Le più feroci furono le donne di Mario Ciriello

Le più feroci furono le donne I particolari crudeli della strage di Bel Air Le più feroci furono le donne Le « schiave » di Satana infierirono con il coltello su Sharon Tate e inzupparono un asciugamano nel suo sangue per scrivere la parola «Porci» - La sconcertante personalità di Charles Manson, il sinistro capo del gruppo: figlio di una prostituta, passò l'infanzia tra orfanotrofio e riformatorio; ne uscì per girare da un carcere all'altro - Tra gli hippies di San Francisco credette di trovare la sua rivincita sulla società - Il giudice lo ha accusato di «cospirazione» nel duplice massacro (Dal nostro Inviato speciale) New York, 4 dicembre. Domani, le autorità di Los Angeles chiederanno a una « Grand Juy » il rinvio a giudizio di « Alneno sette persone» per il massacro, il 9 agosto, di Sharon Tate, Jay Sebring, l'ereditiera Abigail Folger, il suo amante Voityck Frokowski, il giovane Steven Parent e per l'uccisione, forse, 24 ore dopo, dei coniugi La Bianca. Domani, dunque, avremo la risposta ad interrogativi ancora oscuri. Chi sono infatti gli altri assassini? Ne conosciamo soltanto quattro, tre ragazza e un uomo, Patricia Krenwinkel, Linda Kasabian — sposata e incinta da sei mesi — Susan Atkins e Charles Watson, Chi era il quinto hippy penetrato nella villa di Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski? E quale parte svolsero 1 probabili imputati, di cui non conosciamo né il nome né il volto? Vi è il mistero di Charles Manson, il sinistro capo della « famiglia » hippy cui appartenevano tutti questi giovani. « Gli schiavi di Satana » Manson era Satana, gli altri erano gli schiavi. SI sa che fu Manson a volere la strage nella villa in Benedict Canyon: ma ancora non si sa se vi prese parte, sia pure a distanza. Susan Atkins — la quale, si badi bene, è per ora accusata di un altro crimine, l'assassinio, in luglio, del musicista Gary Hinman — sostiene che Manson non era presente e non sembra mentire. Manson avrebbe dato gli ordini, — e questa sera il sostituto procuratore lo ha accusato per la prima volta di « cospirazione » — ma si sarebbe tenuto lontano dal luogo del delitto. Lo stesso avrebbe fatto la sera successiva, quando comandò ai suoi « giustizieri » di scegliere una famiglia « a caso » e fu quella dei La Bianca — e'di « sterminarla », come prova del loro «sangue freddo».. Non basta. Vi è un altro ossessionante interrogativo. Com'era composto il quintetto avventatosi, il nove agosto, contro Sharon Tate e i suoi ospiti? Un avvocato della Atkins dice: due uomini e tre donne. L'altro avvocato della Atkins dice: un uomo e quattro donne. Un fatto è certo, le più feroci belve furono le ragazze, presumibilmente Linda Kasabian e Patricia Krenwinkel, queste due signorine cattoliche — una, la Krenwinkel, ha studiato per circa un anno dai gesuiti — entrambe di buona famiglia, anche se con i genitori in disaccordo. Sharon Tate non fu trucidata da un uomo, ma da queste giovani. E' tra i capitoli più agghiaccianti nella storia della criminalità. Erano drogate, queste furie, quando si scagliarono sulle vittime? Quasi lo si spera, per attenuare l'orrore del gesto. Abbiamo adesso due testimonianze sui fatti del nove e dieci agosto. Una è di Susan Atkins — la quale ammette d'essere stata presente al massacro in casa Tate, ma sostiene di aver « guardato e non agito » — l'altra di Shelly Nadell. Questa donna, di 31 anni, è in carcere a Los Angeles, per consumo o traffico di narcotici. Non è chiaro se fosse tra gli « schiavi di Satana», si sa però che, con le sue informazioni, raccolte in prigione, tra l'altro dalla Atkins, diede spinta decisiva alle indagini delle autorità. Ascoltiamo la Atkins. « La spedizione contro la villa di Sharon Tate fu compiuta da cinque persone, tutte vestite di nero. Un uomo aveva una pistola. Le ragazze avevano coltelli. L'automobile fu lasciata vicino alla casa per poter fuggire in fretta. Un uomo si arrampicò su un palo e tagliò i fili del telefono e dell'elettricità. D'improvviso, scorsero Steve Parent, il quale s'apprestava an andarsene. Fu ammazzato, al volante della sua macchina, con una scarica d'arma da fuoco. Poi, qualcuno s'infilò in una finestra aperta e spalancò la porta d'ingresso. Frokowski era disteso su un divano. Sharon Tate e Sebring erano nella camera da letto dell'attrice, parlavano. La Folger era in un'altra stanza da letto e leggeva un libro ». L'atroce cronaca continua: « Alla Tate e a Sebring fu' ordinato dapprima di non muoversi: poi vennero condotti fuori della stanza. Miss Tate cominciò a dare segni di ansietà. Voleva essere certa che nessuno avrebbe fatto del male al suo bambino. Era incinta da oltre otto mesi. Non chiedeva altro: implorava "lasciatemi il mio bambino. Risparmiatelo". Ma fu uccisa. Sebring non disse quasi nulla. Fu ucciso, Frokowski tentò di fuggire, ma, mentre stava per varcare la porta della casa fu abbattuto da un colpo alla testa con il calcio della pistola. Abigail Folger offri tutti i