Un maestro affabile di "piccole virtù,, di Mario Gozzini

Un maestro affabile di "piccole virtù,, RILEGGERE FRANCESCO DI SALES Un maestro affabile di "piccole virtù,, La Filotea di San Francesco di Sales è stata una lettura abituale per molte generazioni di cattolici: ancora i nostri nonni vi ricorrevano spesso per trovare conforto, serenità, rinvigorimento nella fede. Ma oggi? Non è diventato un libro pressoché illeggibile (« la merendina devota », « il mazzolino spirituale»...), da archiviare fra la letteratura edificante? Certo, il libro denunzia la sua data di nascita (1609); ed è improba bile che una vocazione religiosa possa oggi prenderlo a maestro, come il giovane seminarista Roncalli. Nel Giornale dell'anima Francesco è il santo più citato; ancora nel '62, da papa, così postillava una pagina degli anni lontani: «Fate voi il resto che mi occorre a rassomigliarvi ». Ci'può aiutare a capire il senso di questa funzione di « modello specialissimo » esercitata dal santo del Seicento su colui che, ai nostri giorni, ha restituito alla carità evangelica un'immagine pienamente umana e « disalienante », un'altra affermazione dello stesso papa Giovanni: della virtù dei santi devo prendere la sostanza, non l'accidente. L'attualità di Francesco deriva, dunque, da un'assimilazione universale, (non certo esclusiva dei Salesiani di don Bosco): tanto è vero che Paolo VI, nel documento per il centenario del la nascita (Sabaudiae gemma, 1967), non esitò ad affermare che nessuno più di lui, fra i dottori recenti della Chiesa, aveva anticipato il Vaticano II. La « vocazione universale alla santità », di cui tratta uno del capito¬ li della Costituzione sulla Chiesa, la Lumen gentium, ratifica infatti proprio l'intenzione essenziale della Filotea: mostrare come la « vita devota », orientata e animata dall'amore di Cristo, non sia legata al chiostro ma possa perfettamente conciliarsi con qualsiasi ufficio e condizione umana. « La devozione non guasta nulla, quando è vera, anzi perfeziona tutto, e se contrasta con la legittima condizione di qualcuno, essa è senza dubbio falsa ». Sarebbe di grande interesse un confronto fra le « piccole virtù » consigliate da Francesco e la « piccola via » di Teresa di Lisieux, la cui lezione spirituale risulta immediatamente contemporanea nella sua forza drammatica. Né è da trascurare il fatto che Francesco operava in un periodo storico che aveva col nostro una caratteristica comune, quella di venir dopo un Concilio di grandi riforme, il Tridentino. La « sostanza » della sua santità —'la carità al primo posto, fondamento di ogni altra virtù — può essere preziosa in questo tempo convulso che segue il Vaticano II: anche se, com'è naturale, certi « accidenti » — il ricorso al braccio secolare per gli « eretici » della sua diocesi ginevrina (verso i quali tenne tuttavia atteggiamenti ben diversi da quelli allora consueti) oppure la rigida concezione del matrimonio — ci appaiono ormai inaccettabili e vanno letti nel loro contesto storico. Mario Gozzini SAN FRANCESCO DI SALES: Introduzione alla vita devota. Il Trattato dell'amor di Dio, a cura di F. Marchisano - Ed. Utet - pagine 962, lire 8500.

Persone citate: Marchisano, Paolo Vi, Roncalli, Sales