Megalopoli nel Duemila

Megalopoli nel Duemila Megalopoli nel Duemila Il mio vicino condivide le teorie dell'urbanista greco Doxiadis che da anni studia il futuro di Detroit. Spiega: « La sfera d'influenza della città va molto oltre le tre contee; ne include almeno 25 nel Michigan e un'altra dozzina tra Ohio e Canada,, fino a toccare le zone d'influenza di Chicago e Cleveland-Pittsburgh. La sua area è parte della principale manifacturing belt degli Stati Uniti ». Traccia in fretta un disegno sul rovescio del menù: un cerchiolino al centro, Detroit, e cinque corridoi d'espansione: verso Port Huron, Flint, Lansing, Ann Arbor, Toledo. Superficie 63 mila chilometri quadri, popolazione ipotetica 7-8 milioni. « Vede? Queste linee di forza della megalopoli rappresentano un avvenire non troppo lontano ». Mi aspetta il presente di una città dinamica, ricca e povera, viva e morta. Atterriamo. Aeroporto metropolitano: bar, ristoranti, sale di ritrovo e lettura, edicole, negozi, aria condizionata, marmi, moquettes e immense vetrate brunite. Anni fa è costato 100 milioni di dollari (60 miliardi). Vi fanno capo 16 linee americane e straniere: 1050 arrivi e partenze ogni giorno — 766 sono voli passeggeri — in totale circa 7 milioni di viaggiatori e 200 mila tonnellate di merci l'anno. Penso a Caselle. Il taxi (10 dollari per 35 chilometri) Imbocca una delle sei autostrade che convergono a ventaglio sulla città. Tre carreggiate ogni corsia, tra l'una e l'altra una distesa di prati. L'autista, un negro con i capelli bianchi, mi assicura che nei 5 mila chilometri quadri dell'area esistono oltre 30 aeroporti. L'infor¬ mazione è esatta. Il più importante è il City airport di Detroit a 10 minuti dal centro; ospita 300 aerei in maggioranza privati, due anni fa vi è stato costruito un nuovo lussuoso terminal con la pista n. 2 e 50 piccoli hangars. Appena fuori dell'area metropolitana, presso Ypsilanti (54 chilometri da Detroit) c'è un secondo aeroporto continentale. Questo è un paese dove salire in aereo è più naturale che prendere l'autobus. L'autostrada — non si paga pedaggio — attraversa il colossale regno della Ford, zone residenziali alternate a zone industriali. Poi s'inserisce nella prodigiosa rete delle freeways cittadine. Arrivo alla meta — il mio albergo è nel centro, e il centro di Detroit si affaccia sul fiume — senza ingorghi né code. « E' sempre così qui da voi? » « Non sempre, ma spesso. C'è l'obbligo di un mìnimo di velocità, oltre che del massimo. Così nessuno fa il furbo e si cammina ». In autostrada fino al centro. Al Dipartimento Strade e Traffico il direttore Alger Malo m'illustra 11 sistema delle arterie veloci che intersecano il tessuto urbano di Detroit, progettato a forma di ruota e scandito, oltre il Gran Circus Park, da una strada ogni miglio. « Poche città — dice — hanno una rete come la nostra ». Il problema dell'attraversamento rapido s'è affacciato per la prima volta nel '36 « ma soltanto dopo la guerra, con lo straordinario aumento del traffico, fu chiaro che bisognava agire subito se si voleva evitare la paralisi », Un'auto ogni 2,3 abitanti; 1.400.000 nell'area, 625 mila nella sola città. La costruzione del « sistema », iniziata nel '50, sarà completata tra il '70 e il '72. « Si tratta dì una novantina di chilometri " nell'interno" di Detroit, collegati con 450 chilometri di expressways all'esterno e con 1500 chilometri di autostrade statali o interstatali. Spesa prevista 709 milioni di dollari, ma il consuntivo sarà superiore ». partecipa al silenzioso, imponente rush quotidiano è fatto di mezzo milione di pendolari che al mattino partono dagli exurbia per venire a lavorare in città e alle 17-18 (tutti, anche i negozi fanno orario continuato) tornano a casa. Secondo recenti statistiche, gli spostamenti avvengono per l'85-88 per cento in auto; il resto viaggia in pullman, o con altri mezzi. Sono disciplinati gli automobilisti? Jack Marushla, della Counter crime clinic, mi mostra le cifre: 455.000 multe in un anno per violazione alle norme del traffico; 71.495 incidenti (il 50 per cento causato da ubriachezza) con 208 morti e 23 mila feriti. E le multe per sosta vietata? 196 mila. Tutto il mondo è paese. Nemmeno Detroit offre spazio sufficiente ai suoi cittadini motorizzati, malgrado 1 42 mila posti macchina, i parcheggi a più plani dei grandi magazzini o delle grandi società. Posteggiare in un garage privato costa 3-7 dollari il giorno. Il municipio, attraverso la Parking authority, gestisce 25 parcheggi, tra cui 8 coperti e 5 sotterranei. Capacità complessiva 8200 auto, unità parcheggiate lo scorso anno 3,8 milioni. Incasso 1,2 miliardi di lire. Detroit. La « downtown », centro degli affari. Sul fiume si affaccia il Cobo Hall, gigantesco palazzo per esposizioni

Persone citate: Alger Malo, Circus Park, Detroit, Doxiadis, Flint, Jack Marushla, Lansing, Parking, Port Huron, Ypsilanti