Il pirata dell'aria catturato racconta la folle avventura

Il pirata dell'aria catturato racconta la folle avventura A Roma dopo aver sorvolato mezzo mondo Il pirata dell'aria catturato racconta la folle avventura Il « Boeing » rubato a Los Angeles è giunto a Roma alle 5 - Per radio il giovane ordina: « Voglio un alto ufficiale di polizia, venga in mani* che di camicia » - Il vice questore Gulì segue le sue istruzioni - Il « marine » gli impone di salire su un'auto e gli punta il mitra alle spalle: «Portami da mio padre ad Avellino» - Poco dopo Roma, fa fermare l'auto e si getta nella campagna - Trecento agenti gli danno la caccia con 18 cani poliziotti - Alle 18 un prete lo trova (senz'armi) dinanzi al santuario del Divino Amore - Si lascia arrestare senza resistere (Dalla redazione romana) Roma, 1 novembre. La foUe avventura del Biovane «marine» Raffaele Miniciucilo si è conclusa neUa campagna romana,, dove è stato catturato stamane alle 10, dopo un volo di oltre 11 mila chilòmetri durato 18 ore e mezzo. Il più lungo volo di un aereo alla mercé di un « pirata dell'aria ». Raffaele Minichiello, vent'anni, aveva combattuto nel Vietnam per tredici mesi, tornato negli Stati Uniti, aveva rubato neUo spaccio a Camp Pendleton, perché (a suo dire) gli erano stati sottratti 200 dollari dai suoi risparmi. Avrebbe dovuto essere processato, ha preferito fuggire. L'avventura si è iniziata all'I,25 (ora locale) di venerdì a Los Angeles. In divisa da «marine», con mitra e pistola, sale su un Boeing deUa TWA. Appena l'aereo ha raggiunto quota, apre la cabina di guida, punta il mitra contro uno degli steward ed ingiunge ai piloti di dirigersi verso New York. 11 Boeing atterra a Denver nel Colorado per rifornirsi. II comandante convince Raffaele Minlchiello a lasciare scendere i 39 passeggeri. « Ma si, fate solo in fretta, non voglio scherzi». Prima di arrivare a New York U giovane avverte che vuol attraversare l'Atlantico, «Ci vogliono piloti abilitati per il volo transoceanico». «Prendeteli». A New York ad attendere l'aereo c'è un folto' schieraménto di polizia, li giovane si allarma, appena sono saliti i due piloti, ordina che si riparta subito senza neppure far rifornimento. E' agitato e spara un colpo di mitra. Il Boeing fa scalo . a Bangor, poi a Shannon, in Irlanda. Soltanto a questo punto precisa che vuole raggiungere Roma. Pone la condizione che a Fiumicino salga a bordo il più alto ufficiale dì polizia di servizio nell'aeroporto, in maniche di camicia, disarmato, dispósto a lasciarsi perquisire. E' accontentato. Alle 5 di stamane puntando il mitra obbliga U vice questore Gulì a prendere posto al volante di un'auto, lui si siede dietro. Vuol essere accompagnato dal padre a Mento Irpino (45 km. da Avellino). Ad un tratto scende e fugge per i campi. Trecento agenti e carabinieri gli danno la caccia. Alle 10 viene arrestato. Ora per ora (Nostro servizio, particolare) Rema. "1 novembre. Ore 4,25 *— «Atterreremo tra uni quarto d'ora. L'aereo dovrà restare lontano dall'aerostazione. Potranno avvicinarsi soltanto tre mezzi: il condensatore, il generatore di corrente e l'autocisterna. Le luci dovranno essere tutte accèse. I due meccànici si dispongano sulla- 'sinistra dell'aereo. Non vi dovrà essere alcun agente di polizia». La voce è di uno dei pilòti del « Boeing » della Twa fatto di¬ rottare ieri con la minaccia delle armi del caporale dei marines Raffaele Minichiello mentre era in volo da Los Angeles a San Francisco con trentanove passeggeri a bordo, tre piloti e quattro hostess. E' il primo contatto radio fra la torre di controllo dell'aeroporto di Fiumicino ed il jet che dopo i quattro scali compiuti a Denver, nel Colorado, a New York, a Bangor, nello Stato del Maine, e infine a Shannon, in Irlanda, sta avvicinandosi a Roma seguendo il folle itinerario indicato dal giovane armato di mitra. Alla sua mercé è rimasto ora un equipaggio di cinque persone: quattro uomini ed una hostess, una ragazza negra. I loro nomi sono: Donald Cook, che comandava il velìvolo al momento del dirottamento; Neurel Williams, primo ufficiale; Lloyd Hallran, ingegnere di bordo; Robert Hastig e Billy Williams, i due piloti abilitati ai voli transoceanici che erano stati fatti salire a New York; Tracey Coleman, la hostess ventunenne che aveva accettato di condivìdere' la brutta avventura. Nella sala della torre di controllo, insieme agli uomini addetti ai complessi strumenti, vi sono il vice questore dott. Pietro Gulì, dirigente dell'ufficio di polizia dell'aeroporto, ed il suo vice, il commissario Vincenzo Sucato, i quali stavano appunto aspettando il momento del contatto radio - con l'aereo. Alle condizioni dettate dal caporale dei marines è stato risposto subito con un « okay ». Già verso le 2, allorché il jet varcato l'Atlantico si accingeva a lasciare Shannon, s'era saputo che il prossimo scalo sarebbe stato con tutta probabilità il «Leonardo da Vinci», ma sembrava che, dopo il rifornimento di carburante, dovesse ripartire alla volta del Cairo. La notìzia aveva fatto accorrere a Fiumicino una folla di giornalisti, di fotoreporters, di cineoperatori che dalle, terrazze dell'aerostazione