"L'assoluto naturale,, e la donna divoratrice

"L'assoluto naturale,, e la donna divoratrice "LE PRIME SULLO SCHERMO,, "L'assoluto naturale,, e la donna divoratrice il film di Bolognini ispirato al «dialogo filosofico» di Parise «Minuto per minuto senza respiro»: thrilling americano - «Un esercito di 5 uomini»: prima della rivoluzione messicana (Metropoli — Sarebbe uno sbaglio confondere L'assoluto naturale con uno dei so- liti prodotti del cinema ero-1tico di consumo. E non solo per l'estrinseca ragione ch'esso discende dal . pregnante « dialogo filosofico » di Goffredo Parise (che già lasciò il suo .segno nel soggetto dell'Ape regina), ma proprio perché il regista Mauro Bolognini, sempre a casa sua ove si tratti di misoginia, ha accostato di molto, nel film odierno, la qualità visionaria dell'originale, dove l'erotismo, che sembra presentarsi di faccia, è in effetto aggirato, scomposto nei suoi elementi spettrali. L'« assoluto naturale » è l'amore come fatto, come animalità, in contrapposto all'amore come sentimento o peggio come passione. E se ne fa banditrice la protagonista del film, che è a sua volta, come spesso le donne, una cieca ministra della natura, col sedurre e piegare a quel tenore fattuale (del resto già espresso dal sintagma « far l'amore ») un intellettuale.. Costui per un poco regge pòi cede; cede facendo rientrare idee generali dove è convenuto non abbiano luogo, insomma innamorandosi della donna bellissima, che dall'ammonirlo semplicemente (col mostrargli per esempio un allevamento di bachi da seta, ove l'amore si fa In assoluta purézza) passa a punirlo esibendogli i propri amplessi con altri uomini, e anche, e più sottilmente, introducendolo in crocchi di vecchie megere ancora lordate del sangue dei molti uomini che divorarono. Ma il nostro, schiavo dell'intelligenza che sempre più lo profonda nella passione, non impara nulla; o impara soltanto che in un mondo fatto a quel modo, con la cultura irrisa e gli uomini degradati a oggetti, lui ci sta a pigione; e cosi si uccide, dandogli una mano a farlo, con la sua automobile, la donna tremenda. L'intera vicenda è del resto tremenda, d'una tremendità tutta concettuale, allusiva, volutamente grottesca; e questo, salvo qualche caduta di gusto qua e là, il regista ha ben capito, facendo collimare quella storia più che audace con un apologo della distruzione umana, quale traspare dalle scenografie sepolcrali e dal cupo della recitazione. Dove, per una strana sorte, Sylva Koscina, che ha pur la conformazione della donna per bene, si trova ottimamente, e non soltanto per il peso della propria nudità; come anche il suo compagno, qui più mesto del solito e con ragione, l'inglese Laurence Harvey. * * (.Ambrosio) — Un giovane paranoico, fotografo disoccupato, piccato che la sua ragazza, incinta di lui, abbia voluto abortire e poi lasciatolo per sposare un avvoca to dabbene, aspetta soltanto ch'ella si trovi in istato to teressante per togliere a perseguitarla: durante la gravi' danza prima, con atroci scher zetti atti a fare sconciare un'elefantessa, una locomotiva, e poi, scodellato il parto, entrandole in casa come ritrattista di pupi e intimandole di uccidere con le sue proprie mani la creatura: e questo per ragguagliare le partite tra il primo bambino e il secondo. Non mai furore di padre orbato divampò più orrendo e consequenziario sullo schermo. Ma occorre un notevole sforzo per credere alla situazione schizo-ginecologica di Minuto per minuto sema respiro («Daddy's gone a-hun ting»); occorre agli stessi patiti del genere thrilling di bocca più buona: perché il film prodotto e diretto da Mark Robson manca di quel minimo di verosimiglianza che permette allo spettatore di muoversi a suo agio den tro una sia pur artificiosa prospettiva, e i personaggi sono così unidimensionali da essere totalmente assorbiti dalle « funzioni » affidate loro dall'intreccio, Fatto però detto sforzo, si apprezza (oltre alle panoramiche di San Francisco) l'abilità con cui Hollywood sa spremere un soggetto, quale che sia, fino all'ultima goc eia, implicandovi fino allo spasimo i nervi di quei fantocci e per simpatia (qui un po' pigra a muoversi) quelli degli spettatori. Ovviamente le cose per la povera mamma finiscono bene: ma su un cornicione di grattacielo, in un massimo di suspense, specie per il lattante che ne penzola. L'eroina è Carol White (la brava protagonista di Poor cow), il pazzo Scott Hylands (un esordiente in cui si può confidare), il marito Paul Burke. Colori. 1. p. (Nazionale) — Come avevano dimostrato la settimana scorsa nello stesso locale i magnifici sette, anche gli avventurieri di Un esercito di 5 uomini hanno un cuore, e non solo fegato. La stan- ca sceneggiatura di Dario Ar gento li conduce nel Messico prerivoluzionario, dóve un vagone carico d'oro li aspetta: è la sequenza centrale del film a colori che qui trova una sua tensione. Un intiero esercito non riesce a sbarrare la via ai cinque, i quali rompono l'accordo solo al momento della divisione del bottino (mezzo milione di dollari). Ma basta che si profili all'orizzonte un plotone di cavalleggeri governativi perché le forze nuove del Messico possano contare sul loro disinteressato appoggio. Regista e produttore è Italo Zingarelli, gli attori — tra quali Peter Graves e Nino Castelnuovo — inesistenti. vice

Luoghi citati: Hollywood, Messico, San Francisco