Condanna per direttissima ai coniugi che testimoniarono il falso in Assise

Condanna per direttissima ai coniugi che testimoniarono il falso in Assise Condanna per direttissima ai coniugi che testimoniarono il falso in Assise Due anni e 7 mesi all'uomo, quattro mesi alla donna - Erano stati interrogati al processo contro gli zingari accusati del delitto di Leinì Sospeso il processo contro i due zingari, la Corte d'Assise ha giudicato ieri 1 due testimoni Incriminati martedì mattina in udienza per calunnia e falsa testimonianza. Giancarlo Mala e la moglie Giuliana sono stati riconosciuti colpevoli e condannati, 11 primo a 2 anni e 7 mesi (per calunnia e falso), la secon. da a 4 mesi con la condizionale (per falso). L'uomo, che al momento dell'arresto ordinato dal presidente dott. Luzzati, si trovava in stato di detenzione per guida senza patente, rimarrà in carcere: potrà sperare nell'appello solo per la calunnia (per la falsa testimonianza il Codice non prevede 11 secondo grado di giudizio, ma 11 ricorso per Cassazione) . Ricordiamo In breve 1 fatti che hanno portato 1 due testi alla Incriminazione. La Corte d'Assise è chiamata a giudicare gli zingari Felice Dellagaren e la sua convivente Anna Cena per la morte del pensionato di Lelnì Pancrazio Savore travolto, 11 7 gennaio scorso, da un'auto di girovaghi che aveva sorpreso poco prima a rubare nella sua cascina. I carabinieri accertarono che la macchina era una 1500 Vigna¬ le bianca, intestata alla Cena. Dalla giovane fu facile risalire al suo amico, Felice Dsllagaren, mentre gli altri due zingari che parteciparono al delitto sono rimasti sconosciuti. Il Dellagaren fu rinviato a giudizio per omicidio preterintenzionale, la Cena per tentata rapina. La prova più pesante a suo carico è rappresentata dalla testimonianza del meccanico-demolitore Giancarlo Mala il quale, in istruttoria, disse: « La sera del 7 gennaio Felice Dellagaren venne a casa mia pregandomi di demolirgli la 1500 Vignale bianca perché " aveva combinato un bel pasticcio ". Io mi rifiutai di distruggerla. Quella sera al colloquio era presente anche mia moglie ». Davanti alla Corte, martedì mattina, 11 Mala ha ritrattato: « Non è vero niente, ho detto quelle cose perché il maresciallo Garruzzo del carabinieri mi minacciò ». La moglie disse: « Una sera, non ricordo se fosse proprio 11 7 gennaio, il Dellagaren venne a casa mia per parlare di un debito; mio marito non c'era ». Ieri mattina 11 teste ha cercato di sminuire 1 fatti, almeno per quanto riguardava la calunnia al sottufficiale: « Forse — ha detto — ho interpretato male la frase del maresciallo. Avevo tanta paura di finire in carcere; comunque ripeto che il Dellagaren non venne a propormi di fargli sparire l'auto ». Presidente — Perché ha insistito nella prima versione anche davanti al p. m. e al giudice istruttore? Di loro non avrebbe dovuto aver più^ paura, e dire la verità ». Imputato — Avevo paura. Il maresciallo Garruzzo è stato molto chiaro: « Gli domandai se aveva distrutto l'auto del Dellagaren, ma il Mala negò. Capii che aveva paura della vendetta degli zingari e lo rassicurai dicendo: " Se ti fanno qualcosa, telefona a me o a qualche altro carabiniere ". Allora il Mala ammise che lo zingaro era venuto a casa sua per proporgli la demolizione della 1500 ». La moglie Giuliana Mazlga ha ripetuto ciò che aveva detto nella deposizione alla Corte. « Venne da me una sera, ma per parlare d'altro. Mio marito era assente ». E' stata smentita dal maresciallo Gentile. Stamane si riprende 11 processo contro i due zingari. S- ro,

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