Certo, certissimo, anzi probabile

Certo, certissimo, anzi probabile Il film con la Spaak e la Cardinale sullo schermo Certo, certissimo, anzi probabile Le due attrici, dirette da Marcello Fondato, in una vicenda dichiaratamente « femminista » (Cristallo) — Marcello Fondato è un regista riflessivo; e questa preziosa dote, che fu avvertita appieno nei Protagonisti, un esordio che si fa ricordare per la serietà con cui trattava alcuni aspetti del problema del banditismo, lo assiste anche in questo suo secondo film, che è sì « commerciale » ma con beneficio d'intelligenza, ossia tùtt'altro che privo di sfumature dolenti e di sottintesi ideologici. Certo, certissimo, anzi... probabile: il titolo, un po' da cavatina, rende bene, nella sua concitazione alquanto grulla, l'affanno con cui due donnine, amiche fra loro (ma per niente fidate) perseguono, ciascuna a modo suo, l'ideale dell'amore assoluto. E qui è da dir subito che fra tanti registi che offrono una visione distorta della donna, Fondato fa l'opposto, e non per mera galanteria, ma per meditato amore del vero. La donna infatti, anche l'infima di tutte, tende a stringere rapporti indissolubili (altri dice capestri), e per lei l'amore o è radicato o non è. D'altro lato essa sente in modo speciale la maestà del fatto compiuto: sicché davanti all'immancabile delusione si governa con un Coraggio; una lucidità, che l'uomo nemmeno si sogna. Con questa buona psicologia alla mano, che discrimina le donne dagli uomini sul piano dell'« impegno » e della coerenza, il regista ci dà due godibili ritrattini muliebri. Marta, telefonista avventizia (tuttoché rauca) aspira sic et sìmpliciter al gemellaggio d'anime; e del matrimonio, come istituto, glie ne importa poco. Nanda invece, parrucchiera o manicure, tira francamente a trovar marito. Da buona idealista' la prima è un po' minchiona; e avviene che mettendosi a cercare, fra molti uomini, quello che le vada bene e nell'intimità, e nel resto, la scaltra Nanda glie li soffi tutti, senza tuttavia concludere niente neppur lei. La commedia è graziosa non solo per i molti incidenti, ma per la pasta litigiosa e tuttavia tenera di quell'amicizia femuiinile, che si afferma di contro alla distrazione o codardia dei maschi, e che è in fondo l'unico bene posseduto dalle due poverette. Nella seconda parte si sente l'amaro. Marta sembra aver trovato in un tappezziere amante delle parole crociate e della solitudine, l'uomo che fa per lei. Lo nasconde all'amica pirata, e vinta dalle insistenze di lui, lo sposa. Per scoprire dopo due mesi che il maritino ha un rapporto sodomitico con un americano piovuto. loro in casa; per vederlo piangere, disperarsi e tentare il suicidio quando l'americano se ne va. E si ritrovino dunque, e vadano insieme alla malora (in effetto andranno a fare il giro del mondo in barca, da quei buoni intellettuali che sono): inesorabile li giudica dalla riva la minchioncella di prima, oggi pienamente esperta della friabilità del sesso forte, e virilmente rassegnata alla rinunzia; dove l'amica, del tutto impreparata ai casi obliqui, per la prima volta annaspa. Forse Fondato, per rendere giustizia alle donne, è stato un poco ingiusto con gli uomini: ma tutto sommato, coll'aria che tira da Uranio, ha fatto bene. Cosi il film, ribadendo la solitudine delle due amiche, si aggrava nel tono, e il margine doloroso che il regista si era riservato, quasi invade il testo, pur sempre divertente. Che cosa resta a desiderare? Un'andatura più lesta, un trapasso più morbido dalla chiave di commedia a quella di dramma; una caratterizzazione meno sommaria e sdegnosa dei personaggi maschili, che davanti a quelle scolpitissime donne fanno un po' la figura di macchiette; maggior temperanza nel desiderio di vuotare il sacco, di dire proprio tutto sull'argomento che sta a cuore. Senza nei invece la condotta delle due protagoniste: Claudia'Cardinale (Marta) e Catherine Spaak (Nanda), che nate ambedue sotto il segno di Ariete, legano tanto bene da integrarsi l'una con l'altra: caracallesca e calda e infine drammatica la prima; sulla vena di un'autentica vocazione d'attrice comica la seconda; tutta temperamento l'una, tutto esprit l'altra. Ma quale poi sia la più bella, dirà lo spettatore. Il regista suggerisce, e suggerisce bene: prendetele insieme. Bene o benino anche gli altri: John Phillip Law, Robert Hoffman, Nino Castelnuovo, Alberto Lionello e Antonio Sabato. Colonna sonora di Rustichelli (vi canta Catherine), fotografia a colori di Contini (per una splendida e poco conosciuta Roma). Leo Pestelli

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