Sindacalisti tedeschi e sovietici discutono delle due Germanie

Sindacalisti tedeschi e sovietici discutono delle due Germanie Otto ore di colloqui al Cremlino Sindacalisti tedeschi e sovietici discutono delle due Germanie Scelepin (membro del Politburo) definisce «positiva» la situazione a Bonn dopo l'avvento di Brandt al potere - Forse sarà ospite del Cancelliere federale (Dal nostro corrispondente) Mosca, 5 dicembre. Il membro del Politburo Scelepin ha oggi dichiarato che « la situazione nella Germania Occidentale dopo l'elezione a cancelliere di Brandt è positiva ». Questa è stata la prima conferma ufficiale delle guardinghe « aperture » verso Bonn del Patto di Varsavia annunciate ieri sera nel comunicato conclusivo del vertice di Mosca. Scelepin, che è anche il presidente della Federazione dei sindacati sovietici, ha avuto due lunghi colloqui (8 ore complessive) col sindacalista tedesco Vetter, qui in visita ufficiale. Vetter ha poi detto: « Ho riportato l'impressione di una favorevole attesa dell'Urss per gli sviluppi politici a Bonn ». Egli ha aggiunto che considera fallito il tentativo di Ulbricht di isolare la Germania Federale. «E' invece lo stesso Ulbricht a trovarsi ora isolato ». I sindacalisti tedesco-occidentali hanno rinnovato ieri sera, durante i colloqui alla loro ambasciata, l'invito ai colleghi sovietici a recarsi il maggio prossimo a Bonn. L'invito è stato accettato: se andasse Scelepin in persona, la visita acquisterebbe un significato politico (sarebbe tra l'altro la prima di un membro del Politburo). La questione sarà decisa da Breznev, Kossighin e Podgorny in base all'esito di queste « aperture » iniziali. Tra Scelepin e Vetter, che paiono aver discusso soprattutto i problemi delle due Germanie e la sicurezza in Europa, « sì sono registrate chiare divergenze » su molti punti. Il più controverso è risultato quello del riconoscimento giuridico del regime di Pankow. Rifacendosi al comunicato del vertice del Patto di Varsavia, i tedeschi occidentali a Mosca ritengono che l'Urss non ponga tale riconoscimento « tra ì suoi obiettivi immediati ». Essi notano anche che nel comunicato non si fa neppure un accenno a Berlino. Ne deducono pertanto che l'Urss mi- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiira a un cauto e graduale riavvicinamento alla Germania Federale attraverso una serie di accordi limitati. Il primo potrebbe essere sulla non aggressione. Brandt attende a questo proposito una risposta di Kossighin ad un suo piano per colloqui preliminari o questo stesso mese o a gennaio. Ogni ottimismo è «prematuro », gli ostacoli da superare perché si crei un clima di fiducia tra Mosca e Bonn sono enormi. Ma il Patto di Varsavia rivela ora un « approccio prammatico » ai problemi europei. Difficoltà interne, come i contrasti con Ulbricht, devono essere appianate prima di un vero riavvicinamento: tuttavia va preso atto dell'onestà delle intenzioni. I leaders dei Paesi del Patto di Varsavia hanno lasciato la capitale alla spicciolata, rimangono a Mosca soltanto i cecoslovacchi. Si ritiene che essi debbano illustrare al Cremlino le misure di « normalizzazione » a Praga. e. c. Alexandr Scelepin (Telef.) iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii