Il chirurgo giapponese che combatte il cancro

Il chirurgo giapponese che combatte il cancro / personaggi delle Riunioni mediche internazionali di Torino Il chirurgo giapponese che combatte il cancro Dopo aver debellato l'asma, il prof. Nakayama si dedica da anni alla lotta per salvare i malati del cancro allo stomaco - Una vita dedicata esclusivamente alla medicina - « Inizio alle sette del mattino, finisco in tempo per andare a dormire. Mia moglie e i miei figli quasi non riescono a vedermi » - Ha fatto trenta volte il giro del mondo per illustrare i suoi metodi - Domani riceve la laurea honoris causa per le sue ricerche Fra gli scienziati convenuti a Torino per le riunioni mediche internazionali, c'è anche un giapponese, il prof. Komei Nakayama, uno dei nomi più prestigiosi nel campo della chirurgia. Insien:° con altri sette colleghi (fra i quali spiccano i nomi di Cooley e del premio Nobel Lederberg) riceverà domani la laurea ad honorem dell'Università di Torino, quale ideatore di una cura chirurgica dell'asma che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Da tempo si è inoltre dedicato alla cura del cancro all'esofago e allo stomaco, raggiungendo risultati stupefacenti. Alto, magro, con i capelli tutti neri, il prof. Nakayama dimostra una quarantina di anni, ma ne ha sessanta suonati. « E' vero — dice ridendo — sembro molto più giovane, me lo fanno notare tutti. Pensi che un mio grande amico americano, il prof. Owen Wangensteen, l'ultima volta che ci siamo incontrati ha esclamato stupito: "Ma Komei, tu sei esattamente uguale a venti anni fa! ". Eppure le assicuro che non mi risparmio, non mi concedo un momento di tregua: sempre lavoro, mai vacanza ». Direttore dell'Istituto di Gastroenterologia del collegio medico femminile di Tokio, il prof. Nakayama arriva ogni giorno in ■ ospedale di buon mattino, alle 7, molto prima di tutti i suoi assistenti. Ma si è alzato già da due ore. ed ha scritto un po' di pagine di qualche suo libro. Fino alle 9 visita i malati, poi va in camera operatoria. «A volte — racconta — ci resto fino a-notte, a volte ne esco prima, ma solo per recarmi a gualche convegno. A casa ci arrivo a sera, in tempo per andare a dormire. Lo sa che cosa dicono mia moglie e- ì miei due figli? Che non hanno mai visto la mia faccia. E hanno ragione ». In questa frenetica opera, 10 svago è quasi proibito. Solo da qualche anno riesce a tenersi libera la domenica: <r Per andare a guidare il mio motoscafo o pescare su un fiume: i miei soli due svaghi extra-medici ». Teatro, cinema, non sa quasi che cosa siano. Gli piace la musica, quella classica, ma non ha tempo di sentirla. E poi ci sono i viaggi all'estero, le conferenze internazionali: ha fatto trenta volte il giro del mondo, in centinaia di paesi ha illustrato i suoi metodi di cura, cui è giunto dopo anni « di duro studio e fatica fisica ». Cominciò nel 1943, con la sua allora rivoluzionaria cura chirurgica dell'asma, consistente nella asportazione della carotide. Ha compiuto 1419 interventi di questo tipo, raggiungendo indici di successo sorprendenti. Quasi contemporaneamente alle prime operazioni sui malati d'asma, il prof. Nakayama iniziò la sua « personale lotta » contro il cancro, in special modo quelli all'esofago e allo stomaco. «Il primo — afferma — è davvero duro da combattere. Comunque sono riuscito a raggiungere, su 2400 casi, una mortalità di solo 4,2 per cento. Mi dicono i miei colleghi di tutto il mondo che nelle loro cliniche hanno percentuali molto più alte: anche 11 40, perfino il 50 per cento ». Ma i risultati più eccezionali il prof. Nakayama li ha raggiunti nella cura del cancro allo stomaco. Quando è riuscito a sorprendere per tempo la malattia, i suoi pazienti sono sempre sopravvissuti. « Tre di essi — dice — operati nel 1945 vivono ancora tranquillamente». Si diffonde quindi a spiegare il suo metodo, che consente tre diversi stadi di intervento. « Comunque — conclude — siamo ancora lontani dal completo debellamento del terribile male ». Pensa al futuro, il prof. Nakayama? « Certo, e voglio ancora fare delle belle cose nel mio campo. Ma ho poco tempo a disposizione. Fra cinque anni infatti mi ritiro, e vado a stare nella villetta che ho in campagna, vicino a Tokio. Scriverò, darò consigli ai giovani (che in Giappone non hanno tanta voglia di studiare duramente come abbiamo fatto noi), ma soprattutto mi riposerò. E finalmente mia moglie vedrà che faccia ha suo marito ». c. sar. Il professor Nakayama: « Fra cinque anni mi ritiro »

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