Un ex soldato americano alla tv racconta il massacro di Son My di Mario Ciriello

Un ex soldato americano alla tv racconta il massacro di Son My Negli Usa si vuol conoscere tutta la verità Un ex soldato americano alla tv racconta il massacro di Son My Il ventiduenne Paul Meadlo: « Il ten. Calley mi ordinò di sparare. Credo d'averne uccisi 10 o 15» - L'indagine della Corte marziale e l'inchiesta del Congresso (Dal nostro inviato speciale) New York, 25 novembre. L'America vuole conoscere tutta la verità. Nulla ormai potrà più essere celato del « massacro di Son My »: stampa e televisione sono decise ad andare a fondo e, sotto la loro spinta possente, le autorità non potranno che agire. Il processo è già avviato. Ieri, l'esercito ha annunciato l'incriminazione del tenente William L. Calley, il quale sarà giudicato da una Corte marziale sotto l'accusa di aver assassinato con premeditazione « almeno » 109 uomini, donne e bambini. Il dibattimento sarà pubblico. Vaste indagini stanno inoltre cercando di' stabilire le responsabilità di tutti gli altri militari — circa 105 — della « Compagnia C », l'unità calata su Son My. Un'imputazione « preliminare » di « aggressione a fine omicida» è già stata formulata contro il sergente David Mitchell. Altri venticinque militari, secondo voci non ufficiali, starebbero per essere denunciati alla Corte marziale con le medesime imputazioni del tenente Calley. L'ufficiale — se l'accusa sarà provata — potrà essere condannato a morte o all'ergastolo. Un'altra inchiesta, diretta dal generale William R. Peers, ha invece rivolto la sua attenzione alla prima indagine, quella eseguita dalle autorità militari locali in Vietnam dopo lo scempio del 16 marzo 1968 a Son My (nelle loro operazioni, gli americani chiamavano il villaggio My Lai 4: e la zona era definita « Pinkville »). Gli investigatori del comando di Brigata dal quale dipendeva la compagnia conclusero che non erano necessarie « azioni disciplinari », per cui il rapporto fu archiviato. La stampa chiede: « Perchè quegli ufficiali giunsero a tale conclusione? Per un errore di giudizio, per mancanza di prove o perché volevano nascondere una vergognosa verità? ». Sono le do mande alle quali dovrà trova re risposta il generale Peers, Sul massacro — nel quale sarebbero perite, secondo al cune fonti, 567 persone e, se condo altre, da 100 a 370 — vogliono indagare anche i se natori. Stephen Young, un senatore democratico dell'Ohio, ha detto: « Gli americani devono conoscere al più presto tutta la verità. Devono essere puniti non soltanto i colpevoli della strage, ma anche ì colpevoli del successivo prolungato silenzio. Dobbiamo guardare in faccia quest'episodio, certo uno dei più ignobili nella storia della nostra nazione ». Linguaggio più o meno simile è stato usato dall'autorevole senatore repubblicano dell'Illinois Charles Percy, il quale ha detto: «Le atrocità commesse da Hanoi o dal Vietcong 72072 devono servire da giustificazione. Ognuno di noi, in questo paese, è responsabile della propria condotta». Proprio ieri, si è saputo che i comunisti, durante la loro breve occupazione di Hué nel 1968, eliminarono 2500-3000 vietnamiti. È' in questa ricerca del vero che va inquadrata l'ag¬ ghiacciante intervista radiotelevisiva trasmessa iersera dalla «Columbia Broadcasting System». Il giornalista Mike Wallace ha interrogato l'ex soldato Paul Meadlo, di 22 anni, il quale ha confessato d'aver preso parte all'orrenda distruzione di Son My. La compagnia era divisa in tre plotoni: uno, forte di circa 40 uomini, era quello comandato da Calley e penetrò nel villaggio-; gli altri lo avrebbero raggiunto « a cose quasi finite ». Meadlo ha detto che Calley gli ordinò di far fuoco contro « uomini, donne e bambini »: «Credo d'averne uccisi 10 o 15». t Wallace chiedeva: « Anche neonati? ». « Sì, anche neonati ». « Ma perché l'ha fatto? ». « In quei giorni, avevo perduto i miei migliori compagni. Agii per vendetta, mi parve quasi naturale». « Ma quel ricordo non la assilla? ». «Sì... Sogno soprattutto i bambini. Certe notti non riesco neppure a dormire. Sto disteso e penso ». La rivista Time scrive: «Non ci sarà facile accettare quanto è avvenuto a Son My. Alcuni critici stranieri già fanno raffronti con le atrocità naziste. E' un paragone errato perché tali atrocità erano il risultato di una precisa politica nazionale e non aberrazioni di soldati in momenti di tensione. Ma la tragedia mostra che anche il soldato americano non è immune dalla crudeltà e inumanità della lotta prolungata ». Mario Ciriello New York. Paul Meadlo, reduce dal Vietnam, racconta alla televisione le fasi del massacro a Son My (Tel. A. P.)

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