L'Italia ha chiesto l'aumento della quota al Fondo monetario

L'Italia ha chiesto l'aumento della quota al Fondo monetario Conclusa a Parigi la riunione del Club dei dieci L'Italia ha chiesto l'aumento della quota al Fondo monetario Vorrebbe portarla da 625 milioni a un miliardo di dollari - Anche il i Giappone e la Francia propongono una maggior partecipazione - Una lettera sarà inviata a Pierre-Paul Schweitzer, direttore generale del Fmi (Nostro servizio particolare) Parigi, 31 ottobre. Il « Gruppo dei dieci », cioè i Paesi più ricchi del mondo (Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Stati Uniti, Svezia) all'infuorì della Svizzera che non volle farne parte quando esso venne creato nel 1963, si è riunito a Parigi al livello dei supplenti dei ministri delle Finanze, per discutere sulla ripartizione dell'aumento delle quote deciso nel settembre scorso dall'assemblea generale del Fondo monetario internazionale che comprende centoquattordici Paesi. Il totale delle quote era di 21 miliardi di dollari e l'assemblea generale decise di aumentarlo di un terzo, cioè sette miliardi di dollari circa. Le quote dei « dieci » rappresentano il 61 per cento del totale e il 39 per cento è suddiviso tra gli altri 104 Paesi. Dopo due giorni di discussione un accordo è stato raggiunto tra i «dieci» ma i delegati non sono voluti entrare nei particolari, per lasciare al Fondo monetario internazionale la responsabilità della decisione definitiva. I due terzi dell'aumento di sette miliardi di dollari circa verranno ripartiti secondo la percentuale esistente sinora, e l'altro terzo tra i Paesi che chiederanno un aumento « selettivo » in rapporto col loro sviluppo economico e col posto che occupano attualmente nel commercio mondiale. I « dieci » vedrebbero ugualmente aumentare, sia pure leggermente, la loro parte sul totale dei diritti di prelievo. Fra i Paesi che chiedono un forte aumento selettivo della loro quota figurano soprattutto il Giappone, che vorrebbe portare la sua parte da 725 a 1200 milioni di doUari, l'Italia (da 625 a 1000 milioni), e la Francia (da 985 a 1500 milioni). Più della metà degli aumenti selettivi verrebbe dunque attribuita ai tre Paesi indicati, ma anche gli Stati Uniti sono richiedenti, poiché il diritto di voto è proporzionato alla quota, e la loro parte di 5160 milioni di dollari sarà dunque aumentata del 30 per cento. Per i Paesi del Mercato Comune l'aumento sarà del 33 per cento, e ciò ridurrà il divario fra essi e gli Stati Uniti, obiettivo che il Meo si era prefisso. Una lettera verrà ora indirizzata dai « dieci » al direttore generale del Fondo monetario internazionale, Pierre. Paul Schweitzer. per informarlo delle conclusioni cui si è giunti a Parigi, e che costituiscono soltanto una « raccomandazione ». Spetta al Comitato direttivo del Fondo prendere le decisioni definitive. Fu Pierre-Paul Schweitzer a chiedere ai « dieci » di mettersi d'accordo al più presto, e comunque prima della fine dell'anno, affinché i vari Paesi possano ratificare le decisioni definitive entro il primo semestre del 1970. Alcuni fra i più grandi, ed in particolare la Francia, vorrebbero infatti che la seconda parte dei diritti di prelievo speciali (tre miliardi di dollari nel 1971) venga ripartita in base alle nuove quote che sono state discusse oggi. Loris Mannucci Pierre-Paul Schweitzer

Persone citate: Loris Mannucci Pierre, Paul Schweitzer