puntavano i loro obiettivi verso i piazzali di parcheggio degli aerei. La polizia era presente in forze ma gli ordini erano precìsi: non doveva essere fatto nulla che potesse suscitare la reazione dell'uomo armato che si trovava sull'aereo. Arriva il jet L'arrivo è previsto per le 4,40, ma bisogna attendere ancora venti minuti. Le luci di posizione del jet sono già visibili nel buio della notte allorché la voce del pilota è nuovamente captata dalla torre di controllo: « L'uomo che è cori noi ha deciso di scendere, a, terra. Pone però come condizione che il capo dell'ufficio di polizia si rechi in auto presso l'aereo. Dovrà essere solo, disarmato, senza giacca- e senza cappello e dovrà farsi perquisire », dice in inglese il pilota. La comunicazione si interrompe mentre l'aereo continua a inanellare giri su giri nel cielo di Roma. Gulì si dice subito disposto a tentare la rischiosa impresa. Il commissario Sucato ai offre di andare lui al suo posto. «No. Tu sei troppo giovane e potrebbe pensare ad un tranello». Dalla questura, che si mantiene in continuo contatto con l'aeroporto, giunge l'autorizzazione ad accettare le condizioni poste da Raffaele Minichiello, e dalla torre di controllo si impartiscono al pilota le disposizioni per l'atterraggio. Tutto si svolge con molta rapidità. Il commissario Sucato e due agenti indossano la tuta degli operai addetti òlle operazioni di scalo. Sono armati dì rivoltelle, sotto i giacconi di pelle nascondono i mitra. Un altro agente, tiratore scelto, va ad appostarsi in una buca vicino al punto in cui il jet si fermerà, pronto a far fuoco in caso di necessità. Ore 5,07 — Il a Boeing » si posa sulla pista del « Leonardo da Vìnci » dirigendosi lentamente verso l'aerostazione. Si ferma a trecento metri di distanza e subito lo illuminano potenti riflettori. Le luci del jet sono spente. Gli agenti travestiti accostano la scaletta, ed il portello di pri ma classe si apre lasciando apparire nel vano due dei piloti. Vi è molta suspense. Il vice questore Gulì sale in auto e va verso l'aereo. Fa freddo, ma, seguendo gli ordini del caporale dei marines, è in maniche di camicia. Via sull'auto Ore 5,16 — Lo si scorge in lontananza salire la scaletta, scomparire nella carlinga dove il giovane lo costringe a mostrare ì propri documenti. Poi ridiscende per spegnere, come gli è stato chiesto, la luce intermittente blu che brilla sul tetto dell'auto. « Non riuscivo a trovare l'interruttore e mi è toccato staccare il cavo », ha poi raccontato. Torna sull'aereo. Ore 5,22 — Raffaele Minichiello appare sulla scaletta del «Boeing»; quasi nascosto dietro il vice questo re Gulì, scende lentamente i gradini, si guarda attorno. Nella luce rossa dell'alba sembra più alto e massiccio di quanto non sia. E' in divisa di caporale dei « marines », sulle spalle ha uno zaino da campagna, tra le mani una « machine-pistole » MB 12, Spinge Gulì al posto di guida sull'automòbile premendogli l'arma contro le spalle, lo segue rincantucciandosi in un angolo del sedile posteriore. Partono. A qualche centinaio di metri di distanza decine di agenti inseguono la vettura attraverso le rilevazioni dei radiogoniometri. Il corteo corre a prendere il raccordo anulare: il « marine » ha detto a Gulì di volere raggiungere Napoli e attraverso la radio di bordo, che il vice questore Iw. lasciato accesa, gli inseguitori ne sono stati informati. . Ma sulla Via Ardeatìna Raffaele Minichiello cambia idea, ha veduto le auto degli agenti, teme di restare intrappolato: « Fermati », ordina a Gulì. «Che cosa vuoi fare?». « Non voglio farmi prendere »., La vettura è ferma, ma i poliziotti non osano avvicinarsi nel timore che Minichiello possa uccidere il loro superiore. Gulì tenta di persuadere il giovane: «Quanti anni hai? ». « Venti, li compio oggi». «L'età di mio figlio», commenta Gulì. Il « marine » sembra capire lo stato d'animo del suo ostaggio e lo rassicura: «Non temere, paisà, non ti farò niente; ma non cercare di fregarmi ». Scende dall'auto e si airlontana nella campagna; il giorno è ancora incerto. «Fermi che vi ammazza, ha con sé un mitra e 240 colpi», grida Gulì a due guardie che lo hanno intanto raggiunto. Ore 6,1(1 — Comincia la caccia all'uomo. Centinaia di agenti percorrono tutte le stradine che tagliano, unendole, le vie Ardeatìna e Collatina. Siamo a pochi chilometri da Roma, cinquecento metri più a sud c'è il santuario del «Divino Amore»: nella giornata di festa cominciano già ad arrivare i primi fedeli; le strade si riempiono delle automobili dei gitanti, la campagna di cacciatori che cercano allodole. Nell'animazione improvvisa si odono di tanto in tanto colpi di fucile; è così che per un momento si sparge la voce che il fuggiasco è stato individuato e si difende sparando. In realtà si sono perdute le sue tracce. Forse ha fermato un automobilista e si è fatto condurre a Napoli, dove-ha detto di voler andare; forse Si è intanato nei campi, tra le rogge che spaccano le colline intorno; oppure è in uno dei Gianfranco Francì Francesco Santini Livio Zanotti (Contìnua a pag. 2 in prima colonna) Roma. L'incredibile avventura è finita: Raffaele Minichiello arrestato (Telefoto A. P.)