soldi che aveva, 73 dollari, supplicava pietà. I soldi furono presi ma la donna fu ammazzata. Era passata circa mezz'ora. Una signora in una casa vicina udì del rumore, uscì a esplorare. Ma il gruppo riuscì a scappare in macchina senza essere scorto». Ascoltiamo Shelly Nadell: « Le donne furono le più scatenate. Una prese un asciu¬ gamano, lo intinse nel sangue di una delle vittime e scrisse "porci" sulla porta d'ingresso. Lo stesso asciugamano fu quindi posto sul capo di Sebring in modo da farlo sembrare un cappuccio. La sera dopo, gli stessi cinque ricevettero l'ordine dì tornare a Los Angeles e di assassinare una famìglia scelta a caso. Dovevano dimostrare di non èssere rimasti turbati dalla impresa nella villa di Sharon Tate, di non aver perduto la freddezza necessaria per ese guire ogni comando. La signora La Bianca fu uccisa da una delle ragazze, mentre gli altri ammazzavano il marito e ne mutilavano il corpo con un forchettone. Poi, fecero tutti la doccia, aprirono il frigorifero e mangiarono. Finito il pasto, rientrarono alla loro comunità del deserto ». La comunità era quella organizzata e diretta, nella «Valle della morte », da Charles Manson, di 34 anni, colui che, con un audace eufemismo, è descritto da alcuni giornali come il « guru nomade ». Questa tribù hippie — formatasi dopo l'esodo in settembre di Manson e altri da un campo più vicino a Los Angeles — fu dispersa in ottobre, quando la polizia arrestò, per furto e altri reati, 26 dei suoi abitanti, tra le quali 17 fanciulle nude o seminude. Su Manson non gravano ancora accuse di omicidio: ma il P.M., accusandolo stasera di cospirazione, indica in lui l'ideatore delle delittuose imprese. E' in carcere a Independence, in California, dove è stato rinviato ieri a giudizio per aver rubato una vettura e per aver ottenuto illegalmente altre merci. E' una triste storia, quella di Manson. Sua madre batteva i marciapiedi di Cincinnati: non aveva che sedici anni quando lo mise al mondo, figlio di « padre ignoto ». Accusata d'aver percosso un cliente, la donna andò in salerà. Quando uscì cominciò a girare l'America, con il piccolo Charles. Questa fu l'infanzia di Manson. La madre faceva la prò stituta, lui la seguiva, negletto, maltrattato. La donna cercò di affidarlo ad altre persone: intervennero le autorità e, a 12 anni, 11 ragazzo fu messo in un istituto per figli abbandonati. Charles fuggì, fu preso e messo in riformatorio. Il riformatorio divenne carcere, in una continua escalation di ribellioni e punizioni. Man son rubava, falsificava, seduceva minorenni, ma — a quanto pare — non commise mai violenze. Nel marzo '67, tutti i suoi debiti con la giustizia erano finalmente pagati; Finì tra gli hippies di San Francisco, dove scopri una «nuova vita»: le sue doti musicali e il suo aspetto lo innalzarono tra i leaders e, l'anno dopo, quando andò a Los Angeles, era preceduto da una certa fama come «menestrello hippie». Accolto con simpatia da alcuni suonatori beat e dal musicista Gary Hinman con il quale abitò vari mesi — Manson entrò, per qualche tempo, nel « giro » artistico di Hollywood. Ma le promesse fattegli non si realizzarono: nessuno volle la sua musica: e fu da quel momento, sembra, che nacque in lui la diabolica idea di usare i suoi «schiavi», stregati dal suo fascino, come strumento per le sue vendette. Sarebbe dunque stato Manson a far ammazzare Gary Hinman da un «plotone di esecuzione » di cui faceva parte Susan Atkins. Si sa anche perché ordinò di compiere l'eccidio a casa Tate. Nella villa era vissuto per un certo periodo Terry Melcher, figlio della cantante Doris Day, che aveva promesso a Manson d'incidere su disco un suo motivo: ma la promessa non fu mantenuta e il leader hippie, esasperato perché nuovamente «respinto» dalla società, decise di massacrare i nuovi inquilini, che forse neppure conosceva, simbolo per lui di un « establishment » opulento fastoso e arrogante. Poi, i coniugi La Bianca. Poi, forse, altre due o tre vittime su cui non si hanno ragguagli. Non basta. Secondo certi giornali, Manson « aveva in programma » l'eliminazione di circa dieci altre persone, tutte personalità del cinema e della finanza. Sono ricchi signori che avrebbero invitato qualche volta, per svago o per gioco, gli hippies di Manson, ma non ne vollero poi più sapere. I ire giovani imputati della strage in Benedict Canyon sono stati arrestati tutti fuori della California. Linda Kasabian, riconosciutasi colpevole, è già partita dal New Hampshire, luogo del fermo, per Los Angeles. Watson e Patricia Krenwinkel si dichiarano innocenti e le autorità californiane dovranno chiedere l'estradizione. Per Watson al Texas e per Patricia all'Alabama. Mario Ciriello 4 Los Angeles. Due delle giovani « schiave di Satana » in attesa di essere interrogate dal giudice istruttore. Sono Lynn Fromm, 21 anni, e Sandra Good, di 26, che allatta il bimbo di due mesi e mezzo (Telefoto Associated Press) Los Angeles: Charles Manson, « Satana », dal giudice. E' stato interrogato 8 ore (Tel. AP)