L'antidoping ad una svolta

L'antidoping ad una svolta IN CAMPO L'antidoping ad una svolta Una nuova regolamentazione con severe sanzioni decisa dai dirìgenti del ciclismo - Ma qnal è l'elenco delle sostanze proibite? I dirigenti del ciclismo internazionale, riuniti a Ginevra, hanno affrontato lo spinoso problema del doping, quel problema che, nella scorsa stagione, ha minacciato di creare una crisi dalle incalcolabili conseguenze. E' stata posta sotto esame la situazione, si è fatto tesoro (almeno lo speriamo) di esperienze vecchie e recenti. Ne è nato un regolamento nuovo, che considera l'elenco delle sostanze proibite, il metodo di controllo e, naturalmente, anche le sanzioni per i colpevoli. I vari articoli della legge verranno pubblicati tra qualche tempo. Per ora, in modo ufficiale si conosce soltanto la tabella delle punizioni, che saranno applicate a partire dal 1970. Notevole e giusta severità per i dilettanti. L'atleta scoperto colpevole, la prima volta verrà messo fuori corsa e subirà un mese di sospensione; la seconda volta, i mesi di sospensione saranno tre; la terza volta, sospensione di un anno; la quarta volta, ritiro della tessera. Pugno di ferro anche per i professionisti. Per la prima infrazione, in caso di gare in linea, 145 mila lire di multa, esclusione dall'ordine d'arrivo e un mese di sospensione con la condizionale; in caso di corse a tappe, uguale multa, uguale sospensione, retrocessione all'ultimo posto della classifica di tappa col tempo reale e dieci minuti di penalizzazione. Inoltre, sia nelle competizioni in linea come in quelle a tappe, la seconda infrazione costerà l'esclusione dalla gara, tre mesi di sospensione più il mese della prima infrazione; e la terza infrazione, oltre all'esclusione dalla gara, vorrà dire anche il definitivo ritiro della licenza. Non tutti sono d'accordo, chi era del parere che i professionisti, proprio perché tali, dovrebbero aver libertà piena di «corroborare » il personale rendimento come meglio gli aggrada, è rimasto della sua idea. Per noi, invece, ad evitar abusi, una legge anti-doping era ed è necessaria ed ha da essere legge pesante poiché, altrimenti, non avrebbe alcuna efficacia. Giusta è la condizionale alla prima infrazione in campo professionistico (se la legge fosse stata in vigore lo scorso anno, forse si sarebbe salvato il Giro...); piuttosto il ritiro della licenza come ultima sanzione può sembrar eccessivo, pur se, in realtà, davvero non riusciamo ad anticipare il caso di un atleta che, « bruciato » in : due occasioni, si lasci co- j gliere ancora dalla tentazione del doping. Piuttosto, il nocciolo della questione è un altro. Come verrà redatto l'elenco I delle sostanze proibite? E quale sarà il metodo da usare nei vari controlli? Ed il metodo prescelto riusci; rà, nel limite del possibile, a cancellare proprio ogni dubbio, così da offrire il massimo delle garanzie ai corridori sotto esame? Siamo alle solite, s'avverte la necessità di una chiarezza assoluta, specie per quanto riguarda i prodotti ritenuti nocivi. Se no, il discorso si ripeterà senza capo né coda, all'insegna di una eterna, vuota polemica, a cavillare se un prodotto «X» o «Y» sia da ritenere come un semplice medicamento o sia invece da etichettare alla stregua di colpevole droga. Così come avrà capitale importanza il metodo d'indagine che dovrà essere rigorosamente uguale per tutti e in tutte le occasioni. Fra tante discussioni, è certo che i ciclisti più non esagerano nell'adoperare determinate sostanze. Ma s'avverte la necessità che l'intero ambiente si convinca della serietà del controllo: un solo" esempio contrario e si tornerebbe da capo nel valzer irritante dei dubbi e dei bi sticci. Gigi Boccacini f Bracke, dopo 11 vano tentativo In Messico, l'anno prossimo cercherà di migliorare 11 primato mondiale dell'ora di Bitter a Roma sulla pista del Velodromo Olimpico. dtdcldndoCmti2csmn"m

Persone citate: Bitter, Gigi Boccacini

Luoghi citati: Ginevra, Messico, Roma