Padre, madre e tre figli uccisi nel sonno dai gas del braciere

Padre, madre e tre figli uccisi nel sonno dai gas del braciere Allucinante tragedia in un casolare presso Napoli Padre, madre e tre figli uccisi nel sonno dai gas del braciere L'uomo, un bracciante, aveva 47 anni, la moglie 49 e i tre giovani rispettivamente. 19, 18 e 13 anni Sono stati avvelenati dalla carbonella contenuta in una stufetta accesa per combattere il freddo (Dal nostro corrispondente) Napoli, 1 dicembre. Un'agghiacciante tragedia è avvenuta la notte scorsa alla periferia di Castellammare di Stabia, centro turistico e industriale a trenta chilometri da Napoli. Una famiglia di cinque persone — padre, madre e tre figli — è morta nel sonno, avvelenata dalle esalazioni di ossido di carbonio sprigionatesi da un braciere acceso. Le vittime sono il bracciante agricolo Giuseppe Ingenito di 47 anni, sua moglie Annunziata Montagnara di 49, ì figli Raffaele di 19 anni, Emilia di 18 e Lucia di 13. Unico superstite il cane, un setter, che, quando sono giunti i soccorsi, guaiva pietosamente. Sono scampati alla tragedia, perché da tempo lontani da casa, altri due figli degli Ingenito, Francesco Saverio di 20 anni, militare in Sicilia, e Carmela di 12 anni, ospite di un istituto religioso di Napoli. Il dramma, che affonda le radici nella miseria e nella ignoranza, è avvenuto in un casolare di campagna di via Vena della Fossa, la strada provinciale che divide Stabia dal comune limitrofo di Graguano. L'allarme è stato dato stamane verso le 11.30 da un cognato dell'Ingenito, Giovanni Del Sorbo di 35 anni, che abita poco distante dalla casa della tragedia. Il Del Sorbo ogni mattina si recava insieme con il cognato al lavoro nei campi, ma stamane la pioggia là ha tenuto lontano dalla sua attività, ed egli si è attardato a letto. I lamentevoli guaiti del cane che provenivano dall'abitazione dei parenti lo hanno insospettito ed è andato a bussare con insistenza all'uscio. Nessun segno di vita proveniva dal misero casolare e soltanto l'abbaiare del cane era la risposta ai suoi ripetuti richiami. Giovanni Del Sorbo in un primo momento ha creduto che i congiunti fossero andati a letto molto tardi ieri sera e che ancora dormissero. Non ha insistito nei richiami, conoscendo il carattere chiuso ed ombroso del cognato, e si è allontanato. Poco dopo, però, è ritornato sui suoi passi ed ha nuovamente bussato ripetutamente all'uscio degli Ingenito, sempre con esito negativo. Infine, preoccupato, ha chiesto l'intervento dei carabinieri. Giunti sul posto i militi sono penetrati nell'abitazione dopo aver rotto il vetro di una finestra al pianterreno. In casa, un silenzio agghiacciante, l'aria è irrespirabile. In cucina il fornello è spento, in un angolo dell'altro piccolo vano al pianoterra, adibito a deposito dì attrezzi agricoli, è accucciato il setter. Rimangono da ispezionare la stanza da letto che il bracciante ha ricavato dall'ammezzato sovrastante la cucina e la stanzetta da pranzo. Qui lo spettacolo è agghiacciante: nel grande letto ma¬ trimoniale vi è Giuseppe Ingenito, cadavere; accanto a lui, con la testa riversa sul pavimento, sua moglie, pure morta. Anche i tre figli che giacciono nelle brandine luna accanto all'altra sono morti. I volti delle cinque vittime non denunciano sofferenza. II decesso è avvenuto da molte ore, nel cuore della notte mentre tutti dormivano. Soltanto Annunziata Montagnara deve aver avvertito qualche disturbo, forse dolor di capo, ed ha tentato di alzarsi, ma le forze le sono mancate e si è abbandonata riversa sul letto, con la testa penzoloni verso il pavimento. Sul posto via radio viene richiesta la presenza di un medico legale e del pretore di Castellammare di Stabia. Sì accerta che il decesso è sopravvenuto per intossicazione da ossido di carbonio. Poco dopo le barelle fanno la spola lungo la scala che dall'ammezzato porta al pianterreno per trasportare le bare alla sala mortuaria del cimitero di Stabia per l'esame necroscopico. Nella mìsera casa di via Vena della Fossa restano i carabinieri che iniziano le indagini. E' presto accertato perché l'intera famiglia è morta, la causa è stato il braciere, posto su due mattoni sistemati sul pavimento al centro della stanza. Durante la notte le esalazioni di ossido di carbonio sprigionatesi dai carboni accesi hanno saturato l'ambiente e gli sventurati sono passati dal sonno alla morte quasi senza accorgersene. I parenti accorsi nella casa teatro del dramma non sanno darsi. pace, inebetiti dal dolore. «Soltanto ieri — mormorano fra le lacrime — Giuseppe aveva costruito con una latta da benzina il rudimentale braciere per riscaldare la stanza e asciugare l'ambiente che aveva tinteggiato da poco ». a. 1. Napoli. Le parenti delle cinque persone morte asfissiate presso Castellammare (Telefoto Ansa)

Persone citate: Del Sorbo, Francesco Saverio, Giovanni Del Sorbo, Giuseppe Ingenito, Ingenito

Luoghi citati: Castellammare, Castellammare Di Stabia, Emilia, Napoli, Sicilia