Il pirata dell'aria Interrogato in carcere Rischia 30 anni per i reati compiuti in Italia di Guido Guidi

Il pirata dell'aria Interrogato in carcere Rischia 30 anni per i reati compiuti in Italia Lungo colloquio con il giudice istruttore in una cella d'isolamento Il pirata dell'aria Interrogato in carcere Rischia 30 anni per i reati compiuti in Italia Il marine sta bene (fuma 50 sigarette al giorno) -1 legali si preparano a chiedere la perizia psichiatrica - Le accuse principali sono: sequestro e violenza nei confronti dell'equipaggio e del vicequestore Gulì, introduzione in Italia di armi da guerra - Il padre ha tentato invano di vederlo in carcere - Ha detto: « Sono convinto che è diventato matto » - Si è recato a ringraziare il vicequestore Gulì e gli ha chiesto perdono: « Se avessi avuto la possibilità di incontrare mio figlio quando è sceso dall'aereo gli avrei dato due schiaffoni, costringendolo a costituirsi » - Un comunicato dell'ambasciata degli S. U. (Nostro servizio particolare) Roma, 3 novembre. Chi è Raffaele Minichiello: uno schizofrenico che, nella sua lucida follia, ha creduto di realizzare facilmente un piano assurdo o soltanto uno psicopatico ingenuo seppure coraggioso e spericolato? Una indagine sulle condizioni mentali del giovane « marine » italo-americano fuggito dagli Stati Uniti rubando un aereo con l'intero equipaggio, sarà chiesta dai suoi difensori, appena lo consentirà tecnicamente la situazione procedurale. Ma sul problema che tra utti sembra essere il più urgente ed, in un certo senso, l più interessante dovrà decidere il giudice istruttore, al quale è stato affidato il completamento delle indagini. Il sostituto procuratore della Repubblica dottor Massimo Carli, dopo avere concluso ra ieri e questa sera l'interrogatorio di Raffaele Minichiello nel carcere di Regina Coeli, ha stabilito, come gli impone la legge, di formalizzare l'istruttoria, e di asciare l'inchiesta all'ufficio struzione del Tribunale. Altri tre reati si sono aggiunti a quelli che ieri con il primo interrogatorio gli ha ontestato il sostituto procu¬ ratore della Repubblica: ieri iiiniiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiniiiiMiiiiiiiiiiiii il giovane « marine » era stato accusato d'aver sequestrato ed usato violenza nei confronti del vicequestore, dott. Pietro Gulì, e di avere introdotto un'arma da guerra in territorio italiano; oggi il magistrato gli ha attribuito la responsabilità di avere sequestrato ed usato violenza nei confronti dell'equipaggio dell'aereo della Twa e di avere detenuto e portato in luogo pubblico un'arma da guerra. Quest'ultimo reato è punito da una legge speciale entrata in vigore nell'ottobre 1967 con la reclusione da 3 a 11 anni e con la multa da 300 mila a 3 milioni di lire. Se si calcola che i reati contestatigli ieri prevedevano una pena di circa 19 anni, con le imputazioni formulate oggi, Raffaele Minichiello corre il rischio, seppure teorico, di una condanna a 30 anni di reclusione. Le prospettive future, tutt'altro che rosee, non sembrano però preoccupare eccessivamente il giovane «marine». E' sempre tranquillo e allegro, è sicuro: ha soltanto fumato molto (quaranta o cinquanta sigarette) e può permetterselo perché ha a disposizione 200 dollari che, trovatigli in tasca al momento dell'arresto, sono finiti nel suo conto corrente nell'ufficio matricolare a Regina Coeli. E' rimasto molto sorpreso che suo padre, Antonio, giunto dal suo paese, Melito Irpino in provincia di Avellino, non ha avuto la possibilità di visitarlo in carcere. Antonio Minichiello era arrivato a Roma ieri insieme con il sindaco del suo paese, Antonio Battista. Ha cercato di mettersi in contatto con il figlio: ma ogni tentativo è stato inutile. Si è incontrato con1 il vicequestore dott. Pietro Gulì e si è fatto raccontare nei dettagli come è stato arrestato Raffaele. Dopo il colloquio col vicequestore ha telefonato direttamente al carcere di Regina Coeli ed ha chiesto a chi gli ha risposto se era possibile parlare .con suo figlio. «Sa — ha cercato di spiegare —, io sono convinto che è diventato matto all'improvviso, altrimenti non avrebbe fatto quello che ha fatto ». Gli è stato risposto che un permesso di colloquio avrebbe potuto concederglielo soltanto il magistrato e ad Antonio Minichiello l'impresa è apparsa troppo ardua. Ha trascorso la notte in un albergo sulla Tuscolana e oggi di buon'ora ha deciso di tornarsene al paese, sempre accompagnato dal sindaco. Dopo avere percorso quaranta o cinquanta chilometri sulla via del ritorno, Antonio Minichiello, giunto all'altezza di Pontecorvo si è sentito male e l'auto sulla quale viaggiava si è dovuta fermare. Ma si è ripreso subito ed "ha acceso un « toscano ». « Per il momento non ho soldi — ha detto —, ma non ho voluto nulla né dai giornali né dalle tv di tutto il mondo. Ho sempre obbedito ad un principio: tutti debbono avere qualcosa da me, io nulla dagli altri. Certo — ha aggiunto — che se avessi avuto la possibilità di incontrarmi con mio figlio quando è sceso dall'aereo non sarebbe stata necessaria la caccia all'uomo: due schiaffoni e lo avrei costretto a costituirsi subito alla polizia. Comunque, mi dispiace per quel dott. Gulì che deve aver passato un brutto momento: è per questo che quando ci siamo parlati gli ho chiesto perdono ». Raffaele Minichiello, in verità, non sembra avere bisogno di molto. Nel pomeriggio di oggi sino a tarda sera ha occupato il suo tempo per rispondere alle domande del sostituto procuratore della Repubblica. La risposta all'interrogativo del magistrato è stata sem pre la stessa: sapeva che sarebbe stato condannato pei rapina negli Stati Uniti dove le leggi sono molto severe ed allora ha pensato di fuggire per tornare in Italia, sistemarsi con il padre in campagna a lavorare la terra a Milito Irpino. Il «marine» continua ad essere al centro di una serrata serie di colloqui fra diplomatici. Lo ha annunciato molto esplicitamente un portavoce dell'ambasciata degli Stati Uniti a Roma II quale ha dichiarato all'Ansa: « Il governo italiano ha informato l'ambasciata che il caporale Minichiello sarà accusato di avere infranto la legge italiana. L'ambasciata americana continua a perseguire la restituzione del caporale Minichiello nella custodia dell'autorità degli Stati Uniti alla prima data possibile ». Un problema, comunque, che potrebbe essere risolto soltanto in un lontano futuro: per la legge italiana Raffaele Minichiello corre il rischio di una condanna a 30 anni. Unicamente in un secondo momento il « marine » dovrebbe affrontare la legge statunitense di fronte alla quale deve difendersi dall'accusa di tentata rapina e di pirateria aerea che prevede, come pena massima, quella di morte. Guido Guidi New York. Il cap. Cook, pilota dell'aereo dirottato, tra il primo ufficiale Williams e l'hostess Tracey Coleman (Tel. UP1)