di bianchi, ma dove soltanto un elettore su quattro è negro. A Detroit la gente afferma: « Gribbs, solo a guardarlo, dà un senso di stabilità e di sicurezza ». Sostiene anche che è un uomo onesto e per il suo passato e perché — malgrado sul suo nome siano confluiti i voti dei conservatori, che nelle primarie avevano appoggiato Mary Beck, la consigliera dagli arditi cappellini — non ha mai fatto nulla per attirarsene le simpatie. Gribbs mi dice: « Ho vinto con un piccolo margine, ma non è cosa che mi preoccupi. Ci sono illustri modelli, Kennedy, per esempio, divenne presidente con lo scarto dell'I per cento ». Da Cavanagh ha ereditato una situazione difficile dal punto di vista sociale, politico e finanziario. Non sono ancora chiuse le ferite della rivolta negra esplosa nell'estate '67; lo spirito d'iniziativa degli imprenditori declina; il bilancio della città è in deficit da tre anni; la delinquenza è un fenomeno sempre più preoccupante; il numero dei cittadini bisognosi di assistenza aumenta e scende quello degli abitanti ricchi che emigrano nei sobborghi e non pagano più le tasse nel Comune: « Detroit ha molti poveri, sebbene sia molto ricca». Che cosa pensi di fare Gribbs è chiaro e me lo riassume così: « Raccogliere intorno al governo della città tutta la collaborazione possibile. Riaccendere gli interessi e incoraggiarne di nuovi. Dimostrare ai cittadini non bianchi che mi hanno appoggiato e a quelli che hanno favorito il mio oppositore, la ferma intenzione di lavorare nell'interesse di tutta la città, perché progredisca tutta insieme ». Camicia azzurra, pelle nera, sorriso smagliante, un giovane in piedi accanto alla scrivania aderisce con tutto il suo silenzioso entusiasmo alle parole del nuovo sindaco: è la sua mano destra, il vicesceriffo William Lukas. Lui è ottimista, Gribbs lo è, forse, un po' meno, ma ha una dura volontà di riuscire. «Sceglierò i talenti migliori perché nell'amministrazione civica quello che conta è la competenza. Terrò anche conto di chi ha lavorato con il mio ' predecessore perché è giusto che chi ha fatto bene continui a godere della pubblica fiducia. Ma per dare alla città il tono dell'unificazione e della concordia, nel designare i miei cinquanta collaboratori avrò presenti anche i gruppi etnici a cui appartengono ». Chi sono questi collaboratori? Esperti e tecnici le cui funzioni equivalgono, press'a poco, a quelle che svolgono gli assessori a Torino. Soltanto che non li designa il Consiglio nel suo ambito. Li nomina il sindaco, tra i cittadini che conosce e stima, senza bisogno di consultare il consiglio comunale, e li colloca in qualità di commissari spesso non stipendiati, a capo dei vari dipartimenti. A questi spetta il lavoro quotidiano di amministrare la città. In tal modo il sindaco dirige l'azienda comunale: il suo ampio potere raggiunge ogni settore di attività attraverso uomini di sua fiducia. Facciamo un esempio: dipartimento dei lavori pubblici, uno dei più importanti. Alla direzione c'è il commissario Robert Roselle (origine italiana) nominato a ricoprire la carica da più sindaci successivamente. E' responsabile dell'organizzazione, delle direttive e della programmazione del dipartimento. Deve risponderne solo al sindaco. Lo coadiuvano un soprintendente generale e un vicesoprintendente che sono funzionari del Comune per garantire la continuità d'indi¬ rizzo. C'è inoltre un segretario, anche lui nominato dal sindaco. Il suo ufficio è l'anello fra dipartimento e cittadini: fornisce le informazioni, accoglie i ricorsi e le lamentele, fa proposte per eliminare le cause dello scontento, si occupa della stampa di volantini e circolari, delle notizie radio-tv da trasmettere al pubblico sulle novità del dipartimento. Un altro sistema con cui il sindaco si tiene in contatto con la popolazione. E un'altra prova del rispetto per il cittadino. Dice il city clero (segretario comunale): «Il sindaco è capo esecutivo della città e responsabile della sua pa- ce ». Tra i suoi poteri e doveri enumera i seguenti: « Badare a che le leggi pertinenti al governo civico e le ordinanze del consiglio comunale siano fedelmente osservate; riferire al consiglio sulle eventuali violazioni; fare nomine e revoche; dare al consiglio qualsiasi informazione o raccomandazione, qualsiasi misura o ordine ritenga conveniente. E poi esprimere un'opinione su tutte le ordinanze, risoluzioni, procedure adottate dal consiglio, approvandole o rifiutandole. Resta a sua discrezione porre il veto — in tutto o in parte — a qualsiasi azione sia soggetta al potere del consiglio». Difficile un confronto con la figura del sindaco, in Italia. Qui a Detroit l'elezione avviene direttamente, ogni quattro anni, su basi non partitiche (non-partisan) e all'eletto viene conferito vasto potere, compreso quello di nominare i componenti dell'ufficio imposte, il « controllore » delle finanze civiche e il capo della polizia cittadina. Con la scelta di un sindaco si aprono alla città tutte le prospettive, ma anche tutti i rischi che potrebbero essere molti e gravi qualora (talvolta è accaduto) si trattasse dell'uomo sbagliato. Anche in Italia la carica del sindaco dura quattro anni; ma questa è l'unioa somiglianza. Espresso dal consiglio, e non nominato dal corpo elettorale direttamente, il sindaco è privo di potere autonomo, persino di quello che consiste nell'assumere deliberazioni esecutive di provvedimenti già adottati dall'assemblea consiliare. Gli unici provvedimenti che può prendere sono quelli di carattere it contingibile e urgente» per motivi di igiene pubblica o di pubblica'incolumità. Qui a Detroit il « mayor » ha possibilità di decidere rapidamente su qualsiasi questione vitale. A Torino, come altrove nel nostro paese, non lo può fare. Spesso anzi la tormentosa situazione politica lo costringe, con pazienza da certosino, a far da mediatore tra le correnti per cercare di difendere l'integrità di una Giunta, che, anch'essa, ha scarsi poteri. I pericoli del sistema in vigore a Detroit sono pari ai suoi pregi: che cosa succederebbe della città se al posto di quest'uomo onesto che si chiama Gribbs ci fosse un autocrate o peggio? Lo sceriffo guarda l'orologio, sono le tre e un quarto. Mi sorride e si alza in piedi. « Nella vostra città — dice salutandomi — i problemi sono forse meno gravi che a Detroit, ma a ciascuno il proprio fardello sembra il più pesante. L'essenziale è saperlo portare con coraggio ». Gabriella Poli Detroit: un aspetto della « downtown », il congestionato centro direzionale

Persone citate: Cavanagh, Jerome Cavanagh, Kennedy, Mary Beck, Robert Roselle, Roman S. Gribbs, Sheriff Roman S. Gribbs, William Lukas