Cameriera irretì un professore per ereditare tutti i suoi beni?

Cameriera irretì un professore per ereditare tutti i suoi beni? Cameriera irretì un professore per ereditare tutti i suoi beni? Lo avrebbe indotto in stato di soggezione per farsi sposare - I figli dell'insegnante, morto a 92 anni, hanno impugnato il testamento (Dal nostro corrispondente) Milano, 3 novembre. (g.m.) Una denuncia di plagio è all'esame della magistratura milanese. E' stata presentata dall'aw. Nicola D'Elia per conto di Alberto S. Quest'ultimo sostiene che suo padre, il prof. Pasquale S., morto il 6 aprile 1968 all'età di 92 anni, sarebbe stato irretito dalla donna di servizio Adalgisa M,, che dopo esserne diventata l'amante l'avrebbe indotto in stato di soggezione per farsi sposare quindi nominare erede universale. Cinque giorni dopo la morte dell'anziano professore la donna presentò ad un notaio per la pubblicazione un testamento stilato nell'ottobre 1967 in cui Pasquale S. aveva scritto una sola fra¬ se: « Lascio erede universale mia moglie». 1 tre figU del defunto caddero dalle nuvole perché non sapevano che il padre si era risposato con la cameriera: questa infatti avrebbe fatto in modo che le nozze rimanessero segrete affinché gli eredi non si insospettissero. Nell'esposto che accompagna la denuncia alla magistratura, viene precisato che Pasquale S. aveva già redatto un testamento nel giugno 1964, con cu! lasciava una farmacia ed un appartamento ad un nipote, figlio di Alberto S., mentre la? quota legittima doveva essere divisa fra i tre figli ed altri due nipoti. In questo stesso documento, che 1 figli presentarono per la pubblicazione nel maggio 1968 presso un altro no¬ taio, il prof. Pasquale S. aveva inoltre precisato che la «signorina» era già stata largamente soddisfatta. Nella denuncia si afferma però che successivamente a questo primo testamento Adalgisa M. riuscì a ridurre in tale soggezione l'anziano professore da indurlo a sposarla ed a stilare il nuovo testamento in suo favore. Nella denuncia si afferma anche che l'uomo era « impaurito dalle minacce» della donna. La vicenda è ora all'esame della magistratura che per prima cosa ha provveduto al sequestro conservativo dei beni del defunto, a cominciare dalla farmacia che questi possedeva in via Pagliano 1 e che è valutata un centinaio di milioni.

Persone citate: Alberto S., Nicola D'elia

Luoghi citati: Milano