Ergastolo al manovale che uccise i due coniugi

Ergastolo al manovale che uccise i due coniugi Alla Corte di Assise d'Asti Ergastolo al manovale che uccise i due coniugi Giuseppe Soddu, 45 anni, originario di Orani (Nuoro), commise il duplice omicidio il 5 giugno di due anni fa - Ha sempre negato di aver agito per rapina (Dal nostro corrispondente) Asti, 6 dicembre. La Corte d'Assise di Asti ha condannato all'ergastolo Giuseppe Soddu, 45 anni, manovale disoccupato, origlilario di Orani (Nuoro), che uccise i coniugi Gloriando Marani, di 41 anni, ed Emma Oliverio, di 43, nel loro alloggio in via Gioacchino Testa ad Asti, dove rubò anche la somma di 50 mila lire. La Corte è rimasta riunita in camera di consiglio quattro ore. Alle 13 in punto il presidente ha letto la sentenza, con cui la Corte d'Assise dichiarava Giuseppe Soddu colpevole dei reati ascrittigli (duplice omicidio e rapina) e « con la contestata recidiva » lo condannava alla pena dell'ergastolo. L'imputato, infatti, aveva già subito una condanna per ricettazione ed era stato assolto in Sardegna dall'accusa di omicidio. Al momento della lettura, nell'aula gremita di pubblico, regnava il massimo silenzio. L'imputato non ha battuto ciglio. Mentre i carabinieri lo ammanettavano per rìcondurlo in carcere, rivolto ai suoi avvocati difensori Puccio e Dapino ha detto: « Venite presto a trovarmi ». I due legali ricorreranno in Appello. Stamane, alla ripresa del dibattimento, il presidente della Corte aveva rivolto al Soddu la , rituale domanda: « Avete qualche cosa da dire? ». Il Soddu ha risposto: « Nel corso del processo i testi hanno detto alcune falsità. Perché non sono stati chiamati altri testi che potevano difendermi? Ho già detto che sono addolorato per quel che è accaduto ai coniugi Marani ». Il p. m. dott. Paviglianìti, che ha chiesto l'ergastolo per i due omicidi e quattro anni di reclusione per la rapina, ha rinunciato stamane a replicare e così pure gli avvocati difensori. Il duplice delitto fu commesso la sera del 5 giugno di due anni fa. Il Soddu quella sera si recò dal Marani, solo in casa, che lo fece entrare e sedere in cucina, offrendogli anche alcuni bicchieri di vino prelevato da un bottiglione posato sul-tavolo. Il Soddu ha dichiarato davanti alla Corte di ' aver sollecitato il Marani a trovargli un lavoro come aveva promesso. Ad un certo momento, avendo accusato il Marani, di « prenderlo in giro », dovette subire la violenta reazione di questo, che l'avrebbe colpito ad un occhio con un pugno. Il Soddu allora reagì spaccando il bottiglione sulla testa del Marani. Pochi istanti dopo, sempre secondo la versione dell'imputato, sarebbe rientrata dal lavoro la moglie del Marani, Emma Oliverio, ed egli, nel tentativo di soffocarne le grida, l'afferrò al collo, rendendosi conto solo più tardi di averla uccisa Il racconto però non concorda con le risultanze dell'istruttoria. Infatti la Pubblica Accusa ha sostenuto che l'imputato, presentatosi a casa del Marani per chiedere un prestito di denaro (era disoccupato da qualche tempo, con tre bambini a carico) di fronte ad un rifiuto del Marani 10 aggredì per rapinarlo. Un'ora dopo tornò a casa la Oliverio. La donna, appena entrata in casa, venne aggredita. Ne seguì una colluttazione con l'aggressore e la donna fu strozzata. Secondo l'Accusa la Oliverio fu uccisa perché non rivelasse che 11 Soddu era l'assassino del marito. Risultò inoltre che il Soddu si era già presentato a casa del Marani per chiedere denaro in prestito, tanto che la Oliverio se ne era lamentata con le sue compagne di lavoro. Fu una di queste a mettere la polizia sulle tracce del Soddu. L'omicida prima di uscire dall'abitazione delle due vittime scassinò un baule e sì appropriò delle 50 mila lire. Alle prime luci dell'alba si dileguò, lasciando Asti per recarsi a Torino, dove tre giorni dopo venne arrestato. Associato nelle carceri di Asti, alcuni giorni dopo tentò anche il suicidio. v. m.

Luoghi citati: Asti, Nuoro, Sardegna, Torino