Contatti tra Bonn e Mosca per il patto anti-atomico di Tito Sansa

Contatti tra Bonn e Mosca per il patto anti-atomico Il Cancelliere Brandt ha fretta di firmare Contatti tra Bonn e Mosca per il patto anti-atomico Il 12 novembre si svolgerà al «Bundestag» un dibattito che si prevede vivacissimo per l'opposizione dei democristiani e dei cristiano-sociali di Strauss (Dal nostro corrispondente) Bonn, 3 novembre. il governo del cancelliere Brandt ha fretta. Vuole riguadagnare in politica estera il tempo che 1 precedenti governi democristiani hanno perduto, uscire dalla posizione di rigido isolamento verso i Paesi dell'Europa orientale, accelerare i processi di completamento e di allargamento delle alleanze con 1 Paesi dell'Occidente. Il governo esiste da appena dieci giorni e già la macchina della politica estera è in pieno movimento. Alcuni dei primi obiettivi, enunciati dal Cancelliere martedì scorso dinanzi al Parlamento, sono in vista: firma del trattato di non proliferazione nucleare, trattative con Mosca e con Varsavia. Soltanto 11 colloquio con la Germania Orientale sembra ancora lontano, non certo per colpa di Bonn, ma piuttosto per la gelida accoglienza che l'offerta di Brandt ha avuto a Pankow. Concluse in tre giorni le consultazioni con il governo americano sul trattato di non proliferazione, condotte da Helmuth Roth a Washington, oggi il segretario di Stato agli Esteri Georg Ferdinand Duckwitz ha incontrato a Bonn l'ambasciatore' sovietico Semjon Zarapkin, per discutere lo stesso tema. A Washington tedeschi e americani erano riusciti a chiarire alcune posizioni divergenti e gli americani hanno espresso la speranza che la Germania Federale firmi quanto prima il trattato. Il portavoce del governo tedesco, Conrad Ahlers, ha detto oggi che mercoledì 12 novembre il trattato di non proliferazione nucleare sarà oggetto di uh dibattito parlamentare voluto dall'opposizione democristiana-cristiano sociale. Per il governo il problema principale, ancora da chiarire, è la pretesa sovietica di intervenire militarmente contro la Germania Federale in caso di necessità. Nei colloqui di Duckwitz con Zarapkin questo punto controverso dovrebbe venire chiarito. Nel dibattito parlamentare della settimana prossima, che si prevede « caldissimo », data l'avversione dei democristiani di Kiesinger e soprattutto dei cristiano-sociali di Strauss alia firma, il governo prenderà una decisione sull'opportunità e le modalità della firma. A Bonn si ritiene che, salvo sorprese, la Germania Federale potrebbe già sottoscrivere il trattato entro la fine di quest'anno. In ogni caso, la firma del discusso trattato rischiarerebbe l'atmosfera alla vigilia delle trattative bilaterali di Bonn con Mosca e Varsavia, considerate oltre cortina come un sondaggio circa la disposizione della Repubblica Federale a partecipare con « senso di realismo » ad una conferenza sulla sicurezza europea proposta dai Paesi del Patto di Varsavia per la prossima primavera. Sulla stampa tedesca, un po' frastornata dalla « fretta » in politica estera della coppia Brandt-Scheel, si fanno sentire voci preoccupate e diffidenti. Il General Anzeiger di Bonn si domanda « perché questa fretta da parte di Bonn e da parte di Mosca? », e rileva che l'Unione Sovietica vuole ottenere quanto prima, mediante la conferenza per la sicurezza, il riconoscimento della Germania Comunista. Die Welt, più sospettosa ancora, nota: «Al punto in cui stanno le cose non ci sono sintomi i quali indichino che il quadrilatero Mosca, Praga, Berlino Est, Varsavia, direttamente interessato al problema tedesco, desideri andare incontro alla Repubblica Federale. Al contrario tutto sta a indicare che il blocco sovietico pensa di continuare a presentare richieste massime, avendo come obiettivo il siluramento dell'ordine di pace europeo che il Cancelliere ha in mente». Tito Sansa

Persone citate: Brandt, Brandt-scheel, Conrad Ahlers, Georg Ferdinand Duckwitz, Helmuth Roth, Kiesinger, Strauss