Si studia un codice per tutti gli sciatori

Si studia un codice per tutti gli sciatori In un convegno internazionale a Chamonix Si studia un codice per tutti gli sciatori Discusse le responsabilità degli operatori turistici e dei gestori degli impianti - L'attività del Soccorso Alpino italiano: l'anno scorso, 1624 operazioni di pronto intervento (Dal nostro inviato speciale) Chamonix, 7 novembre. Il problema della disciplina della. circolazione sui campi di neve sta assumendo rilievo sempre più marcato, nonostante la naturale avversione dei frequentatori delle piste ad assoggettarsi ad una qualsiasi regolamentazione. In Italia esistono i cosiddetti «cannibali»; in Francia ed in Svizzera hanno coniato una nuova parola . per definirli, « les skiards », segno evidente che non siamo solo noi i depositari di questa specie. Per studiare i problemi giuridici connessi allo sci la Federazione francese dello sci (Commissione giuridica e della sicurezza) ed 11 Comitato delle stazioni francesi di sport invernali hanno indetto un convegno a Chamonix sul tema: « Legislazione dello sci in Francia e nei Paesi alpini », che, iniziatosi stamane, terminerà domani. Un centinaio 1 partecipanti: eminenti giuristi francesi, svizzeri e italiani che si dedicano da tempo al problema, e molti direttori di stazioni di sci, fra cui i nostri Marcello Paltrinieri, direttore sportivo del Sestriere, e Costanzo Picco, direttore sportivo di Courmayeur. La giurisprudenza, soprattutto nei Paesi alpini, chiamata di volta in volta a rendere il proprio responso,-ha creato una casistica ormai abbastanza nutrita, che ha rilevato la sorprendente ma anche logica concomitanza di decisioni su casi analoghi In Paesi diversi (Francia, Svizzera, Germania, Italia). In Francia furono diffusi anni fa diciassette « Consigli agli sciatori »; in Italia fu il Panathlon a varare un primo decalogo dello sciatore. Nel 1967, a Beirut, al Congresso della Federazione internazionale dello sci, si addivenne ad un « Regolamento dello sciatore », che, formulato in dieci punti, è tuttora seguito ovunque e fa testo negli incidenti dovuti al mancato rispetto delle norme di circolazione sui campi di neve. -E' questo'un decalogo che lo sciatore dovrebbe conoscere prima di frequentare le piste di sci. « Purtroppo molti non sanno nemmeno che esista », ci dice il maestro Paltrinieri. Ma esistono anche altre responsabilità, quelle, ad esempio, che intercorrono tra gli sciatori e le stazioni di sci, tra le società che gestiscono gli impianti di risalita e gli sciatori che ne usufruiscono. In Francia, ad esempio, il sindaco della stazione invernale è responsabile della sicurezza dello sciatore. In Svizzera sono responsabili le società che dirigono gli impianti. In Italia? Non lo si è trovato ancora, ognuno gioca a scaricabarile. Per il maggiore Picco bisognerebbe creare un organismo particolare in mano alle società che gestiscono gli impianti: « Una commissione, emanazione dell'Azienda autonoma, che abbia i mezzi finanziari, disciplinari e tecnici, e nella quale possano essere rappresentati tutti gli operatori turistici della località, perché tutti, in definitiva, traggono utili dallo sci », ci dice Picco. Inoltre, egli vedrebbe di buon occhio anche la presenza della polizia sui campi di neve, ma con compiti ben specifici e in collaborazione con il direttore della stazione. Qualcosa in questo campo già si fa. E' lo stesso comandante della Scuola di P. S. di Moena, ten. col. Lorenzo Cappello, presente al convegno, a fornirci alcuni dati. « Da quindici anni — egli ci dice — speciali pattuglie sotto al servizio del soccorso alpino, e, d'inverno, dello sciatore. Solo lo scorso anno 130 furono ì nostri uomini impegnati in 34 stazioni di sci. Quest'anno saranno 160 in 42 stazioni, perché le richieste aumentano ogni anno. Abbiamo raccolto in questi anni dati utilissimi. Sono stati 5400 gli infortunati che abbiamo trasportato a valle, traendoli anche dai crepacci dove erano caduti. Lo scorso inverno, con il boom dello sci, furono 1624 i soccorsi». . Che lo sci faccia le sue vittime è risaputo. Ma sono preoccupanti le cifre, ad esempio, esposte dal « Foglio svizzero per la sicurezza del lavoro » edito dalla Cassa nazionale svizzera d'assicurazioni, che assicura anche gli sciatori. Circa 15.000 incidenti di sci sono segnalati ogni anno a questa assicurazione. Centoquaranta sciatori riportano una invalidità permanente, dieci perdono la vita. Dei 15.000 incidenti, più della metà sono classificati gravi. Il 70n'b riguardano le gambe e più sovente la gamba sinistra. La stanchezza e la mancanza di allenamento sono il più delle volte la causa degli infortuni. A Chamonix si è parlato oggi anche di una assicurazione obbligatoria degli scia¬ tori. Il tema è stato' introdotto dal francese Paolo Moranne, avvocato di Parigi e presidente del Comitato giuridico della Federazione intemazionale dello sci, e ripreso dal nostro rappresentante In seno alla Commissione, aw. Giorgio La zzar ini, e dallo svizzero Karl Danneger, ex giudice federale. Tutti si sono trovati d'accordo. Domani si parlerà dei nuovi mezzi comparsi sulle piste da sci: gli skibob, gli scooters della neve eccetera. Da questo convegno dovrà sortire, in special modo per la Francia, una regolamentazione delle stazioni di sci (commissione municipale di sicurezza, servizio piste, cani da valanga, eccetera) che saranno utili anche a noi. Italo Vaglienti

Persone citate: Costanzo Picco, Italo Vaglienti, Karl Danneger, Lorenzo Cappello, Marcello Paltrinieri, Paltrinieri, Paolo Moranne, Picco