Una ragazza tenta di morire non ha i mezzi per studiare

Una ragazza tenta di morire non ha i mezzi per studiare Una ragazza tenta di morire non ha i mezzi per studiare (Nostro servizio particolare) Roma, 14 novembre. Maria Pia Natalino, una studentessa di quarta ginnasio, ha tentato di uccidersi perché non poteva frequentare la scuola. E' un episodio che aggi commuove tutta Roma: la ragazza era stata giudicata dai professori di «intelligenza non comune», si era preparata da sola all'esame di licenza media superando la prova brillantemente e impressionando la commissione per le sue doti e, soprattutto, per le sue letture. I giornali pubblicano oggi le sue poesie, tenere e dolenti: la ragazza era poverissima, non poteva frequentare la scuola perché priva di mezzi necessari. Ora è in coma, da 36 ore, in un reparto del Policlinico. Ciò che dicono i compagni della ragazza rivela il dramma di un'esistenza oltremodo difficile. Maria Pia Natalino viveva sola con la mamma in una stanzetta di periferia. Era figlia naturale di un uomo che si eclissò prima della sua nascita. All'inizio di quest'anno si era iscritta alla quarta ginnasiale, e la tassa d'iscrizione era stata pagata con una sommerta ricevuta dalla madre a titolo di indennizzo per aver subito un investimento. Non v'era però denaro per i libri. Maria Pia ha comprato un tubetto di « prono » e ne ha ingerito dieci compresse. Quando la madre è rientrata in casa ha trovato la giovane in coma e sul comodino una lettera per il Capo dello Stato dove Maria Pia racconta la propria storia. f. a.

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