Arrestato sotto l'accusa di estorsione il titolare della "Genepin" di Pinerolo

Arrestato sotto l'accusa di estorsione il titolare della "Genepin" di Pinerolo Per ordine della Procura della Repubblica di Pavia Arrestato sotto l'accusa di estorsione il titolare della "Genepin" di Pinerolo In carcere anche un industriale milanese e un professionista di Pavia - Avrebbero raggirato per parecchi milioni la moglie del direttore della Slanda di Napoli - Spiccati altri sei mandati di cattura (Dal nostro corrispondente) Pavia, 25 novembre. Due industriali, uno di Pinerolo e uno dì Milano, ed un noto professionista di Pavia sono stati arrestati stamani per estorsione e truffa ai danni di una giovane donna residente a Domo, Isabella Passerini, di 23 anni, moglie del direttore della Stando di Napoli. Gli arrestati sono Andrea Chabert, di 47 anni, abitante a Pinerolo in via Nazionale 208, titolare della distilleria « Pin » produttrice del « Genepin »; Sandro Vernazza, di 38 anni, abitante ad Usmate Velate, in via Medaglie d'Oro 14; e il geom Giovanni Morandotti, di 39 anni, abitante a Pavia in via Volta 5; questi ultimi sono amministratori della società a responsabilità limitata « John Ver's », un'industria di ceramiche' con sede a Villanova Dardenghi, un paese situato a pochi chilometri da Pavia. La procura della Repubblica di Pavia ha emesso contemporaneamente altri sei mandati di cattura nei confronti dì altre persone di cui per ora non è stato rivelato il nome. La Passerini, tempo addietro, era stata invitata dal Morandotti e dal Vernazza a far parte della società «John Ver's ». Aderendo all'invito la giovane versò una cifra che pare s'aggirasse sui 30 milioni, riservandosi di effettuare un secondo versamento di lì a qualche mese. Trascorso il periodo di tempo stabilito, la donna che non disponeva della cifra (pare altri trenta milioni), si fece dare in prestito la somma dal padre, Pio Passerini, gestore, a Domo, di un servizio di autolinee. I trenta milioni non vennero però più consi-derati sufficienti dagli amministratori, i quali consigliarono alla Passerini dì aumen- tare l'importo firmando assegni e cambiali per oltre 40 milioni a garanzia del suo completo inserimento nella società. Per non perdere quanto aveva già precedentemente versato, la giovane si vide così costretta a firmare assegni, avvertendo però i due amministratori che non erano coperti. Questi, approfittando di tale situazione, cominciarono a mettere in atto una serie di intimidazioni e di minacce. A questo punto nella vicenda si sarebbero inseritealtre persone molto note a Milano, Genova e Pavia. In balìa di individui che la tenevano costantemente sotto il ricatto di un'azione giudiziaria, la Passerini si vide costretta ad accettare alcuni compromessi per chiedere la restituzione di quanto aveva effettivamente versato e la rinuncia ad entrare a far parte della società. A tale fine si sarebbe rivolta allo Chabert, il quale pare si trovasse in possesso di suoi assegni per un importo di oltre 15 milioni. In effetti la somma che la Passerini avrebbe dovuto dare allo Chabert era inferiore di circa due terzi. Ma la cifra risultava « gonfiata » a causa dell'alto interesse che era stato preteso. Sembra che lo Chabert fosse al corrente della reale posizione della Passerini e, malgrado ciò, si sarebbe rifiutato a più riprese di restituire gli assegni dietro pagamento dell'importo effettivamente dovuto. L'industriale pinerolese avrebbe anzi rivolto minacce alla donna qualora non avesse versato entro brevissimo tempo l'intera cifra. Il Morandotti, lo Chabert ed il Vernazza, arrestati con azione simultanea a Pavia, Pinerolo e Milano, sono stati associati alle carceri di via Romagnosi. I carabinieri di Pavia stanno ora ricercando altre sei persone nei confronti delle quali la procura della Repubblica di Pavia ha spiccato mandato di cattura. Di ora in ora sono attesi ì loro arresti. f. p. Pinerolo. Andrea Chabert, l'industriale arrestato ieri