Madlinìn, la mamma dei partigiani

Madlinìn, la mamma dei partigiani La patetica figura di una settantenne di Bagnolo Madlinìn, la mamma dei partigiani Negli anni difficili della guerra, organizzò la mensa «lei patrioti - Rimasta sola dopo la morte della sorella, è stata dimenticata da tutti - Soltanto uno dei suoi "ragazzi" ogni tanto va a salutarla - Ce l'ha segnalata - "Specchio dei tempi" ha portato un aiuto (Dal nostro inviato speciale) Bagnolo Piemonte, 10 nov. Anche la guerra di Liberazione — come tutte quelle che la precedettero — ha avuto, accanto ai protagonisti umili figure rimaste nell'ombra, silenziose e ignorate. Donne di ogni età e condizione, che aiutarono i partigiani perché animate dagli stessi ideali di libertà e democrazia o semplicemente per istintivo affetto materno verso i giovani che — lontani dalla casa, dalla famiglia, dalla loro terra — contrastavano sulle montagne un nemico cento volte più forte, agguerrito, implacabile. « Madlinin » — come chiamavano a Bagnolo Piemonte la settantenne Maddalena Del petris — è una di queste oscure « volontarie » del rischio! Non ha indossato una divisa, imbracciato un fucile, portato messaggi pericolosi alle formazioni dislocate sui monti, tra la Val Pollice e la-Valle del Po. Non ha. militato, insomma, nella Resistenza. Ma non ha esitato ad ospitare — con la sorella Maria, di dieci .anni più anziana e deceduta nel 1955 — 1 patrioti che scendevano in paese per una missione o perché avevano fame. «Non eravamo eroine — spiega Madlinìn, che troviamo nello stambugio di via Antica Bibiana 8 dove vive in condizioni penose —, ci rendevamo solo conto che quei ragazzi erano - sbandati, braccati, esposti a mille insidie. Mia sorella ed io non avevamo granché da offrirgli, quando bussavano alle due stanze che occupavamo allora, pochi passi da qui. Qualche uovo, una mela, una fetta di polenta. Ma lo davamo di cuore, come fossero figli nostri. Venivano dal Montoso quando potevano raggiungere Bagnolo senza imbattersi nei posti di blocco. Cerr ti giorni a dividere il nostro povero pranzo ce n'erano quindici o venti ». In paese lo sapevano tutti, che Maddalena e Maria Depetris sfamavano i partigiani. Nessuno le denunciò, forse lo sapevano anche i-repubblichini ma rispettavano quelle due donne che non si intendevano di politica e agivano per spirilo umanitario. Andò a flriiré'cHe ti partigiani proposero ; alle, sorelle, Pepe-, tris' di diventare «vivandiere » della formazione. Ognuno pagava 5 lire al giorno, Maddalena e Maria si arrangiavano a trovare qualche gallina, del pane, un pezzo di carne, dalla fine del 1943 ai giorni della Liberazione la «mensa partigiana » funzionò regolarmente. Poi i giovani tornarono alle loro città, meno quelli rimasti sulle montagne con le scarpe al sole, durante gli ultimi scontri. Madlinìn è invecchiata, tira avanti con una pensione di 18 mila lire al mese, l'ex-rispostiglio che è la sua abitazione trasuda umidità e vi scorrazzano i topi. Per racimolare qualche centinaio di lire rammenda pantaloni, consumandosi gli occhi per risparmiare la luce elettrica. Ricorda i «suoi ragazzi », ma i « suoi ragazzi » non si ricordano più di chi gli fece da mamma, confortandoli moralmente e spartendo con essi lo scarso cibo. Non tutti, per fortuna, l'hanno dimenticata. Mario Benedetto, un ex-partigiano torinese, ogni tanto va a salutarla e le regala qualcosa sottraendolo al modesto stipendio. E' stato lui a segnalare a Specchio dei tempi la dolorosa situazione di Madlinìn, pregandoci di soccorrerla. Le abbiamo portato 100 mila lire. Giorgio Lunt Maddalena Depetris, la vivandiera dei partigiani

Persone citate: Giorgio Lunt Maddalena, Maddalena Depetris, Maria Depetris, Mario Benedetto, Pepe

Luoghi citati: Bagnolo Piemonte