La Riviera dei fiori teme la concorrenza dell'Olanda
La Riviera dei fiori teme la concorrenza dell'Olanda A Sanremo i due terzi della produzione italiana La Riviera dei fiori teme la concorrenza dell'Olanda Il «piccolo Paese dei tulipani» aumenta le esportazioni di garofani e rose nel Mec - I punti deboli della nostra floricoltura: scarsa organizzazione, trasporti lenti e diffìcili, prezzi e prodotti non uniformi (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 8 novembre. La floricoltura è uno di quei settori agricoli dove l'Italia, partita nel Mec con grandi vantaggi soprattutto per il favorevole ambiente naturale, si trova oggi a dover fronteggiare la pericolosa concorrenza di altri Paesi meglio organizzati (lo stesso avviene per gli agrumi). Il clima mite e la grande luminosità della Riviera di Ponente permettono di coltivare fiori, soprattutto garofani, all'aria aperta anche d'inverno. In Olanda, con temperature basse e molta umidità, la coltivazione deve avvenire in serre riscaldate, e quindi i costi sono superiori. Malgrado ciò, «piccolo Paese dei tulipani» è diventato il nostro maggior concorrente nell'esportazione di fiori nel Mec (ossia nella Germania Occidentale, che da sola assorbe il 98 per cento delle nostre vendite in tutta l'area comunitaria). Lo scorso anno la Germania Occidentale ha importato complessivamente 316.724 quintali di fiori recisi, con un aumento del 17 per cento sul 1967 (271.195 quintali). L'Italia vi ha contribuito con 90.050 quintali, accrescendo le sue esportazioni in quel Paese dell' 8,5 per cento rispetto all'anno precedente (83 mila 98 ql). Ma l'Olanda, con 158.727 quintali (124.446 nel '67), ha fatto registrare un progresso del 12 per cento. Se consideriamo separatamente garofani e rose, vediamo per i primi l'Italia in testa con 62.112 quintali (55 mila 622 ql nel '67) contro i 31.949 dell'Olanda (29.872 nel '67). Ma il nostro Paese resta molto indietro nelle rose, segnando addirittura un regresso: ne abbiamo esportati in Germania 4283 quintali, contro 5261 di due anni fa, mentre l'Olanda, nello stesso periodo è passata da 33.048 a 38.366 quintali. I punti deboli della nostra floricoltura sono Soprattutto: 1) eccessiva lentezza dei trasporti, che in buona parie avvengono per ferrovia. 1 nostri fiori arrivano in Germania dopo due-tre giorni di viaggio, talvolta in cattive condizioni. E' necessario sviluppare i trasporti aerei; 2) scarsa organizzazione. In Olanda c'è una potente associazione nazionale di floricoltori, che difende gli interessi dei soci, specie in campo internazionale. Da noi prevale, come in altri settori, lo spirito individualistico, che reca con sé gravi danni: non si può creare una valida rete commerciale, la produzione è irregolare perché manca un ente che la disciplini, vi è poi l'impossibilità di fare una propaganda razionale. «Altro che organizzazione, noi non abbiamo neanche un mercato dei fiori efficiente, dice il rag. Angelo Asseretto, presidente dell' Associazione agricoltori della provincia di Imperia. Quello di Sanremo è più che altro un mercato-posteggio ». Se ne sta progettando uno nuovo, molto più grande, che servirà tutta la provincia. .Dovrebbe sorgere in Valle Armea, ai confini con Arma di Taggia. Il rag. Asseretto teme però che il nuovo mercato, quando mai sarà costruito (ci vorranno anni, molti anni), abbia gli stesisi inconvenienti di quello attuale. E' già stata vincolata un'area, ma troppo piccola per poter costruire un mercato « orizzontale », come sarebbe necessario. Su questo punto insìste Asseretto: «E' di fondamentale importanza che tutte le contrattazioni avvengano sul medesimo piano, perché così il contatto fra venditore e acquirente è continuo ». Altri « nodi » della floricoltura italiana, che influenzano negativamente le esportazioni, sono l'impossibilità di fare contratti di fornitura a lungo termine, l'eccessiva variabilità dei prezzi, la mancanza di una produzione stan- darà tutto l'anno e di omogeneità nella lavorazione, con mescolanza di fiori di qualità diverse. Sono problemi che Sanremo, e tutta la Riviera dei fiori, sentono in modo particolare. La floricoltura è alla base dell'economia in questa provincia. La produzione nazionale di fiori sì aggira sui 90 miliardi di lire annui: la Riviera di Ponente vi contribuisce con due terzi, circa 60 miliardi, e con una esportazione di 18 miliardi. Su una superficie .di 3800-3900 ettari lavorano circa 20 mila persone ed altre 10 mila sono addette al commercio: in tutto, oltre il 33 per cento della popolazione attiva dell'intera provincia. Livio' Burato Coltivazione dei fiorì in provincia di Imperia Campagne Superf. (ha) 1964- 1965 3.818 1965- 1866 3.826 1966- 1967 3.833 1967- 1968 3.850 Produzlons Campagne commerciata (mlllonl dl L.) 1964- 1965 52.500 1965- 1966 53.778 1966- 1967 60.578 1967- 1968 59.000 Sanremo. In un magazzino della Riviera si stanno preparando i garofani diretti all'esportazione (Tel. Moreschi)
Persone citate: Angelo Asseretto, Asseretto, Burato, Moreschi, Ponente
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