Orfeo ed Euridice oggi, a fumetti

Orfeo ed Euridice oggi, a fumetti Buzzati estroso e visionario Orfeo ed Euridice oggi, a fumetti Tutti, o quasi tutti, conoscono la classica leggenda del cantore Orfeo e di sua moglie Euridice: di lei che — sfuggendo un importuno adoratore — viene uccisa dal morso di un serpente; di lui che la va a cercare nel regno dei morti e con la disperata dolcezza del proprio canto ne ottiene la restituzione purché, risalendo insieme nel mondo dei vivi, egli durante il viaggio non si volti mai a guardare le care sembianze della compagna. Ma Orfeo, vinto dall'impazienza, vuol vedere Euridice che lo segue; e la perde per sempre. Questo, appunto, il mito ora ripreso e aggiornato da Dino Buzzati nel suo Poema a fumetti. Dove il milanese Orfi — ultimo rampollo di una nobile famiglia decaduta, e ammiratissimo « cantautore » — imbocca la via dell'inferno varcando una misteriosa porticina, e intenerendo con le sue melodie i funzionari dell'oltretomba finisce col ritrovare la propria ragazza Eura, morta in oscura vicenda. E anche questo Orfi viene deluso nella speranza di riportare questa Eura fra i vivi. Ma non, come il leggendario predecessore, per un suo fallo di amorosa impazienza: bensì perché oggi i morti restano morti, non essendo più tempo di miti e di canti che possano vincere il destino. E si veda, a miglior chiarezza dell'allegoria, il tristissimo epilogo: «Gli ultimi re delle favole si incamminavano all'esilio... ». Di qui, allora, il senso più vero del Poema buzzatiano: una fantasticheria nostalgicamente — e a suo modo realisticamente — ispirata dalla morte delle fantasticherie. Un mito sull'inconsistenza dei miti. E tanto basta — pensiamo — a indicare nell'occasione, certo insolita e sconcertante, dell'opera a fumetti la presenza di una « morale » che, stemperata ma non soffocata nei giuochi dell'immaginazione, ci riporta ancora una volta al Buzzati di vena più ricca, col suo gran dono di scoprire il vero nel sogno. Né occorrerebbe aggiungere altro se non ci fosse di mezzo l'opposto pericolo di una lettura troppo sbilanciata alla ricerca di simbolici risvolti. Ma questa parabola non riesce a danno della fantasia. Le invenzioni stravolte, allucinate e patetiche, hanno adesso un campo di manovra singolarmente congeniale al romanziere del Deserto dei Tartari: e se molto vi contribuisce il suo strumento di disegnatore — incisivo e visionario — ancor più diremmo che vi contribuisca la naturale ricchezza di spunti offerta dall'argomento: la vita e la morte, l'intreccio di prospettive fra esistenza terrena ed eternità. Ferdinando Giannessi DINO BUZZATI: Poema a fumetti - Ed. Mondadori - pagine 222, lire 3000.

Persone citate: Buzzati, Dino Buzzati, Ferdinando Giannessi