Il rublo convertibile è nei piani dell'Urss

Il rublo convertibile è nei piani dell'Urss Due articoli su" Izvestija" e "Voprosi Economiki" Il rublo convertibile è nei piani dell'Urss Lo sviluppo degli scambi con l'Occidente giustifica questo passo (Dal nostro corrispondente) Mosca, 5 novembre. Uno degli obiettivi della politica finanziaria sovietica è la convertibilità del rublo. Lo affermano il quotidiano Izvestija e la rivista Voprosi Economiki, in due articoli di V. Koldobskij e V. Karpic sulla Banca per la collaborazione economica internazionale, l'organo finanziario del Comecon. Tra gli altri,problemi, ha scritto Voprosi Economiki, «la Banca ha allo studio la convertibilità delle divise monetarie dei suoi Stati membri». E ha aggiunto: «Il programma del pc sovietico contempla il consolidamento del rublo, l'aumento del suo potefe d'acquisto e l'allargamento delle sue funzioni nell'arena internazionale ». Della possibilità di rendere il rublo convertibile aveva già parlato l'aprile scorso la rivista Vita Internazionale. Essa aveva affermato che « l'economia socialista non esclude in linea di principio la convertibilità della propria valuta». A questo fine però — aveva precisato — è necessario rafforzare prima le strutture industriali e i legami reciproci nel Comecon. Le Izvestija e Voprosi Economiki puntualizzano adesso le prospettive. Il punto di "partenza deve essere il cosiddetto rublo trasferibile della Banca per la collaborazione economica internazionale. « Questo rublo — dicono le Izvestija — non è da confondere con la valuta sovietica. Esso è la divisa collettiva degli Stati membri e viene usato nelle operazioni economico-finanziarie multilaterali. La sua parità aurea è, come quella ufficiale del rublo, di 0,987412 grammi. La Banca ha un capitale di 300 milioni di rubli trasferibili, di cui 30 milioni in oro e valute pregiate». Il quotidiano osserva che gli Stati membri ottengono dalla Banca prestiti in oro e valute pregiate « per scambi commerciali con paesi occidentali o comunque non socialisti». In cinque anni, le transazioni in rubli trasferibili compiute attraverso la Banca per la collaborazione economica internazionale hanno totalizzato 127 miliardi: nel solo 1968, quelle in oro e valute pregiate, oltre 11 miliardi. Scrive Voprosi Economiki che « ormai esistono sufficienti requisiti di carattere economico e organizzativo per estendere que sto sistema prima di tutto agli altri paesi socialisti, e in secondo luogo anche ai paesi capitalisti ». E aggiunge: «Gli economisti di alcuni Stati del Comecon ritengono opportuna a questo punto la convertibilità del ru blo trasferìbile». La questione « viene dibat- ìtuta sia nell'ambito della Banca sia in quello della Commissione permanente per le divise monetarie e le finanze», di recente formazione. I più convinti fautori della convertibilità del ru blo trasferibile sono i polacchi. Anche gli ungheresi appoggiano il progetto, mentre i romeni paiono più propensi a procedere per conto proprio, sull'esempio della Jugoslavia, che dopo una so stanziosa svalutazione ha reso convertibile il dinaro. Le Izvestija e Voprosi Economiki lasciano capire che l'Unione Sovietica si oppor rebbe alla decisione di qual siasi Stato del Comecon di rendere convertibile unilateralmente la propria valuta Essa è disposta a favorire invece un passaggio graduale alla convertibilità delle varie divise — parallelamente alla propria — ma in prosieguo di tempo e attraverso la Banca per la collaborazione economica internazionale. Ennio Carette

Persone citate: Ennio Carette

Luoghi citati: Jugoslavia, Mosca, Unione Sovietica, Urss