"Preferisco il processo a Roma" di Guido Guidi

"Preferisco il processo a Roma" Il pirata dell'aria teme la magistratura americana "Preferisco il processo a Roma" Raffaele Minichiello sfuggirà a una grave condanna solo se riconosciuto infermo di mente (Nostro servizio particolare) Roma, 4 novembre. Processo in Italia, possibilmente perizia psichiatrica con conseguente ricovero in manicomio giudiziario per incapacità di intendere e volere, ma, soprattutto, niente estradizione negli Stati Uniti: questi gli obiettivi che Raffaele Minichiello deve raggiungere perché la sua avventura clamorosa abbia una conclusione che, per quanto grave, non sia gravissima. E — se le informazioni che filtrano dal carcere di Regina Coeli sono esatte — sembra che il giovane « marine » si sia | reso conto degli esatti termini della situazione in cui è andato a cacciarsi. La decisione presa dal sostituto Procuratore della Repubbica di formalizzare la indagine affidandola al giu¬ dice istruttore, comunque, lo ha messo al sicuro da qualsiasi pericolo per il momento: il processo non sarà celebrato con eccessiva rapidità e qualsiasi richiesta di estradizione, salvo contrattempi, verrà presa in esame con calma dalla sezione istruttoria della Corte d'Appello di Roma. La magistratura statunitense insiste perché Raffaele Minichiello le venga consegnato al più presto e sembra che per sostenere con maggiore forza questa richiesta pórrà l'accento sul fatto che i reati commessi dal « marine » negli Stati Uniti sono più gravi' di quelli compiuti in territorio italiano. Uno per tutti: il reato di «pirateria aerea ». E' un reato moderno, tanto che soltanto due Stati lo hanno preso in considerazione sotto il profilo penale: il Venezuela che lo punisce con la reclusione sino a 15 anni, e gli Stati Uniti dove viene punito addirittura con la pena di morte nei casi più gravi. Le leggi di tutti gli altri Paesi non lo prevedono. Ma un pericolo, a breve scadenza, potrebbe sorgere per Minichiello: quando fra un mese esatto entrerà in vigore una convenzione per cui gli Stati firmatàri- del documento (la decisione è stata presa a Tokio sei anni or sono) si sono impegnati a punire la pirateria aerea. Gli Stati sono: Cina nazionalista, Norvegia, Filippine, Portogallo, Svizzera, Inghilterra, Alto Volta, Danimarca, Messico, Nigeria, Stati Uniti ed Italia. Però non è certo che con l'applicazione di questa con¬ venzione l'autorità giudiziaria italiana sia obbligata a consegnare Raffaele Minichiello agli Stati Uniti. L'impegno di Tokio prevede che il responsabile di pirateria aerea possa essere punito -o dallo Stato dove si è iniziato il reato o dallo Stato dove si è concluso. Il problema della «pirateria aerea», in questi ultimi tempi, ha richiamato l'attenzione dei giuristi e soprattutto degli interessati. Lo stava per affrontare due anni or sono l'Interpol; ma vi ha rinunciato perché normalmente il furto di un aereo è quasi sempre legato ad una causale politica e l'organizzazione che collega tutte le polizie del mondo ha escluso da ogni suo interessamento i reati di natura politica. Guido Guidi

Persone citate: Minichiello, Raffaele Minichiello